IL CICISBEO E IL GURO
IL CICISBEO
Il Cicisbeo è uno che s'insinua nella casa e nella fiducia della signora. Ufficialmente è un "uomo delle pulizie" in realtà ama solo scopare. Gode della incondizionata protezione di casa della Signora di casa. E' straniero, extracomunitario e gode la protezione di un'altra Signora, anch'essa legata al gruppo. Sassa il servo viene chiamato. Telefona come un amichetto collaudato , beve il the con la signora, chiacchera amorevolmente. Il cicisbeo ha le chiavi di casa? Consegnate a lui forse dalla signora, le chiavi di casa? E l'uomo di fiducia della Signora. Da anni, da più di un lustro, nonostante le reiterate diffide del Signore di casa , continua a frequentare la casa. Dopo pranzato il cicisbeo telefona con grande libertà complicità alleanza e molta conoscenza ed esperienza chiede alla signora: Cicisbeo "Posso parlare?" Risponde la signora "No". Cicisbeo "Allora richiamerò" Signora "Quando?" quasi implorante" il cicisbeo, riattacca. Correva l'anno 2001 era luglio ed era il secondo giorno venerdì. Il signore aveva alzato la cornetta in contemporanea alla Signora. Il Cicisbeo frequentava la casa dei Signori, da molti anni tutti i martedì , negli orari nei quali il Signore era fuori casa.
LA MOLESTA
La molesta pelosa pietrosa era la donna dell'appuntamento del martedì sera che cominciava alle 19,00 e finiva dopo le dieci della sera a volte alle 23 o le 24 se non di più. Suonava il campanello e la Signora correva giù. Viveva sotto le mura della citta vicina all'ex presidio degli alcolisti anonimi. Da vent'anni la Signora frequentava il guro. Alla domanda:" Ma è un corso o una fede una religione", risposta della signora, "Quando si comincia non si smette più ". Il Signore dice "Ma allora siete degli adepti". "Si" "Io sono la dea". Lo sbalordimento era infinito. Faceva il finto servo ma era arrogante e certo della sua alleanza oltre il rapporto di datore di lavoro - dipendente. Attorno a questo c'è l'hummus dove nasce questa tresca, alimentata ad arte. Alcuni giorni prima la signora violava la posta del signore infrangendo il codice. Due giorni prima si era arrogata il diritto di avere il diritto su tutte e l'esclusiva sulle comunicazioni telefoniche. Il signore aveva aalzato normalmente il telefono, ma evidentemente c'era un appuntamnto da prendere con qualcuno che non si conosceva, ufficialmente per un contratto telefonico con una nota ditta di telefonia mobile.
Divorziate
L'hummus era anche allevato intorno da Signore divorziate,separate, separande, nubili, tutte frequentate da lungo tempo e tutte favorevoli alle conclusioni dei matrimoni. Anche i famigli ben organizzati e capitanati lavoravano nell'hummus. Le statistiche raccontavano che un matrimonio su quattro si sfaldava in quegli anni. In tutte le maniere l'organizzazione lavorava per neutralizzare la Signora, il Signore, e il figlio. "Lui deve andare in ferie con la sua famiglia" "E' un dovere". Così argomentava al'amica per telefono. La signora aveva portato avanti con questo gruppo un lavoro che durava da quattro lunghi anni. Ruotavono intorno al dominus molte realtà famigliari.
