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mercoledì 18 luglio 2018

Renato De Paoli QUESTION DE ACUA E DE TERA Le guerre nel secolo XIII XIV XV per il dominio del Padus Padusa Isole Sparse sul Po _ Cese , Mincio, Adese, Piave. Nelle memorie Dantesche_Vercellae  Macabo castel _ oggi S.Alberto a sud della laguna Comacchio in fronte a Ravenna
disfide veronesi bresciane bergamasche manto ane feraresi ravenate veneziane montagnanesi visentine  trevisane viscontee milanesi tosche_ cosimo 1 sec xv_coi oci de Dante, Acuto, Macchiavelli_ 

28 gennaio 2019 Lunedi ore 16:00
Bibiloteca internazionale la Vigna Vicenza
Cenacolo poeti dialettali


1277

Viene ucciso Mastino I della Scala.GIA’ PODESTA’ DE CEREA.
1278 i padovani occuparono Cologna e il Colognese, fra cui Spessa, della quale, (un lembo è amministrato da Orgiano) e in per quarantadue giorni, provocarono distruzioni.63
 
Nel trecento , va detto che l’opera ospedaliera sostenuta dagli Scaligeri che anche in questo mostraronomodernità e realismo. Sorsero molti ospedali dei “Battuti”. Dario Cervato, nella sua Storia della Diocesi di Verona, ne registra ventitrè, fra cui quelli di Roveredo, di Cologna Veneta, Albaredo, Ronco, Legnago, San Bonifacio, Soave, Illasi ed altri ancora.64
 

1277

SUCCEDE NELLA SIGNORIA ALBERTO I CHE SPOSERA' VERDE ISOLE BIONDE DESIGNA'

 
ALBERTO I SCALA SPOSA (forse in seconde nozze) Verde principessa Isolana nata a Bionde Isola sul Tre Regno, n, designà dale Isole Sparse.
 
  

1291 marzo 9 Verona

Verde Isolana designa’ da Bionde mete al mondo Francesco el futuro Cangrande Scala, concepio con SO MARI’ Alberto I Scala. Terzogenito. Fratelli maggiori Batolomeo I, Alboino I,
 
 
 

1294 novembre 11 Verona

Francesco Scala (futuro Cangrande I) è fatto cavaliere insieme con il fratello Bartolomeo e i cugini Niccolò Federico e Pietro.
 

1298

Francesco Scala (futuro Cangrande I) viene per la prima volta chamato “Canis magnus” nel testamento di Bonicontro, vescovo in Verona.
 
 1299
PAPA BONIFACIO VIII
 1300
FIRENZE BIANCHI E NERI

1301

Muore Alberto I Scala padre de Francesco futuro Cangrande. Alberto I era subentrato a Mastino I Scala , suo fratello ucciso nel 1277. Gradualmente riesce a sovrapporre alle istituzioni comunali una signoria di fatto: di questa beneficiano il figlio Bartolomeo(dal quale Dante ebbe "rifugio e ostello"), poi Alboino.
 
DANTE ALIGHIERI FUGGE DA FIRENZE BANDITO E BRACCATO , ACCUSATO DI BARATTERIA, CONDANNATO A MORTE ABBANDONA IN GIORNATA ROMA E I LEGATI PONTIFICI A CAUSA DELLA COALIZIONE VOLUTA DA PAPA BONIFACIO VIII ALLEATOSI CON CARLO I DI VALOIS , RE DI FRANCIA, FEDERICO D'ARAGONA, RE DI SICILIA,  GUGLIELMO DI MONFERRATO E ALESSANDRIA PER ROVESCIARE IL TRIUNVIRO FIORENTINO CON A CAPO DANTE ALIGHIERI.
CARLO I DI VALOIS 
nel 1301, inviò un esercito al comando del fratello, Carlo di Valois, che, giunto in Italia, col suo esercito fu indotto da papa Bonifacio VIII a intervenire a Firenze nel tentativo, almeno ufficialmente, di riportare la pace tra Guelfi bianchi e neri. Egli favorì i neri esiliando i bianchi dalla città nel 1301.
 


dal -

1303 - al - 1306 circa (prima ospitalità ) Dante Alighieri è ospite dei Scala e della Vedova Verde Isolana da Bionde moglie di Alberto Primo Scala a Verona.

 
Roma Firenze (ottobre-novembre 1301)
I Priori decisero di inviare una ambasciata a Roma per recuperare credito presso Bonifacio VIII.
Partirono in tre:
- Maso di Ruggerino Minerbetti
- Corazza da Signa
- Dante Alighieri.
Bonifacio VIII consigliò ai diplomatici fiorentini che due di loro tornassero a Firenze per riferire dei colloqui e che uno rimanesse a Roma.
Maso e Corazza tornarono. Dante rimase a Roma.
 
Firenze (1-7 novembre 1301)
Carlo di Valois arrivò alle porte di Firenze.
Dino Compagni richiese a Carlo di firmare una carta in cui il fratello del re di Francia si impegnava a non alterare lo stato politico della città.
Il Valois firmò tutte le richieste del Compagni.
Il primo novembre 1301 Carlo entrò in Firenze.
Poco dopo entrò in città anche l'esule Corso Donati, capo dei Neri.
Carlo, con un sotterfugio, arrestò i capi dei Bianchi.
Il 7 novembre i Priori chiamarono il popolo a raccolta, ma nessuno rispose al suono della campana.
I Neri presero il potere.
 
Firenze (27 gennaio 1302)
Il 27 gennaio 1302 si ebbe la condanna, firmata dal podestà Cante dei Gabrielli da Gubbio, dei seguenti esponenti dei Bianchi:
- Gherardino Diodati
- Palmiero Altoviti
- Lippo di Becca
- Orlanduccio Orlandi
- Dante Alighieri.
I cinque vennero condannati per aver resistito agli ordini del papa Bonifacio VIII, per avere ostacolato l'opera del pacificatore Carlo di Valois, ed inoltre per baratteria, concussione, corruzione elettorale, frode, estorsione, ecc.
Entro tre giorni dovevano pagare cinquemila fiorini ciascuno e restituire il maltolto. Venivano mandati in esilio per due anni. Erano interdetti in perpetuo dai pubblici uffici.
Trascorso il termine dei tre giorni i loro beni sarebbero stati confiscati o distrutti.
Dante seppe della condanna mentre era a Roma o ai confini della repubblica fiorentina.
Venne dichiarato contumace.
 
