L'infamone
Non era una coppia ma un tris. Era ben nascosto tra le pieghe di quell'ufficio che distribuiva prebende. Sembrava innoquo e una brava persona. Era il Capo del Ministero dell'ufficio collocamento. Mentre le galline si azzuffavano a beccare e razzolare, lui piazzava i suoi uomini. Faceva parte della massoneria e ad essa rispondeva. Abile nel maneggiare fascicoli, provvedeva ad informare o a diffamare chi gli interessava promuovere o rimuovere. Faceva parte di una rete colladuta di sodali che agivano nell'ombra ben coperti ma abili nel distriburi denari nelle tasche giuste. Sapeva fare carte false per raggiungere gli scopi sociali. L'ultimo l'avoro l'aveva concluso mesi prima riuscendo a forzare la mano a tutti così da far emergere la sua candidata che prima aveva trattata per bene.
Donna delle pulizia.
Faceva la sottoposta in quel ministero ma era una poveraccia. Aveva una bocca sghemba, camminava a fatica. Non sembrava neppure normale, date le sue orecchie a sventola e suoi denti all'infuori. Non aveva grandi qualità ed era nata e vissuta nella codardia. Per quello aveva preferito starsene tranquilla sottoposta a quel ministero dove l'infamone provvedeva a dargli ogni istruzione che lei eseguiva pedissequamente. Vestiva come una stracciona, non sapeva parlare ovvero le parole gli uscivano tutte impastate dalla bocca insieme alla saliva. Le sue narici era grosse con un naso sgraziato. Gli occhi gli giravano nelle orbite come due jo jo, che sembrava un po' strabica.
La Terza
Faceva il palo, presuntuosa, arrogante, sempre ubrica e tabagista. Si faceva anche di coca camminava in maniera dinoccolata e si sentiva forte solo quando era vicina al suo mastino. Occhi scavati , dalla tristezza e dal pianto. Agiva come la iena mangiando cadaveri putrefatti. Ma era la fida capace solo di mezzucci infami. Era stata pizzicata anche anni prima mentre faceva da pappona.
L' uomo delle pulizie.
Era biondo e magro, figlio di un lazzarone di padre, che nella sua vita si era alimentato di furti. Anche questo figliolo crebbe bene , e imparò subito l'arte del furto e della diffamazione. Era impotente e soffriva di questo grave handicap che sfogava nelle sevizie che imponeva ai bambini che riusciva a catturare, sequestrare, impaurire, violentare. Non agiva da solo ma aveva bisogno di complici con i quali spartiva le sue vittime. Pubblicamente si presentava quasi bello e pulito. Ma era la notte e di nascosto che con i suoi complici si riuniva a tramare la prosima violenza.
Non era una coppia ma un tris. Era ben nascosto tra le pieghe di quell'ufficio che distribuiva prebende. Sembrava innoquo e una brava persona. Era il Capo del Ministero dell'ufficio collocamento. Mentre le galline si azzuffavano a beccare e razzolare, lui piazzava i suoi uomini. Faceva parte della massoneria e ad essa rispondeva. Abile nel maneggiare fascicoli, provvedeva ad informare o a diffamare chi gli interessava promuovere o rimuovere. Faceva parte di una rete colladuta di sodali che agivano nell'ombra ben coperti ma abili nel distriburi denari nelle tasche giuste. Sapeva fare carte false per raggiungere gli scopi sociali. L'ultimo l'avoro l'aveva concluso mesi prima riuscendo a forzare la mano a tutti così da far emergere la sua candidata che prima aveva trattata per bene.
Donna delle pulizia.
Faceva la sottoposta in quel ministero ma era una poveraccia. Aveva una bocca sghemba, camminava a fatica. Non sembrava neppure normale, date le sue orecchie a sventola e suoi denti all'infuori. Non aveva grandi qualità ed era nata e vissuta nella codardia. Per quello aveva preferito starsene tranquilla sottoposta a quel ministero dove l'infamone provvedeva a dargli ogni istruzione che lei eseguiva pedissequamente. Vestiva come una stracciona, non sapeva parlare ovvero le parole gli uscivano tutte impastate dalla bocca insieme alla saliva. Le sue narici era grosse con un naso sgraziato. Gli occhi gli giravano nelle orbite come due jo jo, che sembrava un po' strabica.
La Terza
Faceva il palo, presuntuosa, arrogante, sempre ubrica e tabagista. Si faceva anche di coca camminava in maniera dinoccolata e si sentiva forte solo quando era vicina al suo mastino. Occhi scavati , dalla tristezza e dal pianto. Agiva come la iena mangiando cadaveri putrefatti. Ma era la fida capace solo di mezzucci infami. Era stata pizzicata anche anni prima mentre faceva da pappona.
L' uomo delle pulizie.
Era biondo e magro, figlio di un lazzarone di padre, che nella sua vita si era alimentato di furti. Anche questo figliolo crebbe bene , e imparò subito l'arte del furto e della diffamazione. Era impotente e soffriva di questo grave handicap che sfogava nelle sevizie che imponeva ai bambini che riusciva a catturare, sequestrare, impaurire, violentare. Non agiva da solo ma aveva bisogno di complici con i quali spartiva le sue vittime. Pubblicamente si presentava quasi bello e pulito. Ma era la notte e di nascosto che con i suoi complici si riuniva a tramare la prosima violenza.
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