PARRUCHIERA SARTA
Un marito di una donna parruchiera sarta, era divenuto una nullità umana. Sembrava anientato nella psiche quando lo vide ad una sagra. Il Cicisbeo era giovane di almento venti venticinque anni delola signora, che si ostinava ad affermare che era li solo a stirare camice e scopare per terra. Si muoveva su una bicicletta , viveva da quel che si sapeva con una madre autoritaria. Da quattro anni , la signora , da quando aveva avuto una eredità era completamente cambiata nei suoi gusti, nei, modi. "Bisogna godersela" "Si vive una volta sola". Sembrava impossibile che laa signora di prima fosse la stessa. Aveva cominciato ad essre ossessionata con le pulizie e l'ordine che divenne asfissiante. Dalla vita condivisa in tutto con il signore , cambiò tutti i suoi riferimente e referenti. Quello delle pulizie era vestito di bermuda e aveva gli occhi stralunati e la parlata sgraziata come di qualcuno che tiene sempre una palla in bocca. La Signora amava viaggiare. Era stata in Svizzera di recente, per la sua pittura. Vicino a Monaco era stata una sua meta , andava volentieri con lo stampatore che era più giovane della Signora. Poi lo stampatore si sposò.
ARCHITETTA
La sua amica architetta accusava il marito di averla ridotta a fare una povera vita e che ancora dopo il divorzio lui pretendeva gratifiche da lei. In quella piccola città di provincia si sentiva stretta per le sue grandi aspirazioni e ambizioni. Padova era la sua città. Si era laureata a Bologna al Dams la signora ma era costretta a viviere lavorando nella biblioteca universitaria della città.
SPIANTATO
Quello che chiamava editore era in realtà uno spintato che viveva di espedienti. Anche a Roma era andata più volte per cercar fortuna, ma anche la la strada era interrotta e le grandi aspettative finivano in soldi elargiti a gallerie di dubbia serietà e fama. Fu così che ripiegò su Frosinone per la sua esposizione. Gli ultimi grandi adepti erano pseudo pittorucoli sfigati che facevano a alla Signora da cavalier servente. Non si contavano e nascevano come funghi da ogni dove. Erano dei senza arte ne parte promossi a servire la dea che si era perfettamente immedesimata nel ruolo, ma questo risultava solo a lei. Come Pippo che no lo sa. Di recente era stata diffidata da famiglie di conoscenti che aveva scelto di frequentare. L'ossessione era quella di socializzare. "La società di oggi lo esigie". Era la sua ultima ossessione. Così era costantemente in giro senza sapere bene dove andava e perchè andava, tanto che dietro si facevano beffe di quando usciva dai negozi. Ma il lavoro era ben congeniato e a tutti spettava un ruolo.
ARCHEOLOGO
C'era stato anche il barbuto e volitivo archeologo che in assenza del marito l'aveva accompagnata in affettuosa compagnia sul Lago di Garda. Le interessate del suo circolo erano interessate molto alla sua vita così che passavano tutto il tempo o a scriversi e mail o a telefonarsi per cellulare o per telefono fisso. Anche il Cicisbeo era nella condizione di poter mettere le mani su tutto ciò che c'era in quella casa. Era così che il signore ogni martedì sera doveva ricercare le sue cose anche le più personali , forse solo spostate. Così i libri, gli appunti e gli strumenti non erano mai più al loro posto dove erano stati lasciati. Così la sedia era costantemente spostata in un'altra stanza. Il signore non dava caso a questi strani attreggiamenti aanche se protestava reiteratamente. In quella città in centro a Padova erano milti i frequentatori, da ultimi i ragazzi amici e amiche del figlio. La direzione della biblioteca Universitaria , non vedeva di buon occhio quella Signora. Il cicisbeo quando per caso rientrava il signore occupava tutte le stanze con la sua necessità di tirare uno straccio. Ma il Signore si domandò dopo l'ultima volta se ciò non fosse una scena madre. Anche l'amica era stata interpellata in malo modo così che lei declinò simile invito. Per tante volte partiva al mattino senza far saper nulla e tornava ossessa a sera buia inoltrata. Perfino qunado non aveva mezzi riusciva a trovare sempre qualcuno che l'accompagnasse non si sa dove. La casa era un bell'appartamento vicino alla piazza dei Ponti Romani.
