Renato De Paoli QUESTION DE ACUA E DE TERA Le
guerre nel secolo XIII XIV XV per il dominio del Padus Padusa Isole Sparse sul Po _ Cese
, Mincio, Adese, Piave. Nelle memorie Dantesche_Vercellae Macabo castel _ oggi
S.Alberto a sud della laguna Comacchio in fronte a Ravenna
disfide veronesi bresciane bergamasche manto ane feraresi ravenate veneziane montagnanesi visentine trevisane viscontee milanesi tosche_ cosimo 1 sec xv_coi oci de Dante, Acuto, Macchiavelli_
28 gennaio 2019 Lunedi ore 16:00
Bibiloteca internazionale la Vigna Vicenza
Cenacolo poeti dialettali
1277
Viene
ucciso Mastino I della Scala.GIA’ PODESTA’ DE CEREA.
1278
i padovani occuparono Cologna e il Colognese, fra cui Spessa, della
quale, (un lembo è amministrato da Orgiano) e in per quarantadue
giorni, provocarono distruzioni.63
Nel
trecento , va detto che l’opera ospedaliera sostenuta dagli
Scaligeri che anche in questo mostraronomodernità e realismo.
Sorsero molti ospedali dei “Battuti”. Dario Cervato, nella sua
Storia della Diocesi di Verona, ne registra ventitrè, fra cui quelli
di Roveredo, di Cologna Veneta, Albaredo, Ronco, Legnago, San
Bonifacio, Soave, Illasi ed altri ancora.64
1277
SUCCEDE NELLA SIGNORIA ALBERTO I CHE SPOSERA' VERDE ISOLE BIONDE DESIGNA'
ALBERTO
I SCALA SPOSA (forse in seconde nozze) Verde principessa Isolana nata
a Bionde Isola sul Tre Regno, n, designà dale Isole Sparse.
1291 marzo 9 Verona
Verde Isolana
designa’ da Bionde mete al mondo Francesco el futuro Cangrande
Scala, concepio con SO MARI’ Alberto I Scala. Terzogenito. Fratelli
maggiori Batolomeo I, Alboino I,
1294 novembre 11 Verona
Francesco
Scala (futuro Cangrande I) è fatto cavaliere insieme con il fratello
Bartolomeo e i cugini Niccolò Federico e Pietro.
1298
Francesco
Scala (futuro Cangrande I) viene per la prima volta chamato “Canis
magnus” nel testamento di Bonicontro, vescovo in Verona.
1299
PAPA
BONIFACIO VIII
1300
FIRENZE
BIANCHI E NERI
1301
Muore
Alberto I Scala padre de Francesco futuro Cangrande. Alberto I era
subentrato a Mastino I Scala , suo fratello ucciso nel 1277.
Gradualmente riesce a sovrapporre alle istituzioni comunali una
signoria di fatto: di questa beneficiano il figlio Bartolomeo(dal
quale Dante ebbe "rifugio e ostello"), poi Alboino.
DANTE
ALIGHIERI FUGGE DA FIRENZE BANDITO E BRACCATO , ACCUSATO DI
BARATTERIA, CONDANNATO A MORTE ABBANDONA IN GIORNATA ROMA E I LEGATI
PONTIFICI A CAUSA DELLA COALIZIONE VOLUTA DA PAPA BONIFACIO VIII
ALLEATOSI CON CARLO I DI VALOIS , RE DI FRANCIA, FEDERICO
D'ARAGONA, RE DI SICILIA, GUGLIELMO DI MONFERRATO E
ALESSANDRIA PER ROVESCIARE IL TRIUNVIRO FIORENTINO CON A CAPO DANTE
ALIGHIERI.
CARLO
I DI VALOIS
nel 1301,
inviò un esercito al comando del fratello, Carlo di Valois, che,
giunto in Italia, col suo esercito fu indotto da papa Bonifacio
VIII a
intervenire a Firenze nel
tentativo, almeno ufficialmente, di riportare la pace tra Guelfi
bianchi e neri.
Egli favorì i neri esiliando i bianchi dalla città nel 1301.
dal
-
1303 - al - 1306 circa (prima ospitalità ) Dante Alighieri è ospite dei Scala e della Vedova Verde Isolana da Bionde moglie di Alberto Primo Scala a Verona.
Roma
Firenze (ottobre-novembre 1301)
I
Priori decisero di inviare una ambasciata a Roma per recuperare
credito presso Bonifacio VIII.
Partirono
in tre:
-
Maso di Ruggerino Minerbetti
-
Corazza da Signa
-
Dante Alighieri.
Bonifacio
VIII consigliò ai diplomatici fiorentini che due di loro tornassero
a Firenze per riferire dei colloqui e che uno rimanesse a Roma.
Maso
e Corazza tornarono. Dante rimase a Roma.
Firenze
(1-7 novembre 1301)
Carlo
di Valois arrivò alle porte di Firenze.
Dino
Compagni richiese a Carlo di firmare una carta in cui il fratello del
re di Francia si impegnava a non alterare lo stato politico della
città.
Il
Valois firmò tutte le richieste del Compagni.
Il
primo novembre 1301 Carlo entrò in Firenze.
Poco
dopo entrò in città anche l'esule Corso Donati, capo dei Neri.
Carlo,
con un sotterfugio, arrestò i capi dei Bianchi.
Il
7 novembre i Priori chiamarono il popolo a raccolta, ma nessuno
rispose al suono della campana.
I
Neri presero il potere.
Firenze
(27 gennaio 1302)
Il
27 gennaio 1302 si ebbe la condanna, firmata dal podestà Cante dei
Gabrielli da Gubbio, dei seguenti esponenti dei Bianchi:
-
Gherardino Diodati
-
Palmiero Altoviti
-
Lippo di Becca
-
Orlanduccio Orlandi
-
Dante Alighieri.
I
cinque vennero condannati per aver resistito agli ordini del papa
Bonifacio VIII, per avere ostacolato l'opera del pacificatore Carlo
di Valois, ed inoltre per baratteria, concussione, corruzione
elettorale, frode, estorsione, ecc.