Firenze (10 marzo 1302)
Il 10 marzo 1302 venne emessa la condanna a morte a carico dei seguenti esponenti del partito dei Bianchi:
- Andrea dei Gherardini
- Lapo Salterelli
- Palmiero Altoviti
- Donato Alberti Ristori
- Lapo Ammuniti
- Lapo Biondi
- Gherardino Diodati
- Corso di Alberto Ristori
- Innami de Ruffoli
- Lippo di Becca
- Dante Alighieri
- Orlanduccio Orlandi
- Simone Guidalotti
- Guccio medico
- Guido Bruno Falconieri.
L'esecuzione prevedeva il rogo "...igne comburatur sic quod moriatur".
Dante aveva 37 anni.
Verona (maggio 1303)
Nel maggio 1303 Dante aveva raggiunto Verona, dove viene accolto  ospite alla corte di Bartolomeo I della Scala. Cangrande ha 13 anni ed è ancora balio.
 
Roma (ottobre 1303)
L'11 ottobre 1303 Bonifacio VIII morì.
Il 22 ottobre veniva eletto Benedetto XI.
A Firenze venne inviato il cardinale Niccolò da Prato come paciere tra i Bianchi e i Neri.
Dante appoggiò il cardinale e sperò vivamente nel successo della sua iniziativa.
All'epoca Aghinulfo da Romena era il capitano generale delle forze degli esuli.
Verona (marzo 1304)
Nel marzo 1304, muore Bartolomeo I Scala e Dante sembra andare in una città vicina a  Verona.
 
 
 
 

1304 Verona

Alboino I Scala è “signore”65
 
Perugia (7 luglio 1304)
Il 7 luglio 1304 a Perugia morì, probabilmente avvelenato, Benedetto XI e con lui le speranze di una soluzione pacifica della controversia tra Bianchi e Neri.
 
 
Lastra (20 luglio 1304)
Il 20 luglio 1304, nei pressi di Lastra alla Loggia, a cinque chilometri da Firenze, sulla strada per la Futa, nella valle del Mugnone, si riunirono le forze dei Bianchi e dei Ghibellini.
Baschieri della Tosa, che comandava uno dei principali gruppi di armati, non aspettò l'arrivo di tutti gli esuli e attaccò Firenze. Riuscì ad entrare da Porta San Gallo e ad arrivare fino a Santa Reparata.
La reazione dei Neri costrinse gli attaccanti a ritirarsi. Gli esuli che si stavano ancora concentrando a Lastra, alla notizia della sconfitta, si dispersero.
Fu l'ultimo serio tentativo dei Bianchi di rientrare in Firenze.
Dante, che all'epoca dei fatti era ad Arezzo, non fu coinvolto nella vicenda, perché ormai in disaccordo con gli altri esponenti dei Bianchi.
 
Treviso (estate 1304-estate 1306)
Dall'estate 1304 all'estate 1306 Dante fu  ospite di Gherardo da Camino a Treviso.

1306

Francesco Scala (futuro Cangrande I) “Canis magnus” (ha 15 anni) 
partecipa per la prima volta ad una operazione militare (a Palazzolo sull’Oglio ), in aiuto di Matteo Visconti.
 
Lunigiana (ottobre 1306-1307)
Alla morte di Gherardo da Camino, Dante parte per una ambasceria  in Lunigiana, dove fu ospite dei conti Malaspina.
Nel castello di Moroello Malaspina, esponente dei Neri, insieme a Dante fu ospitato anche Cino da Pistoia, che era stato dalla parte dei Neri.
La Lunigiana comprende l'area del bacino del Magra e di tutti i suoi affluenti, tra le odierne province di La Spezia e di Massa. Prendeva il nome dalla antica città di Luni.
A Dante venne affidata la missione di dirimere alcune controversie con il vescovo di Luni, residente a Castelnuovo Magra.
Il 6 ottobre 1306 l'accordo tra i Malaspina e il vescovo venne firmato.
 

1307

Francesco Scala (futuro Cangrande I) “Canis magnus” col fratello maggiore Alboino I Scala, comanda l’esercito veronese nella campagna militare contro gli Estensi a Ostiglia. (Ostilia Hos tilia).
 
Lucca margraviato veronese  (fine 1307-inizio 1309)
Tra il 1307 e il 1309 Dante fu a Lucca protettorato Imperial sclaigero del Margraviato,  Si ipotizza che nella città si fossero rifugiati Gemma Donati e i figli di Dante.

1308

Francesco Scala (futuro Cangrande I) “Canis magnus” diventa “capitaneus generalis comunis et populi Verone” in co-reggenza col fratello Alboino I Scala.68
 
1308
capitaneus generalis comunis et populi Verone”Francesco Scala (futuro Cangrande I) sposa Giovanna figlia di Corrado di Antiochia, (nipote di Federico II di Svevia.69
 
1308 giugno 19
capitaneus generalis comunis et populi Verone”Francesco Scala (futuro Cangrande I) in co- reggenza con il fratello Alboino I Scala sconfigge i guelfi bresciani (a Brescia)70
 
1308
Capitaneus generalis comunis et populi Verone”Francesco Scala (futuro Cangrande I) ha un figlio, a cui impone il nome di Ziliberto. (da una donna imprecisata scrive G.M.Varanini )71
 
1308
Capitaneus generalis comunis et populi Verone”Francesco Scala (futuro Cangrande I) Invia un contingente militare in sostegno dei ghibellini in Piacenza 72 (sul Po)
 
