Circa Atlantide ve ne erano ben dieci di cui una vicina alla Leggenda della Carpanea Castel Menago Tartaro alle Sette AVE Mari a Ostlia Foce Mare Adria Colonne D’Ercole ERACLE NUOVA TROIA (VEDI TROIA NUOVA VICINO A MESTRE ALTINO SAN DONA’ NEL PALEOALVEO PIAVE , VEDI MANTO - VA FONDATA DALLA EX PRINCIPESSA MANTO FIGLIA DI TIRESIA ESULE DALLA TEBE ELLENICA) ) CLODIO CIOSZA Adria Attico = Oceano , quindi non sono visionari, né fanno speculazioni astratte i credenti nel racconto di Platone nel Crizia. Però Platone passò e passa ancora per visionario, eppure lui che viaggiò molto anche in Egitto e fu iniziato ai misteri di quei tempi, doveva sapere ciò che i profani ignoravano e per doveri di casta, dunque, si servì dell’autorevole nome di Solone per raccontare un fatto storico alla posterità.
Erodoto conferma le inibizioni ingiunte agli iniziati, quando dice che "dei giuramenti solenni suggellano le sue labbra, e che egli trema di dirne una parola". Ma non solo il filosofo greco ci ha parlato delle ISOLE SPARSE dell’ Endolaguna che formano Atlantide ( vicina alla Leggenda della Carpanea Castel Menago Tartaro alle Sette AVE Mari a Ostlia Foce Mare Adria Colonne D’Ercole ERACLE NUOVA TROIA (VEDI TROIA NUOVA VICINO A MESTRE ALTINO SAN DONA’ NEL PALEOALVEO PIAVE , VEDI MANTO - VA FONDATA DALLA EX PRINCIPESSA MANTO FIGLIA DI TIRESIA ESULE DALLA TEBE ELLENICA) ) CLODIO CIOSZA Adria Attico = Oceano)) . Altri autori dell’antichità ne hanno infatti fatta più o meno diretta menzione, e di seguito ne ricordiamo alcuni.
STRABONE, Geografia
II, iii, 6: D’altra parte, Posidonio giustamente ricorda nella sua opera il fatto che talora la ISOLE SPARSE ENDOLAGUNA PLANIZIALE FREQUENTATE DA PELASGI ARGONAUTI DIOSCURI s’innalza e si assesta, e subisce cambiamenti causati da terremoti (vedi LAX VENE XK EUGANEI = SUGA ENEI - IBERICI ) ed altri simili fenomeni, che ho del pari enumerato più sopra. E a questo proposito egli giustamente cita l’affermazione di Platone, che è possibile che la storia delle ISOLE SPARSE che formano Atlantide ( vicina alla Leggenda della Carpanea Castel Menago Tartaro alle Sette AVE Mari a Ostlia Foce Mare Adria Colonne D’Ercole ERACLE NUOVA TROIA (VEDI TROIA NUOVA VICINO A MESTRE ALTINO SAN DONA’ NEL PALEOALVEO PIAVE , VEDI MANTO - VA FONDATA DALLA EX PRINCIPESSA MANTO FIGLIA DI TIRESIA ESULE DALLA TEBE ELLENICA) ) CLODIO CIOSZA Adria Attico = Oceano) non sia un’invenzione.