Entro
tre giorni dovevano pagare cinquemila fiorini ciascuno e restituire
il maltolto. Venivano mandati in esilio per due anni. Erano
interdetti in perpetuo dai pubblici uffici.
Trascorso
il termine dei tre giorni i loro beni sarebbero stati confiscati o
distrutti.
Dante
seppe della condanna mentre era a Roma o ai confini della repubblica
fiorentina.
Venne
dichiarato contumace.
Firenze
(10 marzo 1302)
Il
10 marzo 1302 venne emessa la condanna a morte a carico dei seguenti
esponenti del partito dei Bianchi:
-
Andrea dei Gherardini
-
Lapo Salterelli
-
Palmiero Altoviti
-
Donato Alberti Ristori
-
Lapo Ammuniti
-
Lapo Biondi
-
Gherardino Diodati
-
Corso di Alberto Ristori
-
Innami de Ruffoli
-
Lippo di Becca
-
Dante Alighieri
-
Orlanduccio Orlandi
-
Simone Guidalotti
-
Guccio medico
-
Guido Bruno Falconieri.
L'esecuzione
prevedeva il rogo "...igne comburatur sic quod moriatur".
Dante
aveva 37 anni.
Verona (maggio 1303)
Nel maggio 1303 Dante
aveva raggiunto Verona, dove viene accolto ospite alla corte di
Bartolomeo I della Scala. Cangrande ha 13 anni ed è ancora balio.
Roma (ottobre 1303)
L'11 ottobre 1303
Bonifacio VIII morì.
Il 22 ottobre veniva
eletto Benedetto XI.
A Firenze venne inviato il
cardinale Niccolò da Prato come paciere tra i Bianchi e i Neri.
Dante appoggiò il
cardinale e sperò vivamente nel successo della sua iniziativa.
All'epoca Aghinulfo da
Romena era il capitano generale delle forze degli esuli.
Verona (marzo 1304)
Nel marzo 1304, muore
Bartolomeo I Scala e Dante sembra andare in una città vicina
a Verona.
1304 Verona
Alboino
I Scala è “signore”65
Perugia
(7 luglio 1304)
Il
7 luglio 1304 a Perugia morì, probabilmente avvelenato, Benedetto XI
e con lui le speranze di una soluzione pacifica della controversia
tra Bianchi e Neri.
Lastra
(20 luglio 1304)
Il
20 luglio 1304, nei pressi di Lastra alla Loggia, a cinque chilometri
da Firenze, sulla strada per la Futa, nella valle del Mugnone, si
riunirono le forze dei Bianchi e dei Ghibellini.
Baschieri
della Tosa, che comandava uno dei principali gruppi di armati, non
aspettò l'arrivo di tutti gli esuli e attaccò Firenze. Riuscì ad
entrare da Porta San Gallo e ad arrivare fino a Santa
Reparata.
La
reazione dei Neri costrinse gli attaccanti a ritirarsi. Gli esuli che
si stavano ancora concentrando a Lastra, alla notizia della
sconfitta, si dispersero.
Fu
l'ultimo serio tentativo dei Bianchi di rientrare in Firenze.
Dante,
che all'epoca dei fatti era ad Arezzo, non fu coinvolto nella
vicenda, perché ormai in disaccordo con gli altri esponenti dei
Bianchi.
Treviso
(estate 1304-estate 1306)
Dall'estate
1304 all'estate 1306 Dante fu ospite di Gherardo da Camino a
Treviso.
1306
Francesco
Scala (futuro Cangrande I) “Canis magnus” (ha 15 anni)
partecipa
per la prima volta ad una operazione militare (a Palazzolo sull’Oglio
), in aiuto di Matteo Visconti.
Lunigiana
(ottobre 1306-1307)
Alla
morte di Gherardo da Camino, Dante parte per una ambasceria in
Lunigiana, dove fu ospite dei conti Malaspina.
Nel
castello di Moroello Malaspina, esponente dei Neri, insieme a Dante
fu ospitato anche Cino da Pistoia, che era stato dalla parte dei
Neri.
La
Lunigiana comprende l'area del
bacino del Magra e di tutti i suoi affluenti, tra le odierne province
di La Spezia e di Massa. Prendeva il nome dalla antica città di
Luni.
A
Dante venne affidata la missione di dirimere alcune controversie con
il vescovo di Luni, residente a Castelnuovo Magra.
Il
6 ottobre 1306 l'accordo tra i Malaspina e il vescovo venne firmato.
1307
Francesco
Scala (futuro Cangrande I) “Canis magnus” col fratello maggiore
Alboino I Scala, comanda l’esercito veronese nella campagna
militare contro gli Estensi a Ostiglia. (Ostilia Hos tilia).
Lucca
margraviato veronese (fine 1307-inizio 1309)
Tra
il 1307 e il 1309 Dante fu a Lucca protettorato Imperial sclaigero
del Margraviato, Si ipotizza che nella città si fossero
rifugiati Gemma Donati e i figli di Dante.
1308
Francesco
Scala (futuro Cangrande I) “Canis magnus” diventa “capitaneus
generalis comunis et populi Verone” in co-reggenza col fratello
Alboino I Scala.68
1308
“capitaneus
generalis comunis et populi Verone”Francesco Scala (futuro
Cangrande I) sposa Giovanna figlia di Corrado di Antiochia, (nipote
di Federico II di Svevia.69
1308
giugno 19
“capitaneus
generalis comunis et populi Verone”Francesco Scala (futuro
Cangrande I) in co- reggenza con il fratello Alboino I Scala
sconfigge i guelfi bresciani (a Brescia)70
1308
“Capitaneus
generalis comunis et populi Verone”Francesco Scala (futuro
Cangrande I) ha un figlio, a cui impone il nome di Ziliberto. (da una
donna imprecisata scrive G.M.Varanini )71
1308
“Capitaneus
generalis comunis et populi Verone”Francesco Scala (futuro
Cangrande I) Invia un contingente militare in sostegno dei ghibellini
in Piacenza 72 (sul Po)
1308
Gualperto,
è nel monastero di Baldaria, “in monasterioBaldarie”, monastero
del movimento religioso-laicale degli “Humiliati”.73
Nel
monastero di Baldaria Gualperto, fa rogare la procura con la quale
istituiva suo fratello Giramonte come suo nuzio e procuratore presso
il vescovo Altegrado per ottenre la divisione del feudo paterno, in
modo da poter usare con libertà il patrimonio spettantegli.