1308
Gualperto, è nel monastero di Baldaria, “in monasterioBaldarie”, monastero del movimento religioso-laicale degli “Humiliati”.73
Nel monastero di Baldaria Gualperto, fa rogare la procura con la quale istituiva suo fratello Giramonte come suo nuzio e procuratore presso il vescovo Altegrado per ottenre la divisione del feudo paterno, in modo da poter usare con libertà il patrimonio spettantegli. Gualperto sta nel monastero di Baldaria,conosciuto da Dante e citato nella Divina Commedia per via delle vesti che vi si lavoravano, “Inferno” canto XXIII. Gualperto è lì durante la permanenza di Dante ospite a Verona, Gualperto è lì come laico; è sposato e ha prole. Dal punto di vista storiografico non si conosce ancora bene tale monastero di Baldaria, che viene ascritto agli “Humiliati”.
Si sa, sia pure da data posteriore, che nei pressi del monastero era stato istituito un ospedale.Il mantese riporta un documento datato 1° luglio 1400, nel quale , parlando di un appezzamento , si dice che esso era “verso le terre dei frati Humiliati di Baldaria e presso i beni dell’ospedale di San Michele di Baldaria”, “versus iura fratum Humiliatorum de Baldaria... apud iura hospitalis San Michaelis de Baldaria.74
L’esplicito e ribadito favore della signoria Scala verso gli ospedali è attestato, essa li favorì e li finanziò perchè li sentiva come necessarie “opera charitatis, donde il nome di “Opere pie” rimasto per secoli agli ospedali.75


1 marzo 1310

Bolognesi e Ferraresi le milizie della famiglia Da Polenta Ravennati incendiano , distruggono, radono al suolo il castello presidio Veneziano a Marcabò ora Sant’Alberto a sud della laguna di Comacchio, Venzia per rappresaglia, incendiano il villaggio ravennate di Sant'Alberto, posto sul Padus Pado , Dante lo richiama alla memoria nella Commedia

marzo 1310

Per rappresaglia viene incendiata dai soldati veneziani la testa di ponte di Sant'Alberto sul Po di Primaro.

marzo 1310

Soldati di Venezia attaccano la località di Sant'Alberto bruciandola.

1316 circa

Nella fonte si legge: "Se mai torni a veder lo dolce piano che da Vercelli a Marcabò dichina". che da Vercelli a Marcabò dichina". che da Vercelli a Marcabò dichina".
Il curatore della "Divina Commedia", presa in esame, lo classifica come castello costruito dai Veneziani alla foce del Po di Primaro per proteggere i loro traffici marinareschi.
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ilano (23 dicembre 1310)
Il 23 dicembre 1310 Enrico VII arrivò a Milano, allora sotto il controllo di Matteo Visconti.
 

1310 novembre Verona

Cangrande I Scala co reggente con Alboino I Scala , invia una ambasciata a Milano per giurare fedeltà a Enrico VII di Lussemburgo, imperatore eletto.76
 
Milano (6 gennaio 1311)
Il 6 gennaio 1311 Enrico VII venne incoronato re d'Italia a Milano in Sant'Ambrogio. Si dice che Dante, quarantasei anni, fosse presente alla cerimonia.

1311 febbraio 11 Verona

Cangrande I Scala (ha 19 anni) co reggente con il fratello Alboino, rinuncia “in occulto” al capitaniato di Verona, essendo stato nominato da Enrico VII , vicario imperiale in Verona.77
 
1311 marzo ,7,
Cangrande I Scala (Francesco) , con il fratello Alboino I Scala, è nominato vicario imperiale di Verona.78
 
1311 aprile, 14, 15.
Cangrande I Scala (Francesco ,Alberto II, Can,)partecipa alla conquista di Vicenza (fino allora governata dal Comune di Padova) da parte di un contingente militare imperiale.79
 
1311 maggio ottobre
Cangrande I Scala (Francesco, Alberto II, Can) partecipa all’assedio di Brescia (da parte dell’esercito di Enrico VII)
 
1311Verona
E’ “Signore” il veronese Cangrande (prima Francesco, poi Alberto II , poi Can e Poi ancora Cangrande) della scala,dedicatario del paradiso di Dante.
Conduce una politica vigorosamente espansionistica che investe via via Vicenza,Feltre,Belluno,Padova e Treviso.
 
1311
Con l’investitura imperiale di Cangrande Scala a vicario di Vicenza nel 1311 finì la dominazione padovana sul Vicentino.Tale designazione imperiale, al solo annuncio, provocò l’immediata reazione di Padova che iniziò un periodo di guerriglia infuocata80 che durò dal
 
1311 ottobre
Cangrande I Scala (Francesco), accompagna Enrico VII a Genova.81
 
1311 fine novembre dicembre
Cangrande I (Francesco figlio di Alberto I e Verde Isolana Bionde) alla notizia della malattia del fratello Alboino rientra a Verona.82
Finisce la co- reggenza col fratello e diventa Signore in Verona.
 
Firenze (settembre 1311)
Nel settembre 1311 il podestà Baldo d'Aguglione concesse l'aministia agli esuli fiorentini. Furono esclusi: gli Uberti, i Cerchi, Giano della Bella, i Portinari, gli Alighieri.
 