CUGINO
Si il Signore si ricordò quando alla festa di laurea di una cugina di secondo grado fu fatto oggetto da parte di un invitato imparentato alla larga , di aver avuto una relazione, era un tormentone che veniva da lontano. Continuo. Si c'erano state numerose di queste avvisaglie, perfino l'autorità l'aveva minacciato di sifatta eventualità. Era un copione fisso , fin troppe volte recitato. Questa volta con più convinzione ma con altrettanta sterile insussistenza. Anche il figlio era stato accusato in quei giorni di un furto che aveva coinvolto molte famiglie, ma che poi, presto si scoprì che questo non era altro che una variente sul tema per la diffamazione. Ne parlarono serenamente padre e figlio e si era dell'avviso di dover agire contro i diffamatori o per lo meno di doverli scovare dato che qualcuno aveva detto a qualcu'altro qua quell'altro aveva fatto quest'altro. Ma alla fine i conti non tornavano da nessuna parte e quindi era più serio riderci sopra che alimentare una tempesta , ovvero almeno tre in tre bicchieri d'acqua. La cosa più sensata era quella parlarne serenamente. Fu così che venivano sempre più in primo piano personaggi che nella foga dell'azione e della nebbia non erano neppure entrati in scena. Erano elementi apparentementi lontani nello spazio e nel tempo ma professionisti della truffa, dell'inganno. del raggiro, e della spoliazione. Gente in camice bianco, apparentementi integerrimi. ma era un sottosbosco che aveva causato notevoli danni morali e materiali al Signore. Gente ben inserita capace professionalmente di neutralizare anche istituzioni di grandi dimensioni e notevoli mezzi. Gente che era riuscita afar fallire una banca dalla sera alla mattina. Una banca seria, onesta ben collocata sul mercato, da sempre in contatto con i suoi clienti azionisti. Anche qui l'hummus era da esplorare per capire come facevano a fiorire certi cattivi funghi che uccidevano intere strutture istituzionali che poi in realtà cambiavano di padrone, e espellevano forse i capitani più coraggiosi. Ma questo allargava troppo lo spettro della visione del sestante del navigante. Fu così che si decise di tornare a fare il punto. Erano passate altre ore del caldo pomeriggio , che la signora aveva accompagnato il figlio al golf. Tante volte la Signora l'aveva invogliato a intraprendere quella filosofia.
GURA
Una volta scettico accettò , con lei andò ad una riunione di principianti di scienze orientali i quali subito si palesarono quasi tutti poco interessati. Ma anche lì , c'era lo spintato che cercava di fare proseliismi per ingrandire la cerchia dei truffandi. Era una sala grande, con un camino, il guro riceveva tutti con grazie ed educazone, faceva accomodare, poi cominciava a parlare di salute fisica e salute mentale, fino a concludere che chi voleva trovare benessere doveva seguire quelle sedute. Lo scetticismo nel Signore non eraa mai passato nel Signore. Lo stupore fu totala però alla fine della serata, al momento del congedo il guro disse diretto al Signore e alla Signora "Separatevi". Passarono anni e quel santone fini presto senza adepti. Un'altra volta la Signora lo volle invitare dalla Parucchiera -sarta nella casa di campagna delle belle statuine, dove anche l'erba più selvaggia era stata riducata al girdino inglese. Si parlò attorno alla tavola contadina , ma non nella tradizione, c'era qualcosa nell'ambiente che non rendeva onesto quel luogo, ma era solo una senzazione, ma una senzazione profonda. Gli oggetti tutti al loro posto precisi, nulla fuori posto, non era una famiglia contadina della trsdizione perchè ogni buon contadino ha sempre una attività in corso e la arte e la sua opera vicina o tra le mani. Fu così che anche qui l'ambiente al Signore risultava falso. Intanto passavano le ore e il venticello della sera colpiva il Signore