Gualperto sta nel monastero di Baldaria,conosciuto da Dante e citato
nella Divina Commedia per via delle vesti che vi si lavoravano,
“Inferno” canto XXIII. Gualperto è lì durante la permanenza di
Dante ospite a Verona, Gualperto è lì come laico; è sposato e ha
prole. Dal punto di vista storiografico non si conosce ancora bene
tale monastero di Baldaria, che viene ascritto agli “Humiliati”.
Si
sa, sia pure da data posteriore, che nei pressi del monastero era
stato istituito un ospedale.Il mantese riporta un documento datato 1°
luglio 1400, nel quale , parlando di un appezzamento , si dice che
esso era “verso le terre dei frati Humiliati di Baldaria e presso i
beni dell’ospedale di San Michele di Baldaria”, “versus iura
fratum Humiliatorum de Baldaria... apud iura hospitalis San Michaelis
de Baldaria.74
L’esplicito
e ribadito favore della signoria Scala verso gli ospedali è
attestato, essa li favorì e li finanziò perchè li sentiva come
necessarie “opera charitatis, donde il nome di “Opere pie”
rimasto per secoli agli ospedali.75
1 marzo 1310
Bolognesi
e Ferraresi le milizie della famiglia Da Polenta Ravennati incendiano
, distruggono, radono al suolo il castello presidio Veneziano a
Marcabò ora Sant’Alberto a sud della laguna di Comacchio, Venzia
per rappresaglia, incendiano il villaggio ravennate di Sant'Alberto,
posto sul Padus Pado , Dante lo richiama alla memoria nella
Commedia
marzo 1310
Per
rappresaglia viene incendiata dai soldati veneziani la testa di ponte
di Sant'Alberto sul Po di Primaro.
marzo 1310
Soldati
di Venezia attaccano la località di Sant'Alberto bruciandola.
1316 circa
Nella
fonte si legge: "Se mai torni a veder lo dolce piano che da
Vercelli a Marcabò dichina". che da Vercelli a Marcabò
dichina". che da Vercelli a Marcabò dichina".
Il
curatore della "Divina Commedia", presa in esame, lo
classifica come castello costruito dai Veneziani alla foce del Po di
Primaro per proteggere i loro traffici marinareschi.
VVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVV
ilano
(23 dicembre 1310)
Il
23 dicembre 1310 Enrico VII arrivò a Milano, allora sotto il
controllo di Matteo Visconti.
1310 novembre Verona
Cangrande
I Scala co reggente con Alboino I Scala , invia una ambasciata a
Milano per giurare fedeltà a Enrico VII di Lussemburgo, imperatore
eletto.76
Milano
(6 gennaio 1311)
Il
6 gennaio 1311 Enrico VII venne incoronato re d'Italia a Milano in
Sant'Ambrogio. Si dice che Dante, quarantasei anni, fosse
presente alla cerimonia.
1311 febbraio 11 Verona
Cangrande
I Scala (ha 19 anni) co reggente con il fratello Alboino, rinuncia
“in occulto” al capitaniato di Verona, essendo stato nominato da
Enrico VII , vicario imperiale in Verona.77
1311
marzo ,7,
Cangrande
I Scala (Francesco) , con il fratello Alboino I Scala, è nominato
vicario imperiale di Verona.78
1311
aprile, 14, 15.
Cangrande
I Scala (Francesco ,Alberto II, Can,)partecipa alla conquista di
Vicenza (fino allora governata dal Comune di Padova) da parte di un
contingente militare imperiale.79
1311
maggio ottobre
Cangrande
I Scala (Francesco, Alberto II, Can) partecipa all’assedio di
Brescia (da parte dell’esercito di Enrico VII)
1311Verona
E’
“Signore” il veronese Cangrande (prima Francesco, poi Alberto II
, poi Can e Poi ancora Cangrande) della scala,dedicatario del
paradiso di Dante.
Conduce
una politica vigorosamente espansionistica che investe via via
Vicenza,Feltre,Belluno,Padova e Treviso.
1311
Con
l’investitura imperiale di Cangrande Scala a vicario di Vicenza nel
1311 finì la dominazione padovana sul Vicentino.Tale designazione
imperiale, al solo annuncio, provocò l’immediata reazione di
Padova che iniziò un periodo di guerriglia infuocata80 che durò dal
1311
ottobre
Cangrande
I Scala (Francesco), accompagna Enrico VII a Genova.81
1311
fine novembre dicembre
Cangrande
I (Francesco figlio di Alberto I e Verde Isolana Bionde) alla notizia
della malattia del fratello Alboino rientra a Verona.82
Finisce
la co- reggenza col fratello e diventa Signore in Verona.
Firenze
(settembre 1311)
Nel
settembre 1311 il podestà Baldo d'Aguglione concesse l'aministia
agli esuli fiorentini. Furono esclusi: gli Uberti, i Cerchi, Giano
della Bella, i Portinari, gli Alighieri.
Pisa
(marzo 1312)
Nel
marzo 1312 Dante fu a Pisa dove risiedeva l'imperatore Enrico.
Firenze
(1312)
L'Imperatore
Enrico rimase bloccato nel nord Italia molti mesi perché
alcune città non vollero sottomettersi. Dovette conquistare Crema,
Cremona, Brescia e affidarle ai Scala .
Finalmente
arrivò di fronte a Firenze.
Il
Comune chiuse le porte e rifiutò di avviare qualsiasi trattativa.
Lucca e Bologna si schierarono con Firenze.
Ad
Enrico non rimase che continuare il viaggio verso Roma.
Dante rimase
deluso.
Verona
(1312)
Dal
1312 Dante torna alla corte degli Scala a Verona. Lo accoglie
Cangrande I (che ha 21 anni) .
Rimarrà
ufficialmente nella città veronese sei anni fino di
sicuro al 1318.
Dante
Alighieri Inferno (1304-1314)
L'opera pubblicata
a Verona nel 1314 a spese e cura di Cangrande I e le Isole
Sparse.