A proposito dell’Atlantide ( vicina alla Leggenda della Carpanea Castel Menago Tartaro alle Sette AVE Mari a Ostlia Foce Mare Adria Colonne D’Ercole ERACLE NUOVA TROIA (VEDI TROIA NUOVA VICINO A MESTRE ALTINO SAN DONA’ NEL PALEOALVEO PIAVE , VEDI MANTO - VA FONDATA DALLA EX PRINCIPESSA MANTO FIGLIA DI TIRESIA ESULE DALLA TEBE ELLENICA) ) CLODIO CIOSZA Adria Attico = Oceano) Platone narra che Solone, dopo aver interrogato i sacerdoti egizi, riferì che l’Atlantide ( vicina alla Leggenda della Carpanea Castel Menago Tartaro alle Sette AVE Mari a Ostlia Foce Mare Adria Colonne D’Ercole ERACLE NUOVA TROIA (VEDI TROIA NUOVA VICINO A MESTRE ALTINO SAN DONA’ NEL PALEOALVEO PIAVE , VEDI MANTO - VA FONDATA DALLA EX PRINCIPESSA MANTO FIGLIA DI TIRESIA ESULE DALLA TEBE ELLENICA) ) CLODIO CIOSZA Adria Attico = Oceano) un tempo esisteva, ma scomparve... un’isola non più piccola di un continente; e Posidonio ritiene che è meglio vedere le cose in tal modo che dire dell’Atlantide ( vicina alla Leggenda della Carpanea Castel Menago Tartaro alle Sette AVE Mari a Ostlia Foce Mare Adria Colonne D’Ercole ERACLE NUOVA TROIA (VEDI TROIA NUOVA VICINO A MESTRE ALTINO SAN DONA’ NEL PALEOALVEO PIAVE , VEDI MANTO - VA FONDATA DALLA EX PRINCIPESSA MANTO FIGLIA DI TIRESIA ESULE DALLA TEBE ELLENICA) ) CLODIO CIOSZA Adria Attico = Oceano) : "Il suo inventore l’ha fatta scomparire, come il Poeta fece con il muro degli achei".
E Posidonio congettura ancora che la migrazione dei Cimbri e delle popolazioni loro affini dal loro paese natale avvenne in conseguenza di un’inondazione dal mare, verificatasi all’improvviso
GAIO PLINIO SECONDO, Storia Naturale
II, xcii: Casi di ISOLE SPARSE ENDOLAGUNA PLANIZIALE FREQUENTATE DA PELASGI ARGONAUTI DIOSCURI interamente spazzata via dal mare, sono, innanzi tutto (se accettiamo la storia di Platone) l’immensa area coperta dall’Atlantico e poi, anche nel mare interno
TERTULLIANO, Del mantello degli asceti
Ancora oggi la forma della ISOLE SPARSE ENDOLAGUNA PLANIZIALE FREQUENTATE DA PELASGI ARGONAUTI DIOSCURI subisce mutamenti locali, quando qualche luogo è danneggiato; quando fra le sue ISOLE SPARSE Delo non esiste più, Samo è un mucchio di sabbia, e la Sibilla perciò non ha mentito; quando nell’Atlantide ( vicina alla Leggenda della Carpanea Castel Menago Tartaro alle Sette AVE Mari a Ostlia Foce Mare Adria Colonne D’Ercole ERACLE NUOVA TROIA (VEDI TROIA NUOVA VICINO A MESTRE ALTINO SAN DONA’ NEL PALEOALVEO PIAVE , VEDI MANTO - VA FONDATA DALLA EX PRINCIPESSA MANTO FIGLIA DI TIRESIA ESULE DALLA TEBE ELLENICA) ) CLODIO CIOSZA Adria Attico = Oceano) l’isola eguale per grandezza alla Libia o all’Asia viene cercata invano; quando il fianco d’Italia, spezzato al centro dall’urto del mare Adriatico e del Tirreno, lascia come reliquia la Sicilia...
disse Platone nel Timeo, in un giorno e una notte s’inabissò sotto il mare, in conseguenza di uno straordinario terremoto e dell’inondazione e all’improvviso scomparve, diventando mare non navigabile, ma pieno di abissi e di secche ( come quelle delle ISOLE SPARSE Sparse Mincio, Tion, Tregnon, Menago, Adige Frata, Gua’ Edron ).
