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giovedì 6 aprile 2017


VENERDI' CULTURALI : 
Panificio Menardi Cav. Ernesto 

0444 325101




INCONTRO CON L'AUTORE 


Renato 



De Paoli


Vicenza e dintorni in 


Cartolina d’arte


Vicenza


21 aprile 2017 ore 18:00


stradella del garofolino 3/a


laterale corso fogazzaro



presenta

Alessandro Scandale
 GIORNALISTA  
     



info


3486781525   depaolirenato@gmail.com

VENERDìI CULTURALI : Panificio Menardi Cav. Ernesto 0444 325101 _


Panificio nel cuore del centro storico di Vicenza, condotto da 

generazioni dalla famiglia Menardi, si reinventa per

 proporvi qualcosa di nuovo! Degustazione di finger food dolc

sempre ovviamente accompagnati da un calice


Vi aspettiamo numerosi.

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Nello storico Panificio,caffè, Cav. Menardi Eugenio in centro storico di Vicenza sito nella stradella laterale di Corso Fogazzaro, che porta al Liceo Pigafetta, prima laterale a sinistre di Corso Fogazzaro adue passi proveniendo da corso Palladio, 
nell'ambito dei venerdì culturali, curati dal giornalista Alessandro Scandale, vengono presentate Cartoline d'arte, dell'autore Renato De Paoli, tratte dai suoi dipinti. Nell'occasione verrà illustrata l'opera  di Renato De Paoli, che  ha condensato  in poco meno di una decina di cartoline, l'opera architettonica di Vicenza, con uno sguardo storico- artistico alla giurisdizione che ha favorito  la nascita delle opere Palladiane in primis, ma anche opere simboliche di architettura quali per esempio il  "mitico" moderno,  museo Guggenheim Bilbao. Il narrato  delle grafiche, fatte a china, su lucido, prodotte  dal 1990 al 2000 circa (gli originali) come le cartoline, riportano luoghi notevoli  per la storia dell'architettura e dell'arte in gran parte  di Vicenza  quali contenitori-contenuto Koinè della ricerca da lustri condotta dall'artista anche  sulle rotte del Levante. Sarà anche presentata brevemente la sua biografia poetica e la sua editoria.
Il conduttore, l'artista, il padrone di casa  offriranno un brindisi  ai convenuti. 

Tutti invitati, partecipazione gratuita. 

Per chi lo desidera , (raggiunto un numero minimo di partecipanti) ci si può fermare nello stesso locale per una cena con l'artista (10 euro). Prenotazioni allo  0444 325101 _ info  3486781525_ depaolirenato@gmail.com _ 

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RENATO DE PAOLI
PITTORE

PER VEDERE ALCUNE OPERE 

SCHIACCIA  QUESTO LINK



VAI ALL' INTERVISTA A RENATO DE PAOLI
PITTORE
SCHIACCIA SU QUESTO LINK



RENATO DE PAOLI
PITTORE

PER VEDERE IL CURRICULUM 

PITTORICO 

SCHIACCIA  QUESTO LINK



VIDEO DI YOUTUBE

RENATO DE PAOLI
PITTORE


schiza su sto stramboto per vedere alcune opere Renato De Paoli 



Renato De Paoli, ( Renè da Sparè) ha collaborato con numerosi professionisti  dell'architettura in primis con lo studio De Paoli con il quale è cresciuto e poi nell'Urbanistica, dell'Ingegneria, quali, Arch. Grella,  Arch. Bolla docente IUAV Venezia,  si è specializzato in restauro architettonico  nel 1987/1988 a Vicenza sotto la guida dell'Architetto Steccati, del prof. Franco Barbieri Storico dell'arte, del prof Tanello, tra gli altri. Poi dal 1990 ha collaborato a tutt'oggi con il comune di Vicenza, con l'architetto Francesco Chiozzi, l'Ing. Rossetto, ed altri.E' coordinatore di sicurezza, Responsabile dei Beni Storico-artistici di Vicenza.  Docente  in corsi di formazione  per la "conservazione e valorizzazione del Patrimonio  storico architettonico  a  Bologna,  (1996)  e a Vicenza (1997_ 2005) . Con le sue edizioni Edar Renato De Paoli ha editato due raccolte di poesie (Poesis '99) (Le sete ave marie) , un diario fotografico ( Il diario delle Lune) , una bereve storia della civiltà fluviale veneta ( Nel tempo della Dea), oltre che a cataloghi d'arte ed altre pubblicazioni.  
  