Probabilmente
era stata completata nel 1309.
34
Canti della lunghezza media di 140 versi.
Dante
alighieri Purgatorio (1310-1315)
L'opera
venne pubblicata a Verona nel 1315 a spese e cura di Cangrande I .
Probabilmente
era stata completata nel 1313.
33
Canti della lunghezza media di 140 versi.
Firenze
(19 maggio 1315)
Per
compattare la città, Ranieri di Zaccaria da Orvieto, vicario
angioino per Firenze, il 19 maggio 1315, concesse una amnistia a
tutti gli esuli, purché pagassero una multa e portassero la rituale
offerta il giorno di San Giovanni.
Il
24 giugno Dante non si presentò.
Non
poteva accettare l'infamia della multa e il marchio dell'offerta.
Firenze (settembre 1315)
Nel settembre 1315 venne
rinnovata l'amnistia per gli esuli. Dante rifiutò per la seconda
volta.
Paradiso (1316-1321)
L'opera
venne pubblicata postuma.
Dante
vi lavorò nel periodo ravennate e nell'ultima parte del periodo
veronese.
Da
vwuikipedia
L'Epistola
XIII a Cangrande
I della Scala,
risalente agli anni tra il 1315 e 1317,
è l'ultima e la più rilevante delle tredici epistole
dantesche attualmente
conservate; essa contiene la dedica del Paradiso al
signore di Verona, nonché importanti indicazioni per la lettura
della Commedia:
con le condizione dei condannati ai bagni penali ovvero le
"anime morte", e il lieto fine conclusivo, dato che la
finalità dell’opera è anche speculativa.
La
datazione, è evinta da segnali interni all'epistola: così si è
stabilito che il termine post
quemè
il 1315,
data della stesura del Paradiso,
il termine ante
quem è
invece il 1320,
e poi per i riferimenti a Cangrande nell'epistola definito
"victorioso" su Padova[1].
Dante
dedica al suo protettore, il signore di Verona Cangrande
della Scala, la terza cantica della sua opera maggiore:
« [...] propter
hoc munuscula mea sepe multum conspexi et ab invicem segregavi, nec
non segregata percensui, digniusque gratiusque vobis inquirens. Neque
ipsi preheminentie vestre congruum comperi magis quam Comedie
sublimem canticam, que decoratur titulo Paradisi; et illam sub
presenti epistola, tanquam sub epigrammate proprio dedicatam, vobis
adscribo, vobis offero, vobis denique recommendo. »
Epistola
XIII, capp. 10-11)
« [...]
sovente ho esaminato i miei molti compensi e li ho differenziati e
poi vagliati, alla ricerca del più degno e gradito a Voi. E non ne
ho trovato uno più degno e congruo quale compenso adeguato alla
Vostra eccellenza più di quella sublime cantica della Commedia che
ha per titolo Paradiso;e questa,
con la presente lettera, come a Voi consacrata con propria epigrafe,
a Voi la intitolo, la offro, e la raccomando. »
(Traduzione
di Epistola XIII, capp. 10-119 )
33
Canti della lunghezza media di 140 versi.
DANTE
LASCIA LA RESIDENZA DI VERONA 1318
« Al
magnifico e vittorioso signore, signor Cane
Grande della Scala, Vicario generale del Santissimo Impero Cesareo
nella città di Verona e presso il popolo di
Vicenza, il suo
devotissimo Dante Alighieri, fiorentino di nascita e non di costumi,
augura una vita felice per lungo tempo, e perpetuo accrescimento
della gloria del suo nome. »
« Magnifico atque victoriosissimo
Domino, Domino Kani Grandi de la Scala, sacratissimi Cesarei
Principatus in urbe Verona et civitate Vicentie Vicario Generali,
devotissimus suus Dantes Alagherii, florentinus natione non moribus,
vitam orat per tempora diuturna felicem, et gloriosi nominis
perpetuum incrementum. »
Piacenza
e Mantova (1318)
Nel
1318 Dante lasciò Verona.
Si
diresse a Piacenza e poi a Mantova. Infine si recò a Ravenna.
Cangrande
guerreggia
dal
1311 al
1318.
I
luoghi degli scontri furono diversi, ma si ha notizia circa lo
“explanacione Leonici, spianamento di siti fortificati in Lonigo.
83
.
1312
Cangrande
I Scala , inizia la campagna militare contro Padova, ribelle
all’imperatore EnricoVII.84
1312
aprile - giugno
Cangrande
I Scala conduce con alterne vicende la guerra contro Padova nel
vicentino (Longare, Lonigo).85
il
1312
fu
un anno funestissimo per gli scaligeri: gli scaligeri occuparono e
dettero alle fiamme Montagnana, e i padovani occuparono Noventa
Vicentina e Poiana e poi imperversarono sui Colli Berici dando alle
fiamme ventisette villaggi, a partire da Orgiano, come scrisse
Mussato.86
1312
giugno 29, I padovani raggiunsero Cologna appiccando ovunque
incendi.87
I
padovani assaltano il castello in Lonigo, ma furono respinti e allora
“l’esercito padovano ripiegò su Orgiano”, dove si sarebbe
rifocillato vendicando la sconfitta.88
1312
1313
Cangrande
I Scala, prosegue la guerra contro Padova .
Cangrande
I Scala invia contingenti militari a sostegno dell’imperatore e dei
ghibellini in Lunigiana e a Modena.89
1313
I
padovani si erano avvicinati alle porte di Verona, saccheggiando, e
incendiando, ma furono respinti e nella ritirata verso Padova,
infierirono su Meledo, Sarego, Lonigo, Orgiano e Barbarano.90
1313
maggio
Cangrande
I Scala, si allea anche con Enrico II, conte di Gorizia,91 per
sottomettere Padova.