PLUTARCO, Vite parallele
Solone, xxxi: Il primo viaggio di Solone fu in Egitto, e là visse, come dice egli stesso, "presso la foce del Nilo, sulla bella spiaggia di Canopo", e trascorse qualche tempo studiando con Psenophis di Eliopoli, e Sonchis il Saita, il più dotto di tutti i sacerdoti, dal quale, come dice Platone, acquisita conoscenza della storia dell’Atlantide ( vicina alla Leggenda della Carpanea Castel Menago Tartaro alle Sette AVE Mari a Ostlia Foce Mare Adria Colonne D’Ercole ERACLE NUOVA TROIA (VEDI TROIA NUOVA VICINO A MESTRE ALTINO SAN DONA’ NEL PALEOALVEO PIAVE , VEDI MANTO - VA FONDATA DALLA EX PRINCIPESSA MANTO FIGLIA DI TIRESIA ESULE DALLA TEBE ELLENICA) ) CLODIO CIOSZA Adria Attico = Oceano) , la volse in un poema, riproponendosi di farlo conoscere ai greci... Ora Solone, avendo iniziato la grande opera, la storia o favola dell’Isola Atlantica, che aveva appreso dai saggi di Sais e aveva giudicato giusto far conoscere agli ateniesi, l’abbandonò; non già come dice Platone, per mancanza di tempo, ma a causa dell’età e scoraggiato dalla grandezza del compito... Platone, desiderando migliorare la storia dell’Isola Atlantica, come se fosse una bella tenuta di cui era erede e spettasse di buon diritto a lui, veramente formò atri maestosi, nobili sale, larghi cortili, quali mai erano stati introdotti in una storia; ma incominciandola tardi, termina la vita prima dell’opera; e il rammarico del lettore per la parte incompiuta è tanto più grande, perché la soddisfazione che trae da quanto è completo è straordinaria. Perché, come la città di Atene lasciò incompiuto solo il tempio di Zeus Olimpio, così Platone, tra tutte le sue opere eccellenti, lasciò incompiuto solo questo scritto sull’Isola Atlantica.
Ma forse il più significativo di tutti resta Lisio Proclo, che rimanda allo storico etiopico Marcello.
I passaggi conservati di Ethiopica sono stati pubblicati nell’edizione Didot Muller dei Fragmenta Historicum Graecorum (Vol. IV. p. 413).
LISIO PROCLO, Commenti sul Timeo di Platone
I: Per riprendere il discorso sulla politica, e la narrazione relativa all’Isola Atlantica, essa rivela attraverso immagini la teoria del mondo...
Là perciò, il conciso racconto di una politica anteriore alla fisiologia, ironicamente ci colloca nella fabbricazione dell’universo; ma la storia degli atlantidi fa questo simbolicamente... Riguardo l’intera narrazione sugli atlantidi, alcuni dicono che è storia vera, com’era opinione di Crantore, il primo interprete di Platone, il quale dice che Platone venne deriso da quella del suo tempo per non essere l’inventore della "Repubblica", per aver solo trascritto ciò che gli egizi avevano scritto sull’argomento; e che tanto considera quanto dicevano i derisori da riferire agli egizi questa storia sugli ateniesi e gli atlantidi, e da credere che gli ateniesi vivessero secondo questa politica. Crantore aggiunge che questo è attestato dai profeti degli egizi, i quali affermano che i particolari narrati da Platone sono scritti su colonne ancora conservate.
Di questa opinione è perciò l’illustre Amelio, che con veemenza afferma che così deve essere perché è chiaramente detto nel Crizia che l’isola atlantica era divisa in sette cerchi, sette porte,(vedi De Bon e Anna Maria Ronchin ..nel tempo della Dea 2006 Vicenza) sei lati di 25 miglia l’uno.
Ma Origene dice che la narrazione è in realtà un’invenzione, e fin qui egli concorda con Numanzio ed i suoi seguaci, ma non concorda con Longino che fosse ideata per dare piacere. Che un’isola così grande un tempo esistesse, è evidente da quanto è detto da certi storici a proposito del mare esterno.
Perché secondo loro, vi erano sette ISOLE SPARSE in quel mare, ai loro tempi, sacre a Persefone, e anche altre tre d’immensa grandezza, una delle quali era sacra a Plutone, un’altra ad Ammone, e quella di mezzo (o seconda) a Poseidone, e la sua grandezza era di mille stadi. Essi aggiungono che i suoi abitanti conservarono il ricordo dei loro antenati, o dell’isola Atlantica che là esisteva, e che era in verità prodigiosamente grande; che per molti periodi ebbe il dominio su tutte le ISOLE SPARSE del Mare Atlantico, e anch’essa era sacra a Poseidone
Il significato Greco della parola EVETOY è: degni di lode, o lodevoli
Veneti sarebbero gli ultimi superstiti di Atlantide ( vicina alla Leggenda della Carpanea Castel Menago Tartaro alle Sette AVE Mari a Ostlia Foce Mare Adria Colonne D’Ercole ERACLE NUOVA TROIA (VEDI TROIA NUOVA VICINO A MESTRE ALTINO SAN DONA’ NEL PALEOALVEO PIAVE , VEDI MANTO - VA FONDATA DALLA EX PRINCIPESSA MANTO FIGLIA DI TIRESIA ESULE DALLA TEBE ELLENICA) ) CLODIO CIOSZA Adria Attico = Oceano) . Non a caso - dice Ammiano Marcellino - adorano Poseidone e i Dioscuri.