alla nuca, mentre stava al tavolo. Anche il cicisbeo aveva frequentato il centro del guro alla periferia di Padova. All'inizio era una cosa palese, poi piano piano la Signora smentì che il servo avesse frequentato quel centro. Di fatto in sei erano strutturati e strutturali e dicendenti dalle volonta di un guro che il Signore conosceva appena di cognome ma non si era mai interesssato a lui. Ora che ricapitolava le reticenze e le smentite le trovava assurdamente tante. Fino a ieri non avevano avuto il rilievo che oggi prendevano. Quale sia il movente? Dove vuole arivare? Era fin troppo ovvio. Il Signore ricordava bene l'aggressione che aveva subito a casa sua una decina di anni prima. Ricordava bene le minacce:"Lei se ne deve andare". Non se ne fece nulla, ma le minacce finirono addosso a tanta gente. Il Signore ricevette l'ennesima grave minaccia anche di recente da un elemento che no lo conosceva punto. Forse in quella scia c'era anche del sangue. Questa idea la scartava continuamente perchè assurda. Tanti anni prima era stato trascinato quasi a forza in quella città sulle rive del brenta che lui non conosceva. Da allora molti avvenimenti belli e brutti si erano intrecciati. Uno starno modo, mondo , era cominciato ed aveva sostituito il precedente. Ma il ruolo del servo aveva insospettito e interrogato anche il collega a cui descrisse il paradosso. Fu lui che disse che quell'elemento era fuori della portata e dal controllo. Sembravano frasi senza senno, allora. Passati gli anni il cicisbeo assumeva un ruolo centrale nel teatro. Mai si era fatto beffe così del datore di lavoro. Aveva solidi motivi pèer essere così allegro e ben disposto. Le "Zigale" erano in festa in quel lungo finale pomeriggio che apre la sera. Il telefono aveva squillato perchè la Signora aveva chiesto di allargare con un contratto commerciale la sua comunicazione. Il Signore prese nota, avrebbe informato la Signora al suo rientro che non sapeva qundo avrebbe potuto essere.
Il Figlio
L'ultima vacanza la Signora l'aveva fatta da poco , una settimana, in montagna in un appartamento. Con lei era andato il figlio e l'amichetto del figlio. No fu una vacanza come lem altre. Questo venne a saperlo e capirlo alcuni giorni dopo. Era scoppiato il caso di questa serie di furti in un supermercato e la direzione convocò l'ignaro padre, quando invece la signora era già stata informata che c'era dei sospetti sul figlio che forse non agiva da solo. Ma erano soli sospetti. La faccenda si materializzò quando il Direttore del supermercato disse perentorio: "Suo figlio ruba". La cosa ci è stata raccontata dal suo amichetto. Cosa ha da dire ha sua discolpa. Il padre prese le difese del figlio il quale spiegò che in quel supermercato non era mai stato portato via nulla, e al massimo le due aveva preso alcuni piccoli grappoli d'uva da una vigna al contadino. Furono soddisfatti apparentemente qualli della direzione , dissero che in gioventù qualche frutto l'avevano portato via anche loro.
Notte Mattino
La Signora quel venerdì, fece quello che faceva sovente , ma a cui il Signore non aveva mai dato peso. Si era stanamente e a lungo depilata. Poi il Signore si ritirò a letto dopo le 22,30. Si svegliò il Signore per la sete e il caldo nella notte fonda che era già il di seguente. Scese a prendere dell'acqua per dissetarsi non vide da nessuna parte la Signora. Concluse che come spesso faceva era uscita di soppiatto. Rientro il di seguente alle 0,43. Molto sommessamente. Ebbe la voglia, il consiglio di augurare la buona notte al signore, che si aggirava nella stanza. Furono le uniche parole che ebbe il coraggio di pronunciare e fu ricambiata gentilmente nell'augurio della buona notte. Con chi era stata quelle ore? Non aveva mai fatto questi calcoli il Signore, ma dopo questo avvenimento non potè più non farli.