Pisa (marzo 1312)
Nel marzo 1312 Dante fu a Pisa dove risiedeva l'imperatore Enrico.
Firenze (1312)
L'Imperatore Enrico  rimase bloccato nel nord Italia molti mesi perché alcune città non vollero sottomettersi. Dovette conquistare Crema, Cremona, Brescia e affidarle ai Scala .
Finalmente arrivò di fronte a Firenze.
Il Comune chiuse le porte e rifiutò di avviare qualsiasi trattativa. Lucca e Bologna si schierarono con Firenze.
Ad Enrico non rimase che continuare il viaggio verso Roma.
Dante rimase deluso.
Verona (1312)
Dal 1312 Dante torna alla corte degli Scala a Verona. Lo accoglie  Cangrande I (che ha 21 anni) .
Rimarrà ufficialmente  nella città veronese sei anni fino di sicuro al 1318.
Dante Alighieri Inferno (1304-1314)
L'opera  pubblicata a Verona nel 1314 a spese e cura di Cangrande I e le Isole Sparse.
Probabilmente era stata completata nel 1309.
34 Canti della lunghezza media di 140 versi.
Dante alighieri Purgatorio (1310-1315)
L'opera venne pubblicata a Verona nel 1315 a spese e cura di Cangrande I .
Probabilmente era stata completata nel 1313.
33 Canti della lunghezza media di 140 versi.
Firenze (19 maggio 1315)
Per compattare la città, Ranieri di Zaccaria da Orvieto, vicario angioino per Firenze, il 19 maggio 1315, concesse una amnistia a tutti gli esuli, purché pagassero una multa e portassero la rituale offerta il giorno di San Giovanni.
Il 24 giugno Dante non si presentò.
Non poteva accettare l'infamia della multa e il marchio dell'offerta.
Firenze (settembre 1315)
Nel settembre 1315 venne rinnovata l'amnistia per gli esuli. Dante rifiutò per la seconda volta.
Paradiso (1316-1321)
L'opera venne pubblicata postuma.
Dante vi lavorò nel periodo ravennate e nell'ultima parte del periodo veronese.
Da vwuikipedia
L'Epistola XIII a Cangrande I della Scala, risalente agli anni tra il 1315 1317, è l'ultima e la più rilevante delle tredici epistole dantesche attualmente conservate; essa contiene la dedica del Paradiso al signore di Verona, nonché importanti indicazioni per la lettura della Commedia:  con le condizione dei condannati ai  bagni penali ovvero le "anime morte", e il lieto fine conclusivo, dato che la finalità dell’opera è anche  speculativa.
 
La datazione, è evinta da segnali interni all'epistola: così si è stabilito che il termine post quemè il 1315, data della stesura del Paradiso, il termine ante quem è invece il 1320, e poi per i riferimenti a Cangrande nell'epistola definito "victorioso" su Padova[1].
 
Dante dedica al suo protettore, il signore di Verona Cangrande della Scala, la terza cantica della sua opera maggiore:
 
 
« [...] propter hoc munuscula mea sepe multum conspexi et ab invicem segregavi, nec non segregata percensui, digniusque gratiusque vobis inquirens. Neque ipsi preheminentie vestre congruum comperi magis quam Comedie sublimem canticam, que decoratur titulo Paradisi; et illam sub presenti epistola, tanquam sub epigrammate proprio dedicatam, vobis adscribo, vobis offero, vobis denique recommendo. »
Epistola XIII, capp. 10-11)
 
« [...] sovente ho esaminato i miei molti compensi e li ho differenziati e poi vagliati, alla ricerca del più degno e gradito a Voi. E non ne ho trovato uno più degno e congruo quale compenso adeguato alla Vostra eccellenza più di quella sublime cantica della Commedia che ha per titolo Paradiso;e questa, con la presente lettera, come a Voi consacrata con propria epigrafe, a Voi la intitolo, la offro, e la raccomando. »
(Traduzione di Epistola XIII, capp. 10-119 )
33 Canti della lunghezza media di 140 versi.
DANTE LASCIA  LA RESIDENZA DI VERONA 1318
(Dante AlighieriEpistulae Dedica della cantica del Paradiso a Cangrande I Scala
(IT)
« Al magnifico e vittorioso signore, signor Cane Grande della Scala, Vicario generale del Santissimo Impero Cesareo nella città di Verona e presso il popolo di Vicenza, il suo devotissimo Dante Alighieri, fiorentino di nascita e non di costumi, augura una vita felice per lungo tempo, e perpetuo accrescimento della gloria del suo nome»
 
(LA)
« Magnifico atque victoriosissimo Domino, Domino Kani Grandi de la Scala, sacratissimi Cesarei Principatus in urbe Verona et civitate Vicentie Vicario Generali, devotissimus suus Dantes Alagherii, florentinus natione non moribus, vitam orat per tempora diuturna felicem, et gloriosi nominis perpetuum incrementum. »
 
 
Piacenza e Mantova (1318)
Nel 1318 Dante lasciò Verona.
Si diresse a Piacenza e poi a Mantova. Infine si recò a Ravenna.
 
 
Cangrande guerreggia
dal 1311 al
 
1318.
 
I luoghi degli scontri furono diversi, ma si ha notizia circa lo “explanacione Leonici, spianamento di siti fortificati in Lonigo. 83
 
.

1312

Cangrande I Scala , inizia la campagna militare contro Padova, ribelle all’imperatore EnricoVII.84
 
1312 aprile - giugno
Cangrande I Scala conduce con alterne vicende la guerra contro Padova nel vicentino (Longare, Lonigo).85
il
1312
fu un anno funestissimo per gli scaligeri: gli scaligeri occuparono e dettero alle fiamme Montagnana, e i padovani occuparono Noventa Vicentina e Poiana e poi imperversarono sui Colli Berici dando alle fiamme ventisette villaggi, a partire da Orgiano, come scrisse Mussato.86
1312 giugno 29, I padovani raggiunsero Cologna appiccando ovunque incendi.87
I padovani assaltano il castello in Lonigo, ma furono respinti e allora “l’esercito padovano ripiegò su Orgiano”, dove si sarebbe rifocillato vendicando la sconfitta.88
 
1312

1313

Cangrande I Scala, prosegue la guerra contro Padova .
Cangrande I Scala invia contingenti militari a sostegno dell’imperatore e dei ghibellini in Lunigiana e a Modena.89
 
 
 
1313
I padovani si erano avvicinati alle porte di Verona, saccheggiando, e incendiando, ma furono respinti e nella ritirata verso Padova, infierirono su Meledo, Sarego, Lonigo, Orgiano e Barbarano.90
 
 
1313 maggio
Cangrande I Scala, si allea anche con Enrico II, conte di Gorizia,91 per sottomettere Padova.
 