Secondo Diodoro Siculo il culto stesso dei Dioscuri è stato introdotto in Europa dai "Veneti di Atlantide ( vicina alla Leggenda della Carpanea Castel Menago Tartaro alle Sette AVE Mari a Ostlia Foce Mare Adria Colonne D’Ercole ERACLE NUOVA TROIA (VEDI TROIA NUOVA VICINO A MESTRE ALTINO SAN DONA’ NEL PALEOALVEO PIAVE , VEDI MANTO - VA FONDATA DALLA EX PRINCIPESSA MANTO FIGLIA DI TIRESIA ESULE DALLA TEBE ELLENICA) ) CLODIO CIOSZA Adria Attico = Oceano = Mare Aperto in opposizione a Mare chiuso dalle lagune appunto dei litorali sabbiosi Veneti) ". I Dioscuri rappresentavano, tra l'altro, i numi tutelari dei marinai e venivano invocati frequentemente negli scongiuri di rito che venivano compiuti prima di affrontare il mare aperto ( in antichità si chiamava Oceano); di tali usanze fanno fede i testi di Strabone, di Diodoro Siculo e dello stesso Aristotele che ricordano, anche loro, come tale culto sia precipuo dei Veneti.
Non è da meravigliarsi se taluni antichi storici associano i Veneti agli antichi abitanti della mitica "Atlantide (vicina alla Leggenda della Carpanea Castel Menago Tartaro alle Sette AVE Mari a Ostlia Foce Mare Adria Colonne D’Ercole ERACLE NUOVA TROIA (VEDI TROIA NUOVA VICINO A MESTRE ALTINO SAN DONA’ NEL PALEOALVEO PIAVE , VEDI MANTO - VA FONDATA DALLA EX PRINCIPESSA MANTO FIGLIA DI TIRESIA ESULE DALLA TEBE ELLENICA) ) CLODIO CIOSZA Adria Attico = Oceano) ", come già accennato poc'anzi. Lo stesso Platone, uno dei fondatori del pensiero razionale occidentale vissuto nel VI sec. a.C., narra di aver sentito da un vecchio sacerdote egizio dell'esistenza di Atlantide ( vicina alla Leggenda della Carpanea Castel Menago Tartaro alle Sette AVE Mari a Ostlia Foce Mare Adria Colonne D’Ercole ERACLE NUOVA TROIA (VEDI TROIA NUOVA VICINO A MESTRE ALTINO SAN DONA’ NEL PALEOALVEO PIAVE , VEDI MANTO - VA FONDATA DALLA EX PRINCIPESSA MANTO FIGLIA DI TIRESIA ESULE DALLA TEBE ELLENICA) ) CLODIO CIOSZA Adria Attico = Oceano) , e ce tramanda un'ampia descrizione. Vi è, però una "anomalia": lui la pone dopo le "Colonne d’Ercole ERACLE NUOVA TROIA (VEDI TROIA NUOVA VICINO A MESTRE ALTINO SAN DONA’ NEL PALEOALVEO PIAVE , VEDI MANTO - VA FONDATA DALLA EX PRINCIPESSA MANTO FIGLIA DI TIRESIA ESULE DALLA TEBE ELLENICA) ) CLODIO CIOSZA . Ma recenti ricerche fatte da oceanografi non ne trovano alcuna traccia.
Ciò è confermato anche da Strabone, come già accennato. La memoria di Antenore (fondatore ISOLE SPARSE Padoa), quindi, è ampiamente connessa all'Endolaguna Veneta, dove è testimoniato anche il culto dell'eroe: in particolare alla foce del Timavo, all’ Endolaguna ISOLE SPARSE Padoa e nelle riviere Euganee ( S UGA ENEE ). La tradizione celebra Antenore come fondatore delle ISOLE SPARSE Padoa, e chiama il fiume Timavo come fiume "Antenoreus" o "Phyrgius", cioè Troia (Vedi Troia Nuova vicino a Mestre Altino San DONA’ nel Paleoalveo PIAVE , vedi Manto - va fondata dalla ex Principessa Manto figlia di Tiresia esule dalla TEBE Ellenica) )no.