1313
agosto 24
Muore
l’imperatore Enrico VII92
1313
novembre
Cangrande
I Scala , dopo la morte dell’imperatore Enrico VII, conduce
ulteriori campagne militari contro Padova.93
1314 settembre 16 - 17
Cangrande
I Scala partecipa alla battaglia di borgo San Pietro in Vicenza,
contro i Padovani (con decisivo intervento personale94 di Cangrande I
Scala)
1314
novembre
Cangrande
I Scala stipula un trattato di pace con Padova.95
1315
governa
l’episcopio Sperandio, s’infeudano ed operano in sintonia nel
vicentino gli scaligeri:Giacomo Tempraini ; Pietro, Giacomo, e
Franceschino, figli di Capuccio (sono i tre fratelli Fracanzani) ,
Giovanni Scala, della corte scaligera e poi Cortesia de Seratico (da
Sarego) capitano generale dell’esercito scaligero; Matteo Orgiano,
umanista cancelliere alla corte di Antonio Scala.96
Giacomo
Temprarini fu vicario generale del vescovo in Vicenza che era
Francesco Temprarini, suo fratello. Giacomo governò il patrimonio
dell’episcopato vicentino grazie alla sua formazione di “decretorum
doctor” dal quale aveva già ottenuto sotto l’episcopato di
Sperandio, dal quale nel 1315 aveva ottenuto un feudo in Orgiano.97
Giacomo
Temprarini, divenne anche canonico della pieve di Orgiano, oltre che
della cattedrale di Vicenza e il patrimonio così acquisito, da lui
passerà ai suoi figli, dato che era, si , canononico, ma
sposato.Anzi, ed è cosa singolare quella che scrive Maria Grazia
Bulla Borga, Giacomo Temprarini, nei documenti viene spesso chiamato
“reverendo”, come si legge nel libro I delle Collationum, a p.
24. 98
Giacomo
Temprarini, nel suo ruolo di “vicario generale”del
vescovo in Vicenza gli
era permesso di conoscere gli affari patrimoniali diocesani e di
intervenire secondo la sua discrezione.99 Giacomo Temprarini operò
dal 1315 al 1335.100
1315
Pietro Temprarini, (padre di Giacomo e Francesco), aveva ottenuto dal
vescovo Sperandio un feudo patrimoniale in Orgiano.101
1315
Cangrande
I Scala, partecipa personalmente alla campagna militare in Toscana in
aiuto dei ghibellini toscani (battaglia di Montecatini); insieme con
Passerino Bonacolsi signore di Mantova e attacca102 il Cremonese e il
Parmense.
1316 Pietro Temprarini, (padre di Giacomo e Francesco), aveva ottenuto dal vescovo Sperandio un feudo patrimoniale in Orgiano, si arrichisce ancora con altra investitura e poi con acquisti.103
1316
agosto
Cangrande
I Scala, si allea con Guecellone da Camino signore di Feltre e con
Enrico II conte di Gorizia.104
1316
In Orgiano , si ricorda tale Cortesia anche nello spoglio delle
infeudazioni orgianesi, fra i beni rinnovati ai figli di Michele da
Perugia, c’è un possedimento situato nella contrada del Casale e
il luogo infeudato confinava con quello abitato da Fiordalice Da
Sarego, “apud dominam Flordelicem de Seraticho”. E’ possibile
che tale donna Fiordalice Da SaREGO, ZIA DEL CAPITANO Cortesia e ,
dato il suo “status” nobiliare, è possibile che abitasse in
Orgiano in quanto moglie di uno degli Orgiano; ma Maria Grazia Bulla
Borga NON HA TROVATO IL documento per affermalo con certezza.105
Cortesia
fu signore di Spessa di Orgiano, , e qui aveva i suoi parenti, anche
se continuava ad avere beni in Sarego, Grancona e a Barbarano.106
Nel
1317 gli scaligeri si spinsero ad Est arrivando fino a conquistare Montagnana.
1317
marzo 16
Cangrande
I Scala, presta giuramento di fedeltà a Federico re dei Romani ed è
da lui nominato vicario imperiale di Verona e Vicenza.
1317
primavera
Cangrande
I Scala , (vicario imperiale di Vicenza e Verona) attacca Brescia e
il bresciano, a sostegno dei ghibellini bresciani.107
1317
maggio 22
Cangrande
I Scala, sventa un tentativo del Comune di Padova e dei guelfi
vicentini e veronesi di riconquistare Vicenza (battaglia di
Vicenza).108
1317
estate
Cangrande
I Scala rifiuta le “avances” dei rappresentanti di papa Giovanni
XXII.Combatte a Cremona e Parma a sostegno dei ghibellini.109
1317
autunno
Cangrande
I Scala, riprende le ostilità con Padova.110
1317
dicembre
Cangrande
I Scala, conquista Montagana, Este, Monselice.111
1318 gennaio febbraio
Cangrande
I Scala, conquista Piove di Sacco e combatte sotto le mura di
Padova.112
1318
febbraio
Cangrande
I Scala, è alle porte di Padova e Padova capitola firmando la
pace.113
1318
aprile 6,
Cangrande
I Scala è scomunicato dal papa non avendo rinunciato al titolo di
vicario imperiale.114 “capitaneus ect rector societatis et unionis
dominorum et fidelium Imperii in Lombardia”115
La
signoria scaligera, produsse un grande cambiamento storico che vide
il formarsi dello “stato regionale”116 , stato che voleva
superare le antiche patrie-matrie locali o Isole città stato
federate, cambiando i principi di antica convivenza, voleva Cangrande
I, ridisegnare la giurisdizione Isolana, aggregando le varie
Isole, in
maggiori e minori per
disporne in un diverso schieramento militare.
La
Signoria Scaligera con Cangrande si estese nel vicentino, strappando
la città ai Padovani che si videro deviare l'acqua del fiume
Bacchiglione nel Bisatto. Arrigo VII lo nominò vicario imperiale e
forte dell'alleanza con i ghibellini e tenace combattente allargò i
domini scaligeri fino a Feltre, Belluno, Treviso finanche Padova.
Venne eletto " capitano e rettore dell'alleanza e dell'unione
dei signori e dei fedeli dell’impero in Lombardia" nella dieta
di
Soncino
del
1318
dicembre, un'alta carica onorifica militare che gli permise di
gestire uomini e denaro per allargare l' influenza ghibellina nel
Veneto.117 Nonostante la scomunica del papa successore di Clemente V,
Giovanni XXII, perché non rifiutava l'alleanza con l'Imperatore,
perseguì la sua politica di vicario imperiale, insieme a Matteo
Visconti, signore di Milano e a Passarino Bonaccolsi, signore di
Mantova, ospitando artisti e letterati illustri come Dante Aliglieri.