1313 agosto 24
Muore l’imperatore Enrico VII92
 
1313 novembre
Cangrande I Scala , dopo la morte dell’imperatore Enrico VII, conduce ulteriori campagne militari contro Padova.93
 

1314 settembre 16 - 17

Cangrande I Scala partecipa alla battaglia di borgo San Pietro in Vicenza, contro i Padovani (con decisivo intervento personale94 di Cangrande I Scala)
 
1314 novembre
Cangrande I Scala stipula un trattato di pace con Padova.95
 
 
 

1315

governa l’episcopio Sperandio, s’infeudano ed operano in sintonia nel vicentino gli scaligeri:Giacomo Tempraini ; Pietro, Giacomo, e Franceschino, figli di Capuccio (sono i tre fratelli Fracanzani) , Giovanni Scala, della corte scaligera e poi Cortesia de Seratico (da Sarego) capitano generale dell’esercito scaligero; Matteo Orgiano, umanista cancelliere alla corte di Antonio Scala.96
Giacomo Temprarini fu vicario generale del vescovo in Vicenza che era Francesco Temprarini, suo fratello. Giacomo governò il patrimonio dell’episcopato vicentino grazie alla sua formazione di “decretorum doctor” dal quale aveva già ottenuto sotto l’episcopato di Sperandio, dal quale nel 1315 aveva ottenuto un feudo in Orgiano.97
 
Giacomo Temprarini, divenne anche canonico della pieve di Orgiano, oltre che della cattedrale di Vicenza e il patrimonio così acquisito, da lui passerà ai suoi figli, dato che era, si , canononico, ma sposato.Anzi, ed è cosa singolare quella che scrive Maria Grazia Bulla Borga, Giacomo Temprarini, nei documenti viene spesso chiamato “reverendo”, come si legge nel libro I delle Collationum, a p. 24. 98
Giacomo Temprarini, nel suo ruolo di “vicario generale”del vescovo in Vicenza gli era permesso di conoscere gli affari patrimoniali diocesani e di intervenire secondo la sua discrezione.99 Giacomo Temprarini operò dal 1315 al 1335.100
1315 Pietro Temprarini, (padre di Giacomo e Francesco), aveva ottenuto dal vescovo Sperandio un feudo patrimoniale in Orgiano.101
 
 
1315
Cangrande I Scala, partecipa personalmente alla campagna militare in Toscana in aiuto dei ghibellini toscani (battaglia di Montecatini); insieme con Passerino Bonacolsi signore di Mantova e attacca102 il Cremonese e il Parmense.
 
 

1316 Pietro Temprarini, (padre di Giacomo e Francesco), aveva ottenuto dal vescovo Sperandio un feudo patrimoniale in Orgiano, si arrichisce ancora con altra investitura e poi con acquisti.103

 
1316 agosto
Cangrande I Scala, si allea con Guecellone da Camino signore di Feltre e con Enrico II conte di Gorizia.104
 
1316 In Orgiano , si ricorda tale Cortesia anche nello spoglio delle infeudazioni orgianesi, fra i beni rinnovati ai figli di Michele da Perugia, c’è un possedimento situato nella contrada del Casale e il luogo infeudato confinava con quello abitato da Fiordalice Da Sarego, “apud dominam Flordelicem de Seraticho”. E’ possibile che tale donna Fiordalice Da SaREGO, ZIA DEL CAPITANO Cortesia e , dato il suo “status” nobiliare, è possibile che abitasse in Orgiano in quanto moglie di uno degli Orgiano; ma Maria Grazia Bulla Borga NON HA TROVATO IL documento per affermalo con certezza.105
 
Cortesia fu signore di Spessa di Orgiano, , e qui aveva i suoi parenti, anche se continuava ad avere beni in Sarego, Grancona e a Barbarano.106
Nel

1317 gli scaligeri si spinsero ad Est arrivando fino a conquistare Montagnana.

 
1317 marzo 16
Cangrande I Scala, presta giuramento di fedeltà a Federico re dei Romani ed è da lui nominato vicario imperiale di Verona e Vicenza.
 
1317 primavera
Cangrande I Scala , (vicario imperiale di Vicenza e Verona) attacca Brescia e il bresciano, a sostegno dei ghibellini bresciani.107
 
 
1317 maggio 22
Cangrande I Scala, sventa un tentativo del Comune di Padova e dei guelfi vicentini e veronesi di riconquistare Vicenza (battaglia di Vicenza).108
1317 estate
Cangrande I Scala rifiuta le “avances” dei rappresentanti di papa Giovanni XXII.Combatte a Cremona e Parma a sostegno dei ghibellini.109
1317 autunno
Cangrande I Scala, riprende le ostilità con Padova.110
1317 dicembre
Cangrande I Scala, conquista Montagana, Este, Monselice.111

1318 gennaio febbraio

Cangrande I Scala, conquista Piove di Sacco e combatte sotto le mura di Padova.112
 
1318 febbraio
Cangrande I Scala, è alle porte di Padova e Padova capitola firmando la pace.113
 
1318 aprile 6,
Cangrande I Scala è scomunicato dal papa non avendo rinunciato al titolo di vicario imperiale.114 “capitaneus ect rector societatis et unionis dominorum et fidelium Imperii in Lombardia”115
La signoria scaligera, produsse un grande cambiamento storico che vide il formarsi dello “stato regionale”116 , stato che voleva superare le antiche patrie-matrie locali o Isole città stato federate, cambiando i principi di antica convivenza, voleva Cangrande I, ridisegnare la giurisdizione Isolana, aggregando le varie Isole, in maggiori e minori per disporne in un diverso schieramento militare.
La Signoria Scaligera con Cangrande si estese nel vicentino, strappando la città ai Padovani che si videro deviare l'acqua del fiume Bacchiglione nel Bisatto. Arrigo VII lo nominò vicario imperiale e forte dell'alleanza con i ghibellini e tenace combattente allargò i domini scaligeri fino a Feltre, Belluno, Treviso finanche Padova. Venne eletto " capitano e rettore dell'alleanza e dell'unione dei signori e dei fedeli dell’impero in Lombardia" nella dieta di
 
