350 a.C. Ω 349 a.C.
Libagione del signore: particolare della situla di Kuffarn, Austria meridionale (Pannonia)
350 a.C.
Una donna di alto rango vestita di una lunga veste regale decorata e con un copricapo a larghe tese , è seduta comodamente su un trono (seggio a schienale simile a quello conservato al Mueso del Luvre di Parigi) . Dietro il trono si trova un ragazzino anch' esso vestito di una tunica regale e di un copricapo a tese ampie.
Porge un recipiente a un servitore che con un mestolo (la "caza") attinge del vino dalla situla. A sinistra un alto servitore porta due situle vuote mentre a destra sta davanti delle situle appese sotto un portico . La presenza su questa situla di una scena narrativa nonché l'aspetto compositivo rivelano una influenza del mondo classico, ma il materiale della situla stessa, lamina di bronzo, il modo con cui sono resi i personaggi e il tema della libagione a carattere forse funerario sono tipici del mondo protostorico che tanto colpì gli storici greci antichi.
La somiglianza con la scena della
situla Benvenuti in bronzo , ritrovata nelle riviere isole Este e qui esposta nel Museo Archeologico Nazionale è straordinariamente somigliante a quella di Kuffarn, (Austria) sembra uscita dalla stessa bottega artistica.
45° >13' e 14'< latitudine nord > 11° > 39' e 41' < longitudine est
(LAX VEN XK ISOLE SPARSE ARCIPELAGO ENDOLAGUNA PLANIZIALE PALO AVO ARUSNATI ARILICA MINCIO MANTO GOVERNOLO PO FERARA AESIS ADRIA SPINA RAVENA, TION BONFERRARO, TARTARO NOGARA , TREGNON BIONDE , MENAGO SPARE' CASTEL TARTARO , HOSTILIA FRATTA FRATTESINA NARDE, ADIGE LEGNAGO TERRANEGRA , ATHESIS CUCCA VERONELLA SAN GREGORIO - GUA' - COLOGNA EDRON RIVIERE BERICHE EUGANE ESTE EDRON MEDUACO SETE MARI )
Somiglia anche al
elmo in bronzo di guerriero a forma conica ritrovata nelle Isole Opean.
V secolo a. C.
45° >18' e 19'< latitudine nord
11° > 10' e 13' < longitudine est
Oggi al Museo Archeologico di Firenze. L’elmo porta incisi i disegni cinque cavalli, più un minotauro (centauro alato) per un numero totale di sei.
CLEMONIO NERCA
ENDOLAGUNA MEZSOACUA ISOLE SPARSE ELETTRIDI MENAGO LEGNAGO ( ARGONAUTI ) MONTAGNA ESTE MONSELESE PADOA ADRIA SPINA
I CASTELLIERI
A CAVALLO DELL’ETA’ DELLA PIETRA E QUELLA DEL METALLO , SI VENNE AD INTENSIFICARE IL RAPPORTO DEGLI ISOLANI PELAGI ENDOLAGUNE E QUELLE ADRIATE -SPINE - MEDEACUANEE - ISOLANO ENDOLAGUNA -
L’ESEMPIO PIU’ LAMPANTE DELLO SVILUPPO CULTURALE E’ RAPPRESENTATO DAI NUMEROSISSIMI CASTELLIERI PRESENTI UN PO’ DOVUNQUE SIA NELL’ENDOLAGUNA ADRI - ATTICA SIA IN ISTRIA14
IL CASTELLIERE DEL MENAGO DETTO VOLGARMENTE DEL TARTARO DOVE SVOLSI RICERCHE E RACCOLTE DI SUPERFICIE DI MATERIALE DI VASELLAME D’IMPASTO DI NUMEROSO COCCI DI ANSE LUNATE (XV XIII A.C) NELL’ANNO 2005 E RIPETEI NEL 2006, FA INTUIRE LA STARTIFICAZIONE PALAFITTICOLA ABITATAIVA UMANIZZATA NELLA LAMA D’A IL RIALZO IN MEZZO AL LAGO RENDEVA INATTACCABILE IL CASTELLO DELLA CARPANEA DEL MENAGO TARTARO.