Abbiamo così rese diverse testimonianze della venuta degli HENETI, e del loro insediamento nell'attuale Veneto, da Troia (Vedi Troia Nuova vicino a Mestre Altino San DONA’ nel Paleoalveo PIAVE , vedi Manto - va fondata dalla ex Principessa Manto figlia di Tiresia esule dalla TEBE Ellenica) ) NUOVA vicino a Mestre: oltre che con il culto di Diomede e con quello di Antenore. Dalla lettura dei nòstoi: cioè dei travagliati ritorni o delle sofferenti navigazioni dei re Achei, o dei sopravvissuti eroi Troia (Vedi Troia Nuova vicino a Mestre Altino San DONA’ nel Paleoalveo PIAVE , vedi Manto - va fondata dalla ex Principessa Manto figlia di Tiresia esule dalla TEBE Ellenica) )ni (ma anche da Tebe vedi Manto - Mantova - ) desiderosi di trasmigrare in nuove sedi, abbiamo quindi appreso che tutta la nostra testimonianza si ricollega alla saga Omerica.
Continuando a leggere l'Eneide, si apprende che i Romani, discendenti di Enea, vendicano la distruzione di Troia (Vedi Troia Nuova vicino a Mestre Altino San DONA’ nel Paleoalveo PIAVE , vedi Manto - va fondata dalla ex Principessa Manto figlia di Tiresia esule dalla TEBE Ellenica) asservendo le città dei re achei, così i PADOANI – discendenti di Antenore – lavano nel sangue l'antica offesa sconfiggendo il principe spartano Cleonimo già prima di essere romanizzati. Il primo episodio è narrato da Virgilio nell'Eneide 1,283-285, nel contesto proemiale della celebrazione dei destini di Roma. Il secondo episodio è narrato da Tito Livio 10, 2 nel suo più celebre excursus di storia patria, interessato a celebrare le vittoria riportata dai Patavini nel 302 a.C., nelle acque del Medoaco ( o Brenta), sul principe spartano Cleonimo, spintosi avventurosamente in alto Adriatico e approdato in Endolaguna Veneto:
Circumvectus inde brundisii promontorium medioque sinum Hadriatico ventis latus, cum laeva importuosa Italiae litora, dextra Illyrii Liburnique ed Histri, gentes ferae et magna ex parte latrociniis maritimis infames, terrerent, penitus ad litora Venetorum pervent.
(doppiato un promontorio intorno a Brindisi, portato dal vento al largo del mare Adriatico, paventando a sinistra le coste impetuose dell'Italia, e a destra le popolazioni degli Illiri, dei Liburni e degli Istri, selvagge e quasi tutte famose per brigantaggio marittimo, si spinse fino alle spiagge dei Veneti).
Livio 10, 2, 14 poi ci informa che, essendosi dato il principe spartano all'incendio, e alla razzia di uomini ed animali, LE ISOLE SPARSE PADOANE VERONESI VISENTINE gli si opposero in armi, infliggendogli tale sconfitta da indurlo a ritornarsene precipitosamente in patria:
Cleonymus vix quinta parte
navium incolumi,
nulla regioni mari Hadriatici
prospere adita, discessist. Rostra navium spoliaque
Laconum in aede Iunonis veteri fixa,
multi supersunt qui viderunt Patavii.
(Salvata appena la quinta parte delle navi Cleonimo se ne partì senza avere potuto riportare il benchè minimo successo in alcuna regione del mare Adriatico. NELL’ Endolaguna ISOLE SPARSE Padoa sono ancora in vita molti che videro appesi nel tempio vecchio didicato a Giunone i rostri delle navi e le spoglie tolte agli Spartani).