Il poeta era già stato ospite di Bartolomeo della Scala, qualche
anno prima, ma ora con il fratello poteva condividere gli alti ideali
politici, cosicché in questa città soggiornò per sei anni, non era
l'unico fiorentino, numerosi toscani vivevano a Verona, come lui
esuli per motivi politici, come le famiglie bianche ghibelline dei Da
Lisca, i Cipriani, gli Uberti, gli Alberti, i Baldi, i Giusti, altri
per ragioni commerciali.Infatti vivace era l'attività commerciale
della "città marmorina", 44 associazioni di mestiere,
"misteria", su 40.000 abitanti, controllate dal signore
concordandosi con i gastaldioni, o capi delle corporazioni.118
Verona
crebbe all'interno delle mura civiche, sparirono le ultime case dal
tetto di paglia, venne costruita una rete fognaria e furono vietati,
pena salatissime multe, gli scarichi nell'Adige; Cangrande fece
costruire anche il Palazzo della signoria, l'attuale Prefettura, che
trasformò in corte pre-rinascimentale, così la dipinge Manoello
Giudeo in "Bisbidis"
"Qui
vengon poi feste, con le bionde teste,
qui
son le tempeste d'amore e d'amare.
Si
trovan fantesche tutt'hora più frache
a
menare le tresche, trottare et ambiare.
L'una
fa: - così? - et l'altra : - pursì -
et
l'altra : - sta qui, chio vo per tornare.
in
quell'acqua chiara, che il bel fiume schiara,
la
mia donna cara vertù fa regnare.
Ch'amor
en'la sala del sir della scala.
Quivi
senza ala mi parea volare,
ch'io
non mi credea di quel ch'io vedea;
ma
pur mi parea in un gran mare stare.
Baroni
et marchesidi tutti i paesi,
gentili
et cortesi, qui vedi arrivare;
quivi
Astrologia con Philosophia
et
di Teologia, urdai disputare;
quivi
Tedeschi, Latini et Franceschi
Fiamminghi
e Ingleschi insieme parlare."
Così
lo dipinge un poeta veronese del Novecento, Fra' Giocondo:
".....ghe
piasea Verona
col
so vecio San Zen, le ciese bele,
i
montesie distiradi a corona
e
i merli rossi de le toresele;
e
l'Adese che alegro e verdesin
zugava
co' i mulini e co' la rua,
el
someiava a l'Arno fiorentin,
così
che 'l se sentiva a casa sua."
In
effetti Dante godette dell'agio della corte Scaligera e potè
dedicarsi alla stesura della III Cantica, il Paradiso, e, secondo una
tradizione accreditata, sembra essere Cangrande il Veltro, futuro
Salvatore d'Italia. (119) così Anna Maria Ronchin Nel tempo della
Dea )
Ravenna
(primavera 1318)
Dalla
primavera del 1318 Dante vive a Ravenna alla corte di Guido
Novello da Polenta, Signore della città.
1319
aprile
Cangrande
I, Scala, attacca con Passerino Bonacolsi
a
Reggio Emilia.
1320 gennaio 5
Cangrande
I Scala, stipula un armistizio con Federico il Bello e con Padova.121
1320
Verona,
Dante
Alighieri pronuncia la sua tesi “ de tera e de acua”.
Nel
vicentino Orgiano, Isola Noventa, Isola Poiana Maggiore, nella prima
metà del secolo XIV si pareggiavano per popolazione e ricchezze,122
ma
lantico equilibrio viene spezzato ad opera di uomini e tre
istituzioni : il pevanìa, il capitaniato, e il vicariato.123
Avignone
(1320)
Nel
1320 il cardinale francese Bertrando del Poggetto venne nominato
legato pontificio in italica penisola con il compito di perseguire
eretici e Ghibellini.
1320
giugno 18
Cangrande
I Scala è nuovamente scomunicato da papa Giovanni XXII
Quaestio
de aqua et terra (1320)
In
latino.
A
Verona viene letta da Dante.
Tratta
del livello relativo dell'acqua e della terra.
Questa questione filosofica fu definita da me, Dante Alighieri, il minimo dei filosofi, durante il dominio dell'invitto Signore messer Cangrande della Scala, Vicario del Sacro Romano Impero, nell'inclita città di Verona, nel tempietto della gloriosa Elena , davanti a tutto il clero veronese , fatta eccezione di alcuni che, ardendo di troppa carità, non accettano gli inviti degli altri e, per troppa umiltà poveri di Spirito Santo, rifuggono dall'intervenire ai loro discorsi per non sembrare riconoscere l'eccellenza degli altri
Ciò avvenne nell'anno 1320 dalla nascita di nostro Signore Gesù Cristo, nel giorno di domenica — che il suddetto Salvatore nostro, mediante la sua gloriosa nascita e la sua mirabile resurrezione, ci indicò come giorno da venerare — il quale allora cadeva il 20 gennaio 1320
vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv
A Venezia (1321)
Nel 1321 Dante si reca a Venezia come ambasciatore di Guido Novello DA POLENTA_ PER COMBINARE UNA PACE_ PER I CONTESI DELLA PADUSA _ CASTEL MARCA BO ( AVANPOSTO VENEXIA ) ORA S.ALBERTO.
Morte di Dante (14 settembre 1321) velenà
Dante morì nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321. Aveva 56 anni. Aveva trascorso gli ultimi venti in esilio. Cangrande I Scala ha 30 anni.
1323 marzo 22
Cangrande
I Scala stipula un accordo commerciale con la Republica Venexia.124
1323
Ziliberto
, figlio di Cangrande I Scala “capitaneus generalis comunis et
populi Verone”, viene legittimato, il figliolo ha 15 anni.
In
Orgiano, è registrata nel
1324 la presenza di un”arciprete” titolo che implicava l’istituto del pievania e la presenza de na “cesa” trasformata in pieve.125
1325 luglio
Cangrande
I Scala, sventa un attacco contro Vicenza, si ammala, reprime la
congiura ordita da Federico Scala.126
1326 a Orgiano la cesa è espressamente chiamata pieve127
1326
A Orgiano si costituì il capitolo dei canonici.128
1328 agosto
Cangrande
I Scala appoggia il colpo di stato dei Gonzaga a Mantova.