DELL’ETA’ DEI METALLI I VENETI AVEVANO SVILUPPATO LE LORO CONOSCENZE SULL’ESTRAZIONE E LAVORAZIONE DEL FERRO E SI ERANO PARZIALMENTE INTEGRATI CON PROGRESSIVI CONTATTI CO GLI ISTRI .
I VENETI - ISTRI DIEDEO VITA E FORMARONO QUESTA NUOVA POPOLAZIONE NELLA REGIONE CHE TENEVANO SALDAMENTE DANDO INIZIO AD UNA NUOVA FASE STORICA DEFINITA LA “CIVILTA DEI CASTELLIERI”
LE POPOLAZIONI ENDOLAGUNA SMISERO DI SEPPELLIRE I LORO MORTI IN TOMBE A TUMULO E PASSARONO ALLA CREMAZIONE DEI CADAVERI, I CUI RESTI VENIVANO POI POSTI IN URNE CINERARIE DI ARGILLA O DI BRONZO. LE NECROPOLI SONO POSTE LUNGO I PALEOALVEI DEL MENAGO TARTARO TREGNON A PALOALVEI ( PALO AVI )DEI VILLAGGI PALAFFITTICOLI.
I CASTELLIERI FURONO USATI FINO AL III SECOLO A.C. E TALUNI ANCHE IN EPOCA PIU’ RECENTI.
CAPANNE IN LEGNO E TALUNE CON IL TETTO IN PIEETRA CON IMPALCATI DI LEGNO.
LA FORMA DEL CASTELLIERE MENAGO TARTARO è OVOIDALE E PROTEGGIEVA L’INGRESSO DELL’ESTUARIO DEL MENAGO, TREGNON.
LE STRUTTURE ERANO MUTUATE ANCHE DALLE CICLOPICHE STRUTTURE MICENEE.
NEL VII V SECOLO I CASTELLIRI DI ESTE INFLUNZANO QUELLI ISTRIANI15
DAL V AL IV SECOLO ESTE ESPORTA IN ISTRI FIBULE, CISTE, E SITULE DECORATE, NELLO STILE DELLE ISOLE SPARSE INTORNO AL LAGO ESTE.16
C’E’ UNA DISCORDANZA TRA GLI STORICI IN QUANTO, SECONDO ALCUNI, I LIBURNI DI STIRPE NON ARIANA, ILLIRIZZATA , POTREBBERO ESSERE TRACI ILLIRIZZATI OD ADIRITTURA UNO DEI “POPOLI DEL MARE” CHE NEL II MILLENNIO EMIGRO’ DALLE ISOLE EGEE VERSO L’ALTO ADRIATICO. FURONO CERTAMENTE FORMIDABILI NAVIGATORI , E GIUNTI NEL GOLFO ADRIATICO SI DIEDERO ALLA PIRATERIA . ADORAVANO DIVINITA’ CHE ERANO CONOSCIUTE COI INOMI DI SENTONA, IKA, AITICA, IUTOSSICA.17
I CAPI TRIBU’ GOVERNAVANO LA CONFEDERAZIONE DELLE ISOLE SPARSE INVNIVERSIXA’ CON UN A RE CON POTERI LIMITATI ALLA DIFESA.
A ESTE NEL X SECOLO SI COINOSCE E DIFFONDE LA SCRITTURA.
900 a.C. Ω 200 a.C.
NEL GOLFO ADRIATICO INCROCIANO E TRAFFICANO LE NAVI GRECHE, FENICIE, ETRUSCHE.18
Micene nel I secolo a.C. era già ridotta in rovina.
1- ORIGINI LEGGENDARIE : MITI E LEGGENDE : ATALANTIDE - CARPANEA CON LE 7 PORTE - ANTENORE, CLODIO, ERACLE ERCOLE ARCOLE PROVA SAN MICHE SAN GIORGIO E IL DRAGO / CHE “VEN FORA DAL LAGO “
ATLANTIDE DETTO ESPERIO19ATLANTIDE : PLATONE NE PARLA NEL TIMEO E NEL CRITIA
“Popolo gueriero che avrebbe tentato la conquista dell’Europa e dell’Asia ma sarebbe stato vinto dai Greci.