Soncino del
1318 dicembre, un'alta carica onorifica militare che gli permise di gestire uomini e denaro per allargare l' influenza ghibellina nel Veneto.117 Nonostante la scomunica del papa successore di Clemente V, Giovanni XXII, perché non rifiutava l'alleanza con l'Imperatore, perseguì la sua politica di vicario imperiale, insieme a Matteo Visconti, signore di Milano e a Passarino Bonaccolsi, signore di Mantova, ospitando artisti e letterati illustri come Dante Aliglieri. Il poeta era già stato ospite di Bartolomeo della Scala, qualche anno prima, ma ora con il fratello poteva condividere gli alti ideali politici, cosicché in questa città soggiornò per sei anni, non era l'unico fiorentino, numerosi toscani vivevano a Verona, come lui esuli per motivi politici, come le famiglie bianche ghibelline dei Da Lisca, i Cipriani, gli Uberti, gli Alberti, i Baldi, i Giusti, altri per ragioni commerciali.Infatti vivace era l'attività commerciale della "città marmorina", 44 associazioni di mestiere, "misteria", su 40.000 abitanti, controllate dal signore concordandosi con i gastaldioni, o capi delle corporazioni.118
Verona crebbe all'interno delle mura civiche, sparirono le ultime case dal tetto di paglia, venne costruita una rete fognaria e furono vietati, pena salatissime multe, gli scarichi nell'Adige; Cangrande fece costruire anche il Palazzo della signoria, l'attuale Prefettura, che trasformò in corte pre-rinascimentale, così la dipinge Manoello Giudeo in "Bisbidis"
 
"Qui vengon poi feste, con le bionde teste,
qui son le tempeste d'amore e d'amare.
Si trovan fantesche tutt'hora più frache
a menare le tresche, trottare et ambiare.
L'una fa: - così? - et l'altra : - pursì -
et l'altra : - sta qui, chio vo per tornare.
in quell'acqua chiara, che il bel fiume schiara,
la mia donna cara vertù fa regnare.
Ch'amor en'la sala del sir della scala.
Quivi senza ala mi parea volare,
ch'io non mi credea di quel ch'io vedea;
ma pur mi parea in un gran mare stare.
Baroni et marchesidi tutti i paesi,
gentili et cortesi, qui vedi arrivare;
quivi Astrologia con Philosophia
et di Teologia, urdai disputare;
quivi Tedeschi, Latini et Franceschi
Fiamminghi e Ingleschi insieme parlare."
 
Così lo dipinge un poeta veronese del Novecento, Fra' Giocondo:
".....ghe piasea Verona
col so vecio San Zen, le ciese bele,
i montesie distiradi a corona
e i merli rossi de le toresele;
e l'Adese che alegro e verdesin
zugava co' i mulini e co' la rua,
el someiava a l'Arno fiorentin,
così che 'l se sentiva a casa sua."
 
In effetti Dante godette dell'agio della corte Scaligera e potè dedicarsi alla stesura della III Cantica, il Paradiso, e, secondo una tradizione accreditata, sembra essere Cangrande il Veltro, futuro Salvatore d'Italia. (119) così Anna Maria Ronchin Nel tempo della Dea )
Ravenna (primavera 1318)
Dalla primavera del 1318 Dante vive a Ravenna alla corte  di Guido Novello da Polenta, Signore della città.
 
 
 
 
1319 aprile
Cangrande I, Scala, attacca con Passerino Bonacolsi
a Reggio Emilia.
 

1320 gennaio 5

Cangrande I Scala, stipula un armistizio con Federico il Bello e con Padova.121
 
1320 Verona,
Dante Alighieri pronuncia la sua tesi “ de tera e de acua”.
Nel vicentino Orgiano, Isola Noventa, Isola Poiana Maggiore, nella prima metà del secolo XIV si pareggiavano per popolazione e ricchezze,122
ma lantico equilibrio viene spezzato ad opera di uomini e tre istituzioni : il pevanìa, il capitaniato, e il vicariato.123
 
Avignone (1320)
Nel 1320 il cardinale francese Bertrando del Poggetto venne nominato legato pontificio in italica penisola con il compito di perseguire eretici e Ghibellini.
 
1320 giugno 18
Cangrande I Scala è nuovamente scomunicato da papa Giovanni XXII
 
 
Quaestio de aqua et terra (1320)
In latino.
A Verona viene letta da Dante.
Tratta del livello relativo dell'acqua e della terra.
 

Questa questione filosofica  fu definita da me, Dante Alighieri, il minimo dei filosofi, durante il dominio dell'invitto Signore messer Cangrande della Scala, Vicario del Sacro Romano Impero, nell'inclita città di Verona, nel tempietto della gloriosa Elena , davanti a tutto il clero veronese , fatta eccezione di alcuni che, ardendo di troppa carità, non accettano gli inviti degli altri  e, per troppa umiltà poveri di Spirito Santo, rifuggono dall'intervenire ai loro discorsi per non sembrare riconoscere l'eccellenza degli altri 

Ciò avvenne nell'anno 1320 dalla nascita di nostro Signore Gesù Cristo, nel giorno di domenica — che il suddetto Salvatore nostro, mediante la sua gloriosa nascita e la sua mirabile resurrezione, ci indicò come giorno da venerare — il quale allora cadeva il 20 gennaio 1320

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A Venezia (1321)

Nel 1321 Dante si reca a Venezia come ambasciatore di Guido Novello DA POLENTA_ PER COMBINARE UNA PACE_ PER I CONTESI DELLA PADUSA _ CASTEL MARCA BO ( AVANPOSTO VENEXIA ) ORA S.ALBERTO.

Morte di Dante (14 settembre 1321)  velenà

Dante morì nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321. Aveva 56 anni. Aveva trascorso gli ultimi venti in esilio. Cangrande I Scala ha 30 anni.

1323 marzo 22

Cangrande I Scala stipula un accordo commerciale con la Republica Venexia.124
 
 
1323
Ziliberto , figlio di Cangrande I Scala “capitaneus generalis comunis et populi Verone”, viene legittimato, il figliolo ha 15 anni.
 