1328
novembre
Cangrande
I Scala , assiste al matrimonio , da lui voluto , fra Massimo Scala e
Taddea da Carrara e investe 38 cavalieri (fra cui il figlio
illegittimo Francesco129 II)
Il
1328
settembre 10
Cangrande
I Scala, entrò in Padova.130 ,
1329 febbraio
Cangrande
I Scala tenta la conquista di Mantova.131
1329
marzo 12
Cangrande
I Scala, è nominato cittadino Veneziano.132
1329
aprile 16
Cangrande
I Scala, presenzia al convegno dei ghibellini a marcaria con Ludovico
il Bavaro ottenendo la concessione del vicariato di Mantova; conduce
trattative col legato papale.133
1329
luglio 18, Treviso.
Cangrande
I Scala (Francesco)“capitaneus generalis comunis et populi
Verone”entra in trionfo a Treviso.
1329
luglio 19, Treviso.
Cangrande
I Scala , Come sua residenza , “scelse”, il vescovado, governato
da quel giorno da un “miles” prestigioso e autorevole come pochi
tra i collaboratori scaligeri:Pietro Dal Verme.(forse nel cambio
della guardia un cibo o una bevanda avvelenata entrano nel palazzo e
arrivano proprio al destinato Cangrande Scala I).
1329
luglio 20 Treviso stanze del Vescovado.
Cangrande
I Scala, giacque malato. Sono ore drammatiche.Comparvero , quindi i
sintomi dell’intosicazione, caratterizzati da vomito, e irritazione
gastroenterica con diarrea, come con singolare esattezza clinica
riferiscono le fonti”corporex fluxus stomachique dolor acutus”,
“fluxus obiit”, “fluxus ventris et febrem ob laborem
exercitus”.Il laboratorio di Chimica e microscopia Clinica del
Policlinico di Verona hanno permesso l’identificazione , in
concentrazioni importanti , di composti immunoreattivamente simili ai
glucosi, digossina, e digitossina, principi attivi della digitale .
La digitale contiene composti etremamente attivi sulla funzione
cardiaca (digossina e digitossina). La potenza farmacologica di tali
molecole si accompagna ad un elevatissimo potenziale tossico che si
può classificare anche tra i più importanti veleni. Su questa base
dunque i composti digitalici identificati con diversi metodi nei
tessuti prelevati dal corpo di Cangrande I Scala, possono essere
riferiti a una somministrazione intenzionalmente tesa
all’avvelenamento.134
Non
si può escludere che l’utilizzo di , Urginea Marittima, o
digitalis purpurea) queste piante i cui effetti erano ben noti nella
farmacopea medievale , fosse più decisamente motivato
dall’intenzione di avvelenare Cangrande Scala I, così come
riferito , da fonti , più tarde.135
Si
può anche ricordare il giusquiamo:pianta erbacea dai cui semi si
estraggono alcaloidi,(Hyosyamus niger), noto nell’antichità e
presente nella farmacopea medievale per le proprietà calmanti ,
analgesiche, quando non adirittura come veleno: è un estratto di
giusquiamo che Claudio versa nell’orecchio del fratello
addormentato nell’Amleto di Shakespeare. Alto 30 - 80 cm, ha come
abitat i ruderi e le cae di pietra dal mare alla montagna, nei climi
temperati ma anche in quelli più freddi, e fiorisce al caldo , da
maggio a agosto, erbacea annuale, o biennale, delle solanacee con
fusto peloso , vischioso, fiori gialli, venati di viola, dai cui semi
si estraggono gli alcaloidi.
Guercellone
Tempesta si fa firmare da Cangrande I Scala, morente, un privilegio
molto importante. Il documento che porta la data 20 luglio 1329 che
conferma a Guercellone tutti i diritti giurisdizionali sul castello
di Noale(precisando una formula alquanto inusuale , assumendo cioè
come punto di riferimento il funzionamento della Signoria dei Conti
Collalto), e la carica di capitano in Treviso per lo scaligerocon un
salario di 1000 lire.Negli ultimi atti Cangrande Scala I si
riconcilia coi guelfi?
Atti
di saggezza politica, del signore morente, o al contrario il frutto
di una trattativa che approfitta dell’agonia e della assenza
coscienza?
Marsilio
da Carrara assume un ruolo di “investito” o di delega per il
governo di Padova, e di li a poco avrebbe conferito il titolo di
“alter dominus Marchie” ad Alberto I Scala e Mastino II.136
1329
luglio 21 Treviso guerra di
Cangrande
I Scala ( Francesco) , giacque (avvelenato ) malato sic.
1329 luglio 22,sabato,mattino Treviso.
“il
dì de la Maddalena”
Cangande I Scala Muore ( avvelenato (137) lo sapremo ufficilamente solo nel 2004, fino ad allora gli storici hanno dato la colpa ad una bibita ghiacciata. sic.)
Cangrande
I Scala (già Francesco, già Alberto II, già Can, già “capitaneus
generalis comunis et populi Verone”Francesco Scala, poi salito con
il nome del padre Francesco II, poi Can e poi can grande.).
Era
nato il 9 marzo 1921 da Alberto I Scala Verde Isolana Bionde designà
.138
Tanto
sulle rive del Sile che su quelle dell’Adige la situazione è assai
delicata.139
1329 luglio 23
Lettera
con la quale Alberto III e Mastino II Scala annunziano ufficialmente
al Comune di Treviso (?) la morte di Cangrande I Scala, e la loro
elezione.140
In poche ore, era stata giocata attorno al cadavere del signore una difficile partita, risoltasi a favore di Mastino II e Alberto141 III Scala
S’impone il problema della successione. Piero Dal Verme,assume il controllo militare di Treviso e del distretto, ed è anche podestà. A Verona era podestà del Comune Ugolino da Sesso e bisognava far presto ad effettuare la successione, per sancire la trasmissione dei poteri ai successori designati, AlbertoIII Scala, e Mastino II Scala. E qui bisogna analizzare bene le fonti con particolare attenzione ai tempi e alla successione degli eventi.142
1329 dicembre
Ziliberto e Bartolomeo, figli naturali (il primo legittimato) di Cangrande I Scala,(assassinato), ritenuti colpevoli di un “crimen lesae maistatis”; avevano preso qualche iniziativa - contro gli zii, Mastino II Scala e Alberto III Scala, per rivendicare una successione diretta.(143)
Ziliberto , figlio di Cangrande I Scala, viene “giustiziato”(144) dallo zio Mastino Scala II che aveva preso il potere. (come in Sakespeare, Amleto)
Ziliberto (Scala figlio di Francesco Scala alias Cangrande ) aveva 21 anni.