Si sarebbe inabissato 20
2 - ELEMENTI LEGNO PALI DEA PALI GEOMORFOLOGICI
PALI SACRI 21 aprile DEA PALA - PALLADE - GIORNO FONDAZIONE ROMA
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PLINIO (23 d.C. 79 d.C.)
NATVRALIS HISXORIA III ,16, 120, 121,
...TVSCI EGESTO AMNIS IMPETV PER TRANSVERSVM IN ATRIANORVM
PALVDES QVAE SEPTEM MARIA
APPELLANTVR, NOBILI PORTV OPPIDI
TVSCORVM ATRIAE A QVO ATIATICVM
MARE ANTE APPELLABATVR QVOD
NVNC HADRIATICVM.
GLI ETRUSCHI DEVIARONO ILCORSO
DEL FIUME IN SENSO TRASVERSALE ,
ENTRO LE LAGUNE ADRIANE DETTE
SETTE MARI (per collegarle) AL CELEBRE,
PORTO DI ADRIA, CITTA’ DEGLI ETRUSCHI,
DA CUI IL MARE PRIMA ERA CHIAMATO
ATRIATICVM ORA HADRIATICVM
LAPIDE POSTA IN QUEL DI ADRIA
TRADUZIONE DI RENATO DE PAOLI
Bibliografia
Isole Spare Menago Tarmasia
Memorie del Museo Civico di Storia Naturale di Verona (II serie)
Sezione Scienze dell’uomo, n. 5 - 2002, pagg. 68-70. A cura di Alessandra Aspes
(LAX VEN XK ISOLE SPARSE ARCIPELAGO ENDOLAGUNA PLANIZIALE PALO AVO ARUSNATI ARILICA MINCIO MANTO GOVERNOLO PO FERARA AESIS ADRIA SPINA RAVENA, TION BONFERRARO, TARTARO NOGARA , TREGNON BIONDE , MENAGO SPARE' CASTEL TARTARO , HOSTILIA FRATTA FRATTESINA NARDE, ADIGE LEGNAGO TERRANEGRA , ATHESIS CUCCA VERONELLA SAN GREGORIO - GUA' - COLOGNA EDRON RIVIERE BERICHE EUGANE ESTE EDRON MEDUACO SETE MARI )
1- ORIGINI LEGGENDARIE : MITI E LEGGENDE : ATALANTIDE - CARPANEA CON LE 7 PORTE - ANTENORE, CLODIO, ERACLE ERCOLE ARCOLE PROVA SAN MICHE SAN GIORGIO E IL DRAGO / CHE “VEN FORA DAL LAGO “
ATLANTIDE DETTO ESPERIO - 19 ESPERXUSA
ATLANTIDE : PLATONE NE PARLA NEL TIMEO E NEL CRITIA
“Popolo gueriero che avrebbe tentato la conquista dell’Europa e dell’Asia ma sarebbe stato vinto dai Greci.
Si sarebbe inabissato 20 TRA 11.000 E 9.000 A.C.
2 - ELEMENTI LEGNO PALI DEA PALI GEOMORFOLOGICI
PALI SACRI
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PLINIO (23 d.C. Ω 79 d.C.) NATVRALIS HISXORIA III ,16, 120, 121,
...TVSCI EGESTO AMNIS IMPETV
PER TRANSVERSVM IN ATRIANORVM
PALVDES QVAE SEPTEM MARIA
APPELLANTVR, NOBILI PORTV OPPIDI
TVSCORVM ATRIAE A QVO ATIATICVM
MARE ANTE APPELLABATVR QVOD
NVNC HADRIATICVM.