In Orgiano, è registrata nel

1324 la presenza di un”arciprete” titolo che implicava l’istituto del pievania e la presenza de na “cesa” trasformata in pieve.125

 

1325 luglio

Cangrande I Scala, sventa un attacco contro Vicenza, si ammala, reprime la congiura ordita da Federico Scala.126
 

1326 a Orgiano la cesa è espressamente chiamata pieve127

1326 A Orgiano si costituì il capitolo dei canonici.128

1328 agosto

Cangrande I Scala appoggia il colpo di stato dei Gonzaga a Mantova.
 
1328 novembre
Cangrande I Scala , assiste al matrimonio , da lui voluto , fra Massimo Scala e Taddea da Carrara e investe 38 cavalieri (fra cui il figlio illegittimo Francesco129 II)
 
Il


1328 settembre 10
Cangrande I Scala, entrò in Padova.130 ,
 

1329 febbraio

Cangrande I Scala tenta la conquista di Mantova.131
1329 marzo 12
Cangrande I Scala, è nominato cittadino Veneziano.132
 
1329 aprile 16
Cangrande I Scala, presenzia al convegno dei ghibellini a marcaria con Ludovico il Bavaro ottenendo la concessione del vicariato di Mantova; conduce trattative col legato papale.133
 
1329 luglio 18, Treviso.
Cangrande I Scala (Francesco)“capitaneus generalis comunis et populi Verone”entra in trionfo a Treviso.
 
1329 luglio 19, Treviso.
Cangrande I Scala , Come sua residenza , “scelse”, il vescovado, governato da quel giorno da un “miles” prestigioso e autorevole come pochi tra i collaboratori scaligeri:Pietro Dal Verme.(forse nel cambio della guardia un cibo o una bevanda avvelenata entrano nel palazzo e arrivano proprio al destinato Cangrande Scala I).
 
1329 luglio 20 Treviso stanze del Vescovado.
Cangrande I Scala, giacque malato. Sono ore drammatiche.Comparvero , quindi i sintomi dell’intosicazione, caratterizzati da vomito, e irritazione gastroenterica con diarrea, come con singolare esattezza clinica riferiscono le fonti”corporex fluxus stomachique dolor acutus”, “fluxus obiit”, “fluxus ventris et febrem ob laborem exercitus”.Il laboratorio di Chimica e microscopia Clinica del Policlinico di Verona hanno permesso l’identificazione , in concentrazioni importanti , di composti immunoreattivamente simili ai glucosi, digossina, e digitossina, principi attivi della digitale . La digitale contiene composti etremamente attivi sulla funzione cardiaca (digossina e digitossina). La potenza farmacologica di tali molecole si accompagna ad un elevatissimo potenziale tossico che si può classificare anche tra i più importanti veleni. Su questa base dunque i composti digitalici identificati con diversi metodi nei tessuti prelevati dal corpo di Cangrande I Scala, possono essere riferiti a una somministrazione intenzionalmente tesa all’avvelenamento.134
Non si può escludere che l’utilizzo di , Urginea Marittima, o digitalis purpurea) queste piante i cui effetti erano ben noti nella farmacopea medievale , fosse più decisamente motivato dall’intenzione di avvelenare Cangrande Scala I, così come riferito , da fonti , più tarde.135
Si può anche ricordare il giusquiamo:pianta erbacea dai cui semi si estraggono alcaloidi,(Hyosyamus niger), noto nell’antichità e presente nella farmacopea medievale per le proprietà calmanti , analgesiche, quando non adirittura come veleno: è un estratto di giusquiamo che Claudio versa nell’orecchio del fratello addormentato nell’Amleto di Shakespeare. Alto 30 - 80 cm, ha come abitat i ruderi e le cae di pietra dal mare alla montagna, nei climi temperati ma anche in quelli più freddi, e fiorisce al caldo , da maggio a agosto, erbacea annuale, o biennale, delle solanacee con fusto peloso , vischioso, fiori gialli, venati di viola, dai cui semi si estraggono gli alcaloidi.
 
 
Guercellone Tempesta si fa firmare da Cangrande I Scala, morente, un privilegio molto importante. Il documento che porta la data 20 luglio 1329 che conferma a Guercellone tutti i diritti giurisdizionali sul castello di Noale(precisando una formula alquanto inusuale , assumendo cioè come punto di riferimento il funzionamento della Signoria dei Conti Collalto), e la carica di capitano in Treviso per lo scaligerocon un salario di 1000 lire.Negli ultimi atti Cangrande Scala I si riconcilia coi guelfi?
Atti di saggezza politica, del signore morente, o al contrario il frutto di una trattativa che approfitta dell’agonia e della assenza coscienza?
Marsilio da Carrara assume un ruolo di “investito” o di delega per il governo di Padova, e di li a poco avrebbe conferito il titolo di “alter dominus Marchie” ad Alberto I Scala e Mastino II.136
 
1329 luglio 21 Treviso guerra di
Cangrande I Scala ( Francesco) , giacque (avvelenato ) malato sic.
 

1329 luglio 22,sabato,mattino Treviso.

il dì de la Maddalena”

Cangande I Scala Muore ( avvelenato (137) lo sapremo ufficilamente solo nel 2004, fino ad allora gli storici hanno dato la colpa ad una bibita ghiacciata. sic.)

Cangrande I Scala (già Francesco, già Alberto II, già Can, già “capitaneus generalis comunis et populi Verone”Francesco Scala, poi salito con il nome del padre Francesco II, poi Can e poi can grande.).
Era nato il 9 marzo 1921 da Alberto I Scala Verde Isolana Bionde designà .138
 
 
Tanto sulle rive del Sile che su quelle dell’Adige la situazione è assai delicata.139
 

1329 luglio 23

Lettera con la quale Alberto III e Mastino II Scala annunziano ufficialmente al Comune di Treviso (?) la morte di Cangrande I Scala, e la loro elezione.140
 

In poche ore, era stata giocata attorno al cadavere del signore una difficile partita, risoltasi a favore di Mastino II e Alberto141 III Scala

 
 

S’impone il problema della successione. Piero Dal Verme,assume il controllo militare di Treviso e del distretto, ed è anche podestà. A Verona era podestà del Comune Ugolino da Sesso e bisognava far presto ad effettuare la successione, per sancire la trasmissione dei poteri ai successori designati, AlbertoIII Scala, e Mastino II Scala. E qui bisogna analizzare bene le fonti con particolare attenzione ai tempi e alla successione degli eventi.142

 
 
 

1329 dicembre

Ziliberto e Bartolomeo, figli naturali (il primo legittimato) di Cangrande I Scala,(assassinato), ritenuti colpevoli di un “crimen lesae maistatis”; avevano preso qualche iniziativa - contro gli zii, Mastino II Scala e Alberto III Scala, per rivendicare una successione diretta.(143)

Ziliberto , figlio di Cangrande I Scala, viene “giustiziato”(144) dallo zio Mastino Scala II che aveva preso il potere. (come in Sakespeare, Amleto)

Ziliberto (Scala figlio di Francesco Scala alias Cangrande ) aveva 21 anni.