1329
A Cangrande I (Francesco Scala) viene usurpato da Scala che si prende il nome di Mastino II. Scala Mastino II estende il dominio su Brescia,Parma, Lucca. Scala Mastino II porta il suo dominio e di Verona capitale della Marca alla massima espansione. Scontenti i cronachisti scrivono dopo la caduta Scala: “Gli Scaligeri sia con la violenza sia con l'introdurre abati di importanti conventi dei loro bastardi, erano riusciti a farsi infeudare i possessi più importanti, tra questi Minerbe. 145
BIBLIOGRAFIA
DI RIFERIMENTO
Anna
Maria Ronchin, Nel tempo della Dea, Edar, 2006, Vicenza.
Gian
Maria Varanini in, A.A. V.V. Cangrande della Scala, La morte di
cangrande della scala. Strategie di comunicazione intorno al
cadavere, Marsilio, 2004,
Grafiche
Nardin, Cà Savio, Cavallino Treponti, (Venezia).
Per
avere la prova dell’avvelenamento bisognerà attendere l’anno
2004. Vedi Indagini tossicologiche Franco Tagliaro,Federica
Bortoletti, Rossella Gottardo, Giorgia De Paoli,Jennifer P. Pascali ,
pag. 61,in Cangrande della Scala, a cura di Paola Marini, Ettore
Napione, Gian Maria Varanini, Marsilio, 2004, Grafiche Nardin, Cà
Savio, Cavallino Treponti, (Venezia).
Maria
Grazia Bulla Borga , Orgiano fra Duecento e Trecento, F.lli Corradini
Editori, novembre 2007, Urbana, Padova.
VVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVV
1371
La
villa di Sant' Alberto è ricordata con una popolazione di centodieci
anime e ventidue focolari.
XVI secolo
A
partire dal XVI, secolo la località dove sorgeva il castello di (
MARCA BO’ ) Marcamò si appropria ( cambiandogli di nome delle
proprietà Venete appartenenti alla giurisdizione del castello Marca
Bo). L’abbazzia di San Viatale si appropria della giurisdizione gli
cambia nome da Marcabo gli da il nuovo nome di Mandriole, ed
insinuandosi nella proprietà.
2 settembre 1541
In
un documento catastale è ricordata l'esistenza in passato del
castrum Marcabò: "Positu in Territorio Ravennae, in Insula
Palazzoli iuxta passum Primary", terreno ora di proprietà
dell'abbazia di San Vitale di Ravenna.
2 settembre 1541
Il
territorio dove sorgeva il "castrum Marcabò", "positum
in Territorio Ravennae in Insula Palazzoli juxta passum Primarij",
appartiene al monastero di San Vitale di Ravenna.
2 settembre 1541
In
un atto si legge che il terreno dove si trovava il "castrum
Marcabo" è affittato dal monastero di San Vitale di Ravenna.
19 marzo 1550
Nella
fonte si legge: "Andreas Chelinus fit Pror fisci Rav. &
Castri S. Alberti".
1589 circa
Secondo
la tradizione, alla fine del XVI secolo il "Castrum Marcamoy"
è chiamato dagli abitanti di Sant'Alberto e dai Ravennati
"Marcamoum".
Il
castello è ovviamente già scomparso da tempo.
1604
Alcune
modifiche del territorio portano la villa di Sant' Alberto a destra
del Po di Primaro, a dodici chilometri in linea retta dalla foce.
1672 circa
Il
Padre Matarelli scrive: "Il castello di Marcabò de Bolognesi
posto vicino, e sopra alla strada del Corriero, fosse lontano già
quattrocento anni fa quasi cinque miglia dal Mare".
1767
Il
Po di Primaro, col passare dei secoli, non avendo più risorse
d'acqua sufficienti viene abbandonato dalla navigazione divenuta
precaria e difficoltosa, finché il governo pontificio ne delibera
l'immissione sul suo letto del fiume Reno perdendo così il suo
antico nome.
Le
terre di Marcabò dal
XVIII secolo a oggi si trovano sulla destra del nuovo
fiume, detto Reno.
1793 circa
La
località di Sant'Alberto rimane alla destra del fiume, nel
territorio di Ravenna, conservando alcune abitazioni a sinistra, nel
Ferrarese.
1793
Il
luogo dove sorgeva il castello è ora detto di Sant'Alberto e
rimane alla destra del Po di Primaro nel territorio di Ravenna.
4 agosto 1849
Giuseppe
ed Anita Garibaldi sono accolti nella fattoria Guiccioli posta
nella landa di (Marcabo) Marcamò.
XX secolo
Il
nome rimane tutt'ora ad una zona in passato paludosa ed oggi
bonificata, compresa tra l'antico corso del Lamone, occupato dal
canale di bonifica destra del Reno, e l'antico corso del Po di
Primaro, occupato oggi dal Reno.
1911
Parte
del terreno in località ( Marcabo’) Marcamò passa alla
Federazione delle Cooperative della Provincia di Ravenna.
1913
Tommaso
Casini cerca di spiegare il nome del"Castrum Marcamoy" come
"Marco ha mo'" da intendersi come "San Marco, Venezia,
mi possiede ora".
Per
il Solmi la variante "Marcamò" non è altro che la forma
volgare di "Marcabò" per quel processo di assimilazione da
m-b a m-m. Per il Pini si deve invece ipotizzare una prima forma in
Marcamoy, dal greco "Marco a me!", parola della quale si
perde il significato e viene trasformata in Marcabò più facile e
assimilabile ad altri nomi.
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