GLI ETRUSCHI DEVIARONO IL CORSO
DEL FIUME IN SENSO TRASVERSALE ,
ENTRO LE LAGUNE ADRIANE DETTE
SETTE MARI AL CELEBRE,
PORTO DI ADRIA, CITTA’ ETRUSCA,
DA CUI IL MARE PRIMA ERA CHIAMATO
ATRIATICVM ORA HADRIATICVM
LAPIDE POSTA IN QUEL DI ADRIA
TRADUZIONE DI RENATO DE PAOLI
...TVS
IMPETO PER
AXRAVERSARE
IN
ADRIA
A
SEXXE MARIA
CHIAMARONO ,
NOBILE
PORTO
OPPIDI
TV
ATRIAE
ADRIATICVM MARE
PRIMA CHIAMAVANO
QUOD
NVNC HADRIATICVM
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PLUTARCO (50 - 120 d.C.) Cam. XVI
ΦΑΛΛΤΤΑΝ ΑΛΡΙΑΝ ΚΑΛΟΨΣΙΝ ΑΠΟ
ΤΨΡΡΙΝΙΚΗΣ ΠΟΛΕΩΣ
CHIAMANO ADRIAXICO IL MARE
DA ADRIA CITTA ETRVSCA
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FALLATTAN ALRIAN KALOISIN APO
XVRRINI
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LAPIDE AD ADRIA
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GIUSTINO ( II SEC. D.C. ) XX, I, 9
ADRIA QVOQVE ILLIRICO MARI
PROXIMA QUALE ET ADRIATICO MARI
NOMEN DEDIT......
ADRIA, VICINA AL MARE ILLIRICO,
CHE DIEDE IL NOME ANCHE AL MARE
ADRIATICO.....
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(LAX VEN XK ISOLE SPARSE ARCIPELAGO ENDOLAGUNA PLANIZIALE PALO AVO ARUSNATI ARILICA MINCIO MANTO GOVERNOLO PO FERARA AESIS ADRIA SPINA RAVENA, TION BONFERRARO, TARTARO NOGARA , TREGNON BIONDE , MENAGO SPARE' CASTEL TARTARO , HOSTILIA FRATTA FRATTESINA NARDE, ADIGE LEGNAGO TERRANEGRA , ATHESIS CUCCA VERONELLA SAN GREGORIO - GUA' - COLOGNA EDRON RIVIERE BERICHE EUGANE ESTE EDRON MEDUACO SETE MARI )
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PALO AVO SILE ( ISOLE )
http://www.parks.it/parco.fiume.sile/iti.html
Libro 1, vv. 81-123 Traduzione Versione Latina "Libro 1, vv. 81-123" de "Eneide" di "Virgilio".
Haec ubi dicta, cavum conversa cuspide montem impulit in latus; ac venti velut agmine facto, qua data porta, ruunt et terras turbine perflant. incubuere mari totumque a sedibus imis una Eurusque Notusque ruunt creberque procellis Africus, et vastos volvunt ad litora fluctus. insequitur clamorque virum stridorque rudentum; omotel eripiunt subito nubes caelumque diemque omot Teucrorum ex oculis; ponto nox incubat atra; intonuere poli et crebris micat ignibus aether praesentemque viris intentant omnia mortem. Extemplo Aeneae solvuntur frigore membra; ingemit et duplicis tendens ad sidera palmas talia voce refert: 'o terque quaterque beati, quis ante ora patrum Troiae sub moenibus altis contigit oppetere. o Danaum fortissime gentis Tydide. mene Iliacis occumbere campis non potuisse tuaque animam hanc effundere dextra saevus ubi Aeacidae telo iacet Hector, ubi ingens Sarpedon, ubi tot Simois correpta sub undis scuta virum galeasque et fortia corpora volvit.' Talia iactanti stridens Aquilone procella velum adversa ferit, fluctusque ad sidera tollit. franguntur remi, tum prora avertit et undis dat latus, insequitur cumulo praeruptus aquae mons. hi summo in fluctu pendent; his unda dehiscens terram inter fluctus aperit, furit aestus harenis. tris Notus abreptas in saxa latentia torquet saxa vocant ITALI (I TALI - TALI - TALIA - OS TILIA - HOS TILIA ) mediis quae in fluctibus Aras, dorsum immane mari summo, tris Eurus ab alto in brevia et Syrtis urget, miserabile visu, inliditque vadis atque aggere cingit harenae. unam, quae Lycios fidumque vehebat Oronten, ipsius ante oculos ingens a vertice pontus in puppim ferit: excutitur pronusque magister volvitur in caput, ast illam ter fluctus ibidem torquet agens circum et rapidus vorat aequore vertex. apparent rari nantes in gurgite vasto, arma virum tabulaeque et Troia gaza per undas. iam validam Ilionei navem, iam fortis Achatae, et qua vectus Abas, et qua grandaevus Aletes, vicit hiems; laxis laterum compagibus omnes accipiunt inimicum imbrem rimisque fatiscunt.