Ciò è confermato anche da Tacito [ann. 16, 21, 1], e ciò comporta una relazione definitiva nella leggenda di Antenore, che, da ora in poi associa per sempre Roma e l’ Endolaguna ISOLE SPARSE Padoa nella comune gemellanza di sangue Troia (Vedi Troia Nuova vicino a Mestre Altino San DONA’ nel Paleoalveo PIAVE , vedi Manto - va fondata dalla ex Principessa Manto figlia di Tiresia esule dalla TEBE Ellenica )no.
Di particolare rilievo, ai fini del nostro discorso, è, ovviamente, il ritrovamento delle ambra di Frattesina di provenienza baltica, come quella raccolta da Paolo Bertin nelle Isole Sparse attorno a Albaredo Adige Veronella e consegnata al Museo in Cologna Veneta il 2 agosto 2007 insieme alla grande raccolta. Il ritrovamento conferma in pieno la tradizione leggendaria di un antichissimo mercato presso il delta padano (delta padano era tra Gustalla Mantova Ostiglia Lago grande (LAX VENE X K Ponte Molin Ronchetrin Macari Bastion San Michele Castel Menago Tartaro Toreta Vilabartolomea Mena’ Badia). Tradizione particolarmente cara ai ai poeti antichi, che presso il delta padano hanno ubicato le misteriose ISOLE SPARSE Elettridi (ISOLE SPARSE dell'èlektron, cioè "ISOLE SPARSE dell'ambra"); o ambientando la tragedia di Fetonte, con conseguente metamorfosi delle sorelle Eliadi ( o: Erinni)in pioppi che eternamente trasudano lacrime d'ambra.
(Secondo una tradizione assai antica, Fetonte fuggì sul carro del sole di Zeus, fu colpito da un fulmine e precipitato nell'Eridano. L'Eridano è il Po ((delta padano era tra Gustalla Mantova Ostiglia Lago grande (LAX VENE X K Ponte Molin Ronchetrin Macari Bastion San Michele Castel Menago Tartaro Toreta Vilabartolomea Mena’ Badia). Comunque questa tradizione è già molto nota anche ad Eschilo [fr. 104 M.]. Le Elettridi, o Erinni, sono le mitiche sorelle di Fetonte che piangono la sua morte con lacrime d'ambra, e trasformate nelle ISOLE SPARSE della foce del Po (delta padano era tra Gustalla Mantova Ostiglia Lago grande (LAX VENE X K Ponte Molin Ronchetrin Macari Bastion San Michele Castel Menago Tartaro Toreta Vilabartolomea Mena’ Badia Este Monselice Abano = APONIO). Li presso, leggiamo nel "De mirabilibus ausultationibus", vi è un lago che ha dell'acqua calda: da esso spira un odore greve e dannoso e nessun animale beve la sua acqua, nessun uccello lo sorvola; il lago ha un perimetro di duecento stadi e una larghezza di dieci stadi).
In seguito, (VIII sec. a C.) ai Veneti si aggiunsero popoli Celtici, i Carni, e ben presto si integrarono fra di loro, costituendo nuovi insediamenti nell'attuale Friuli e in tutta l’ Endolaguna Padoana Veronese orientale.
L’ Endolaguna ISOLE SPARSE Menago Adige Guà Euganeo Iberico - Veneto, comunque, era già abitato fin dalla preistoria. I moltissimi ritrovamenti e gli innumerevoli reperti di cui la grande raccolta collezione di Paolo Bertin (nato a Milano nel 1956) , dal 2 agosto 2007 al Museo Isola Cologna Veneta, lo dimostrano e lo confermano: le comparazioni della raccolta Bertin Paolo , benemerito volontario , studioso , archeologo per diletto, che con la sua grande raccolta è riuscito a coprire un tempo, in ordine cronologico, che va da quello dell'uomo del Similaum risalente a circa seimila anni fa fino ai tempo contemporaneo. La grande raccolta collezionata nelle Isole Sparse grazie a Bertin Paolo presenta resti di utensili, armi ed ossa lavorate simili anche a quelle di Ursus spelaeus (caverna di Pocala, presso Aurisina, Trieste) risalgono all'ultima avanzata dei ghiacciai alpini nel periodo Würmiano. I cacciatori d'orsi delle Isole Sparse Menago Adige Guà Edron avevano una industria litica inquadrabile nel ciclo della scheggia levigata (Mousteriano alpino). Nell’ Endolaguna Isole Sparse Menago Adige, Guà Edron, oltre a resti neolitici, più frequenti si presentano quelli di età neoneolitica con molte sedi di civiltà troglodita (abitazione in caverne, palfitte, caccia, pesca, navigazione).