Nasce a Sparè Isola sul Menago (Asparetto Cerea Verona) il 13/07/1956.
Frequenta fin da bambino le tante botteghe d'arte della sua "Isola" : "Sparè" sul Menago.
Figlio d'arte del padre Paolo-Paolino e della madre Rosa - impara l'arte del legno del restauro della riproduzione di mobili d'arte. Nella sua osteria l'ispirazione è sotto gli auspici del maestro Segattini che ha riempito l'"ostaria" di opere. D'estate frequenta la bottega d'arte del maestro Loris Barini, e impara la laccatura-doratura. Conosce e collabora assiduamente con  Nicola Silvestrini di Nogara progredendo anche nella fotografia e nell'architettura. Conosce l'opera del maestro scultore Costantini di Caselle vicino a Nogara.   Si addestra con il Maestro Scapini di Cerea nella Scuola "Appio Spagnolo". Alle mostre d'arte del paese di Asparetto conosce molti artisti tra gli altri la maestra Antonella Buratto. 

MOSTRE 
personali

2016_2015_Contrà frasche del Gambero 24 Vicenza.
2014 Teste Calde _ Arte in scatola _Vicenza _ Biron Di Sotto_
2012 VICENZA PAM Vicenza
1999 Vicenza "Bar Borsa" basilica Palladiana 
1995 Vicenza " Il cortiletto"



MOSTRE 
collettive recenti

2015 Araceli nuova Vicenza a cura Musatti Zenere
2015 Scaletta 62  Vicenza a cura di Michela Musatti
2015 "Arte in Corso" Fogazzaro Vicenza Settembre 19
2015 "Arte in Corso" Fogazzaro Vicenza Marzo 29

Concorsi


CRITICHE

Cartoline come segno artistico per conoscere meglio una città. 
E' quanto ha realizzato Renato De Paoli con Vicenza e dintorni in cartolina d’arte, un evento che andrà in scena a Vicenza, in pieno centro storico, venerdì 21 aprile alle 18.30 in uno dei luoghi più conosciuti della città, lo storico panificio Menardi, in cui dallo scorso novembre è iniziato un ciclo mensile di incontri culturale che un venerdì al mese presenta un autore, scrittore o artista vicentino e le sue opere.
Nell'incontro del 21 aprile De Paoli, intervistato dal giornalista Alessandro Scandale, illustrerà al pubblico la sua più recente creazione: una serie di cartoline d'artista che ritraggono alcuni tra i più suggestivi scorci della città di Vicenza. patrimonio dell'Unesco: piazza dei Signori con la Basilica Paladiana e la Torre dei Bissari; la chiesa dei Servi con il calendario e l'araldica veneti; piazza delle Erbe vista dall'arco Zavatteri; i quattro libri dell'architettura di Andrea Palladio.

De Paoli, di origine veronese ma da tempo residente a Vicenza, frequenta fin da bambino le tante botteghe d'arte della sua "Isola", "Sparè" sul Menago. Figlio d'arte, impara l'arte del legno del restauro della riproduzione di mobili artistici. Frequenta anche la bottega d'arte del maestro Loris Barini e impara la laccatura-doratura. Conosce e collabora assiduamente con Nicola Silvestrini di Nogara progredendo anche nella fotografia e nell'architettura. Conosce l'opera del maestro scultore Costantini di Caselle vicino a Nogara. Già funzionario tecnico del Comune di Vicenza e responsabile della sicurezza di edifici storico-artistici Beni Unesco, ha progettato e restaurato edifici pubblici e civili. È esperto di restauro del patrimonio storico artistico archeologico I luoghi dell'anima nell'endolaguna: un itinerario veneto e ama nei suoi scritti il tema del ripristino della fluvialità nel Veneto. Ha pubblicato Luoghi letterari della civiltà fluviale SETE-AVE-MARIE (EDAR) e nella prefazione scrive che "il centro di Vicenza e della sua provincia diventano in quest’antologia un itinerario dell’anima, cui il poeta ha dato voce, tracciando il percorso ideale tra i luoghi palladiani e le isole sparse.