Libro 1, vv. 81-123 Traduzione Versione Latina "Libro 1, vv. 81-123" de "Eneide" di "Virgilio".
Come ciò detto, ribaltata la lancia, colpì alla costa il cavo monte; ed i venti come fatta una schiera dov’ è dato lo sbocco, corrono e flagellano le ISOLE col soffio. Bloccarono il “ MARE ATRIANO “ e tutto dal massimi fondi insieme Euro e Noto – (Eurusque Notusque) vanno ed Africo denso di bufere, e riversano i vasti flutti sui lidi. Ne segue un grido di uomini ed uno stridio di cordami; subito le nubi strappano il cielo ed il giorno dagli occhi dei Teucri; nera sul “ MARE ATRIANO “ sovrasta la notte; Tuonarono i poli e l’etere splende di densi fuochi tutto minaccia sugli uomini una morte imminente. All’istante le membra di Enea si sciolgono dal brivido; geme e tendendo entrambe le mani alle stelle così esprime a voce: “O tre quattro volte felici, cui toccò affrontare la morte davanti ai volti dei padri e sotto le alte mura di Troia. O Tidide, il più forte della razza dei Danai. Io, non aver potuto cadere nelle piane iliache e spendere questa vita per mano tua, dove giace il fiero Ettore (Hector) per l‘arma dell’Eacide, dove Sarpedo gigante, dove sotto l’onde il Simoenta travolge tanti scudi strappati ed elmi e forti spoglie d’eroi.” A lui che grida così un turbine Talia ( TALI A - TALI - A - OS TILIA - HOS TILIA –HOS TALIA OSTILE ) nemico stridendo per Aquilone ferisce la vela e solleva i flutti alle stelle. Si spaccano i remi, poi si rovescia la prora ed offre il fianco alle onde, l’insegue un monte spezzato con la (sua) massa d’acqua.Questi pendono in cima l flutto; a questi un’ onda aprendosi scopre tra i flutti l’ISOLA, il risucchio infuria sulle sabbie. Noto tormenta tre navi strappate nelle rocce latenti rocce che TALIA ( TALI A - TALI - A - OS TILIA - HOS TILIA –HOS TALIA OSTILE ) chiamano Are ( AVE ) in mezzo ai flutti, enorme dorsale in cima al “ MARE ATRIANO “, tre le spinge Euro dall’alto anche negli stretti di Sirte, miserevole (spettacolo) a vedersi e le sbatte nelle secche e le cinge d’un muro di sabbia. Una, che portava i Lici ed il fidato Oronte – ( Oronten ), sotto i suoi occhi l’enorme “ MARE ATRIANO “a la ferisce dall’alto sulla poppa: il pilota bocconi è sbalzato e rotolato a capofitto, ma tre volte il flutto la tortura lì ancora roteandola e un rapido vortice con l’acqua la divora Pochi appaiono nuotando nel vasto vortice, armi d’eroi e tavole e tesori troiani tra le onde. Ormai la robusta nave d’Ilioneo, ormai (quella) del forte Acate, e (quella) da cui (é) portato Abante, e (quella) da cui il vecchio Alete, le ha vinte la bufera; tutte con l’insieme dei fianchi sfasciato accettano la pioggia nemica e per le falle si aprono
(LAX VEN XK ISOLE SPARSE ARCIPELAGO ENDOLAGUNA PLANIZIALE PALO AVO ARUSNATI ARILICA MINCIO MANTO GOVERNOLO PO FERARA AESIS ADRIA SPINA RAVENA, TION BONFERRARO, TARTARO NOGARA , TREGNON BIONDE , MENAGO SPARE' CASTEL TARTARO , HOSTILIA FRATTA FRATTESINA NARDE, ADIGE LEGNAGO TERRANEGRA , ATHESIS CUCCA VERONELLA SAN GREGORIO - GUA' - COLOGNA EDRON RIVIERE BERICHE EUGANE ESTE EDRON MEDUACO SETE MARI )
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