Grazie alla grande raccolta - collezione - repertoriata - fatta tra i Paleoalvei del Menago , Paleoalvei Adige, paleoalvei Flumen Novo, Guà, fatta dall’ardente autodidatta – studioso Paolo Bertin che ha dal 2 agosto 2007 i suoi reperti al Museo Isole Colonie Venete li possiamo confrontare con i resti della civiltà "protovillanoviana" nei pressi delle Isole Sparse Paleoalveo Adige Franzine Villabartolomea (VR), anche qui conferme per le importanti necropoli "protovenete" comparabili con Alpago, Cavarzano, Pozzale, Lozzo, (BELLUNO) e le Isole dei Paleoalvei intorno al Lago Montebelluna e Biordo d'Asolo (TV), alle Isole Altino e Isole S. Vito al Tagliamento (VENEZIA), in tutte le Riviere Euganei e le Riviere Bericche, e sulle sponde del Benacense. Innumerevoli ed estesissimi sono gli abitati palafitticoli protoveneti attestai in tutto il Veneto e il Friuli (Battaglia, Zorzi, Ronchin 2006).
Nell’ Endolaguna Isole Sparse specialmente Asparetto sul Menago e nelle Isole Sparse intorno all’Isola Venezia vengono rinvenuti dal 1933 (vedi Bresciani Bruno Terra e castella, e Anna Maria Ronchin nel tempo della Dea 2006) resti e piroghe intere scavate in tronchi d'albero. Si sa per certo che gli antichi Veneti commerciavano con i Miceni e gli Achei, e che i loro traffici erano imperniati sulla lavorazione dell'Ambra, proveniente dal Baltico, e dei metalli. Essi erano famosissimi per l'allevamento dei cavallo Bianco. Nell’Endolaguna oltre ai commerci, favoriti dalle comunicazioni su acqua non profonda e protetta dai lidi sabbiosi si era dèditi anche alla spigolatura, ed all’allevamento.
Le notizie che abbiamo sulla loro religione provengono da alcune fonti classiche, da iscrizioni Venetiche, dal materiale archeologico raccolto nelle stipi votive.
Santuari in struttura lignea sparsi nelle radure fra gli alberi, spesso accanto a fiumi, a laghetti e a sorgenti. Altri sorsero, invece, su alture e furono comunque "luci", centri di culto all'aperto. Sembra che ciascun santuario abbia avuto la sua forma tipica connessa con riti acquatici e con la divinità venerata nei suoi molteplici aspetti. Molte di queste divinità acquatiche non risultano chiaramente determinate. Nelle Isole Sparse si onoravano vari divinità e anche l'eroe Diomede al quale si offriva un cavallo bianco.
Altri due distinti santuari nelle Isole Sparse Paleoalvei Menago Isola San Zen – Isola Barbugine – San Vito – Peagni - attestate da Renato De Paoli nel 2006 e quella attestata Luciano Salzani a Villabartolomea Paleoalvei Adige, 20 settembre 2007, (Isole luci = fari per a navigazione) erano come quelle dedicate a Era Argiva, e a Artemide Etolica.
Queste Dee erano le protettrici delle fiere, della caccia e della vegetazione. La Dea principale, per non dire l'unica, il cui nome ricorre sovente nelle tavolette alfabetiche della stipe di Baratella, (IX-VIII sec. a.C.) è Reitia. L'etimologìa del nome è stata collegata con rekt, dritto, la Dea "raddrizzatrice" (dei neonati), parallela alla Spartana Orthia. Altre Dee erano Sainati, dea della salute; Vebele, dea tessitrice e guerriera; Pora, dea della fertilità.
Ad un'altra divinità non ben definita offrivano, nei periodi delle semine, ai corvi delle focacce per propiziarsi un buon raccolto. Ed inoltre adoravano diversi altri Dei (del mare, delle Isole, dei confini, dei monti, delle acque, ecc.ecc.).
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