Alessandro Scandale
Giornalista
3.4.2017 Vicenza
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NELLO SPAZIO DELL’ARTE 

L’artista noto per le origini acquatiche, per uno scherzo del destino ora è stanziale, nella terraferma della bella Vicenza. Personaggio poliedrico Renato De Paoli, appare e scompare per incantare l’animo. Le sue opere viaggiano fra il confine della realtà ed elaborati imprevedibili. Tre è il numero perfetto e tre sono le “cartoline d’arte” che l’artista ha scelto per me. La Parrocchia di S. Michele in S. Maria in Foro detta dei Servi di Vicenza, è un disegno in china nera e tecnica mista. L’autore nella sua visione, espone la facciata della chiesa dal lato Nord (nella realtà sembra incompiuta) e per divulgare la passione mitologica greca e romana, imprime i nomi delle divinità con caratteri arcaici. Giove, Giunone, Minerva e la dea Lua, accompagnata da una parola enigmatica. Il quartiere Burci in Vicenza è rappresentato con cura minuziosa di particolari. Con mano esperta sono stilizzati Palazzi adorni di statue, colonne e timpani inglobati con armonia in architetture dissimili, per estetica e stile. De Paoli brama possedere la saggezza, la scienza, le belle arti che vivono e prosperano nella Scuola materna, elementare, magistrale e università ex GIL. Un progetto fantasioso per una città ideale. Nella terza “cartolina d’arte” affiora il ricordo indelebile, di una pausa meditativa. Osservo la cittadina di Nogara (VR), ivi ha iniziato la carriera professionale. Suggestivo Il panorama sui tetti, dove “osano i colombi” del centro storico. Con terrazze, comignoli, soffitte e finestre illuminate, la parola si perde nel vento, per sfuggire alla vita frenetica e scoprire un angolo di cielo. Gustiamo queste piccole, ma pregevoli opere con un plauso all’artista Renato.

 Gabriella Molon 
Poeta Scrittrice 
3.4.2017 Vicenza

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IL SETTE BELLO

Nell'umiltà di sette cartoline si condensa la pazienza di un certosino, la voce di un poeta, la perizia di un architetto, la sintesi di uno storico. Dalla fusione del tutto emerge il bello di Renato De Paoli.
Si va dalla classica compostezza nella successione di basilica uffizi torre palazzo... allo sguardo incantato sui tetti, poeticamente cantati dopo averli per mesi o per anni tenuti sotto occhio vigile dal proprio posto di lavoro. Si corre poi al "tempio per abitare" di Andrea Palladio, la Rotonda, quasi pedante nella scrittura di pianta ed alzato se non fosse vivificato dagli abbozzi decorativi e dalla cornice di ville create dal genio rinascimentale e sparse sul territorio Veneto, dalla giovanile di Poiana Maggiore a quella della maturità a Maser. Ciò che più colpisce di altre tre cartoline è la riduzione a sintesi di Vicenza attorno alla statua di Andrea della Gondola o inquadrata sopra ruderi romani misurati cardo e decumano. Non basta un'ora alla decifrazione di ogni cartolina di questa serie per leggervi una storia che procede dalla profonda antichità fino ai tempi più recenti; e su questa storia la stratigrafia degli edifici. Come nel caso della Basilica gotica puntellata, crollata, meravigliosamente salvata dal genio rinascimentale. E così, in estensione, nell'angusto spazio, entrano, dove l'occhio da principio scorgeva segni caotici, le bellezze architettoniche di una città poesia. Poesia è una parola che non creo, ma rubo dai graffiti che Renato mette sottotraccia camuffandoli fra il turbinare di segni.
Se davanti a Guernica di Picasso si è dapprima perplessi e quindi meravigliati per l'intensità di sentimento racchiuso nei segni per evocare l'eccidio e lo strazio... così davanti ad ognuna di queste provocazioni, superata la superficialità della nostra presupponenza, nasce in cuore la gratitudine di tenere fra le mani il meglio di una città d'arte.
Sono tre le cartoline siffatte, così come l'unica composizione di uno stemma dogale, di Rossetti, per raggrupparvi l'arme di diversi dogi per ridire Venezia.
Se raccolgo le carte, da piazza dei Signori, ai tetti, alla Rotonda, più le tre su Vicenza e i dogi... faccio sette. Un sette bello dell'artista De Paoli.