1° AVVOCATO
Scorse l'agenda alla ricerca del numero dell'amico per disdire l'appuntamento del di avanti. Il Signore non voleva più andare. Sentiva che era una cosa concordata contro di lui. Trovò il numero lo compose più volte ma l'amico non rispondeva. Era un amico comune di Lei e di Lui signori della casa. Allora gli venne in mente anche l'avvocato molto compiaciuto dell'aspetto della Signora. Il Signore e la Signora lo conoscevano entrambi. Stranamente sentiva il Signore che la Signora aveva contatti con lui con svariati motivi. La mente del Signore andava all'infedele patrocinio. Era la migliore persona al mondo eppure anche lui come la Signora nel momento più difficile abbandonò il patrocinio e la persona da tutelare finì negli artigli e nelle reti che si avversavano. Cosa conciliavano la Signora e l'Avvocato che si richiamavano oltremodo inspiegabilmente? Di sicuro alla fine dell'anno 2000 si erano sentiti molto per via di opere di pittura. Il Signore era stato sommariamente informato di quanto apparentemente concludevano ma nulla sapeva se c'era dell'altro.
1° GIUDICE
Di li a poco il figliolo sarebbe partito in compagnia del figliolo del Giudice il giudice stesso e sua moglie. Una vacanza da fare nelle Isole Dalmate in barca con partenza da Porek e vita marinara per 15/20 giorni. Anche questo era abbastanza insolito. Il Signore non conosceva punto ne la famiglia nè il Giudice, ma fu sulle prime lusingato che suo figlio fosse stato invitato. Poi mentre analizzava la situazione la trovava anzichè serena, rischiosa. Si era fatto l'una e trenta il Signore decise di riguadagnare la stanza e il sonno.
NOTTE
Sul tipo di illuminazione da dare alla stanza da letto era netta. Alla Signora piaceva il buio totale, mentre a Lui garbava la luce naturale alba tramonto. Era così che si era sempre regolato.
MATTINA
"Tu non capisci niente" esordì in risposta ad una domanda appena svegliati prima di un'ora del solito. "Va bene" replicò lui "Se è questo che vuoi , da oggi si dividono gli spazi della casa" "Da che parte vuoi stare"? "Dalla parte della cucina" replicò lei. Allora cominciò a dividere gli spazi delle pareti fino a quel di occupati nella quasi totalità dalle sue cose. Appena comincviato il traslocco meno di cinque oggetti disse:"Devo andare a lavorare" "Lascia stare", e si mise a rimettere le cose come stavano. "Ma non è quello che vuoi?" replicò il marito. Metà casa è tua e metà mia. Ogni uno avrà rispetto se le cose si cominciano a dividere così il cicisbeo verrà solo nei tuoi ambiti e io potrò portare chi voglio nei mie. Tremante e implorante disse:"Ti prego lasciami andare a lavorare" "Io sono stata e starò sempre dalla tua parte". Rise dentro di sè il signore pensando che si effettivamente era sempre stata anche sulla sua parte, ovvero aveva occupato tutto. Riprese a non capire bene cosa macchinasse allora, se lei smentiva di aver ricorso all' avvocato per chiedere la separazione.Si mise in attesa di chiarimenti che però non avrebbero chiarito la parte più importante. Se per spostare un oggetto c'erà stato tutto quell'implorare come si sarebbe fatto a spostare un intero arredamento , usi e costumi di completa liberalità, ridurli in spazi ambiti? Questa era l'ultima domanda , tra le altre. Interpellata la Signora aveva detto che la sera aveva fatto tardi per riprendere il figlio al circolo del golf. Si ma il tempo impiegato non spiegava la distanza percorsa. Fu così che la vide partire per la biblioteca anche quel mattino di sabato di luglio , quando molte biblioteche sono chiuse.
POMERIGGIO
Era passato con il commiato al filgio che partiva in vacanza, con le raccomandazioni che fanno i genitori ai figli. La signora tornò come al solito molto tardi. Erano le 15,30 il pasto cucinato era freddato. Il Signore si era appropinquato alle 15,00 . Il chiacchericcio di sotto fece svegliare il padre che scese, abbracciò il figlio diede una buona mancia. La madre accompagnò il figlio.
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