1329

A Cangrande I (Francesco Scala) viene usurpato da Scala che si prende il nome di Mastino II. Scala Mastino II estende il dominio su Brescia,Parma, Lucca. Scala Mastino II porta il suo dominio e di Verona capitale della Marca alla massima espansione. Scontenti i cronachisti scrivono dopo la caduta Scala: “Gli Scaligeri sia con la violenza sia con l'introdurre abati di importanti conventi dei loro bastardi, erano riusciti a farsi infeudare i possessi più importanti, tra questi Minerbe. 145

 
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Anna Maria Ronchin, Nel tempo della Dea, Edar, 2006, Vicenza.
Gian Maria Varanini in, A.A. V.V. Cangrande della Scala, La morte di cangrande della scala. Strategie di comunicazione intorno al cadavere, Marsilio, 2004,
Grafiche Nardin, Cà Savio, Cavallino Treponti, (Venezia).
Per avere la prova dell’avvelenamento bisognerà attendere l’anno 2004. Vedi Indagini tossicologiche Franco Tagliaro,Federica Bortoletti, Rossella Gottardo, Giorgia De Paoli,Jennifer P. Pascali , pag. 61,in Cangrande della Scala, a cura di Paola Marini, Ettore Napione, Gian Maria Varanini, Marsilio, 2004, Grafiche Nardin, Cà Savio, Cavallino Treponti, (Venezia).
Maria Grazia Bulla Borga , Orgiano fra Duecento e Trecento, F.lli Corradini Editori, novembre 2007, Urbana, Padova.


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1371

La villa di Sant' Alberto è ricordata con una popolazione di centodieci anime e ventidue focolari.

XVI secolo

A partire dal XVI, secolo la località dove sorgeva il castello di ( MARCA BO’ ) Marcamò si appropria ( cambiandogli di nome delle proprietà Venete appartenenti alla giurisdizione del castello Marca Bo). L’abbazzia di San Viatale si appropria della giurisdizione gli cambia nome da Marcabo gli da il nuovo nome di Mandriole, ed insinuandosi nella proprietà.

2 settembre 1541

In un documento catastale è ricordata l'esistenza in passato del castrum Marcabò: "Positu in Territorio Ravennae, in Insula Palazzoli iuxta passum Primary", terreno ora di proprietà dell'abbazia di San Vitale di Ravenna.

2 settembre 1541

Il territorio dove sorgeva il "castrum Marcabò", "positum in Territorio Ravennae in Insula Palazzoli juxta passum Primarij", appartiene al monastero di San Vitale di Ravenna.

2 settembre 1541

In un atto si legge che il terreno dove si trovava il "castrum Marcabo" è affittato dal monastero di San Vitale di Ravenna.

19 marzo 1550

Nella fonte si legge: "Andreas Chelinus fit Pror fisci Rav. & Castri S. Alberti".

1589 circa

Secondo la tradizione, alla fine del XVI secolo il "Castrum Marcamoy" è chiamato dagli abitanti di Sant'Alberto e dai Ravennati "Marcamoum".
Il castello è ovviamente già scomparso da tempo.

1604

Alcune modifiche del territorio portano la villa di Sant' Alberto a destra del Po di Primaro, a dodici chilometri in linea retta dalla foce.

1672 circa

Il Padre Matarelli scrive: "Il castello di Marcabò de Bolognesi posto vicino, e sopra alla strada del Corriero, fosse lontano già quattrocento anni fa quasi cinque miglia dal Mare".

1767

Il Po di Primaro, col passare dei secoli, non avendo più risorse d'acqua sufficienti viene abbandonato dalla navigazione divenuta precaria e difficoltosa, finché il governo pontificio ne delibera l'immissione sul suo letto del fiume Reno perdendo così il suo antico nome.
Le terre di Marcabò dal XVIII secolo a oggi si trovano sulla destra del nuovo fiume, detto Reno.

1793 circa

La località di Sant'Alberto rimane alla destra del fiume, nel territorio di Ravenna, conservando alcune abitazioni a sinistra, nel Ferrarese.

1793

Il luogo dove sorgeva il castello è ora detto di Sant'Alberto e rimane alla destra del Po di Primaro nel territorio di Ravenna.

4 agosto 1849

Giuseppe ed Anita Garibaldi sono accolti nella fattoria Guiccioli posta nella landa di (Marcabo) Marcamò.

XX secolo

Il nome rimane tutt'ora ad una zona in passato paludosa ed oggi bonificata, compresa tra l'antico corso del Lamone, occupato dal canale di bonifica destra del Reno, e l'antico corso del Po di Primaro, occupato oggi dal Reno.

1911

Parte del terreno in località ( Marcabo’) Marcamò passa alla Federazione delle Cooperative della Provincia di Ravenna.

1913

Tommaso Casini cerca di spiegare il nome del"Castrum Marcamoy" come "Marco ha mo'" da intendersi come "San Marco, Venezia, mi possiede ora".
Per il Solmi la variante "Marcamò" non è altro che la forma volgare di "Marcabò" per quel processo di assimilazione da m-b a m-m. Per il Pini si deve invece ipotizzare una prima forma in Marcamoy, dal greco "Marco a me!", parola della quale si perde il significato e viene trasformata in Marcabò più facile e assimilabile ad altri nomi.


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