 Mario Corato.
Poeta scrittore critcico
Recoaro
27 marzo 2017

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"Renato De Paoli e la post arte povera"

L'artista vive di emozioni ed esprime emozioni tramite il suo lavoro.
Qui si tratta di un artista, il nostro  Renato De Paoli, che setaccia il Corso Palladio per recuperare  davanti ai negozi il materiale scartato. Cartelloni pubblicitari, cartone, carte. 
Nel suo atelier improvvisato  con colori, pennelli, vernici, etc. crea, unisce incolla,taglia,cuce.
Per esprimersi, il vero artista non ha bisogno di altro.
Non servono tele, cornici, colori costosi, Quando il demone della creazione artistica bussa alla tua porta devi aprirla subito altrimenti corri il rischio di implosione.
C'è in giro  gente che si dice artista ed ha la casa piena di tele enormi rimaste invendute, a volte forse perchè esprimono il nulla ma non in senso zen o cosmico.
Quindi nascono queste opere fatte  con cornici composte di vari strati di cartone colorati. il quadro cerca una  valenza tridimensionale. Il disegno di prospetti  cittadini (case, architettura antica) risulta ben definito e particolareggiante meglio di una foto. Disegnato a china oppure a penna.
Nei ritratti c'è uno sprint post espressionista. Un buon disegno di un volto va oltre cerca di afferrare uno sprazzo di intimità della personalità  del soggetto. questo viene fatto con leggerezza di una piuma.
Renato De Paoli è da una vita che si esprime   con il disegno, da autodidatta, da osservatore della realtà che lo circonda. Per gioco per scherzo. 
Ora però con l'uso del colore s carta, cartone  o tela fa un salto oltre il muro per arrivare al prato dove attinge i colori della vita.
    
2016 NADIA VANINI 
26 aprile Verona


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"Non essere in attesa  per il De Paoli, è un suo sempre in viaggio: Dalla PREISTORIA letteraria delle Isole Lagunari  di una parte delle Isole  veronesi ( Isola della Scala etc.) ad una minuziosa  descrizione  cartografica di queste Isole...
De Paoli si fa contemporaneo e va in esposizione: tra osterie, più modernamente BAR o Caffè, nudi intravisti  da manifesti per profumieri o descrittive scene di bevute paesane tutte condite e servite su tovaglioli con essenzialità moderna.
Per altro  rivolgersi a Piero Franceschetti , M.Lucia  Ferraguti, ....... Fiorella in Contrà Frasche del gambero 24 Vicenza"_ 

ARCANGELO PERSANO  - 
2016 International PAPERNEWS ART Vicenza

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"Un approccio multidisciplinare a cui fa da contraltare un parterre di presenze di respiro nazionale a cominciare dal Direttore artistico architetto Veneto Renato De Paoli.."

MARIA GRAZIA TESCHI
2014 LA PROVINCIA DI CREMONA 8 aprile 2014

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"E' un progetto artistico-culturale di ampio respirio  quello messo in campo dall'architetto  Renato De Paoli,. L'arte  e i suoi molteplici linguaggi in un ideale intersambio  di immagini, parole , emozioni. Un viaggio  tra  varie forme  comunicatice e artistiche che dà voce al desiderio di raccontarsi tra scultura, pittura,grafica, fotorafia, design e poesia. mix di espressività protagonista.l'idea da cui è scaturita la mostra evidenziano l'architetto de Paoli ( noto per il restauro delle Ville Venete del Palladio  e i palazzi del Palladio a Vicenza nonchè Direttore Artistico dell'iniziativa "i linguaggi dell'Arte" (Cremona 12_30 aprile 2014). 

Giorgia Cippelli 
Mondo Padano Venerdì 4 aprile 2014 

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ANNETTE RONCHIN  2013
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"La percezione del mondo, dei suoi abitatori, degli oggetti, di ciò che si mostra come memoria e come progettualità è negli occhi dell'artista che connota  il reale  di incisive  leggerezze, istanti decisivi e irreversibili che, se modificano  il paesaggio, mai lo deturpano. Poiché costante s'insinua il sentimento  d'appartenenza nel bene, la possibilità  di essere presenza positiva nel futuro  che si profila  anche come riuso delle cose, dei luoghi, dell'opera umana. 
Così la narrazione del tempo, la scansione dei passaggi dalle ascendenze più lontane, fino al quotidiano, avviene sia nello sguardo della nostalgia, dell'affetto, sia in quello scabro dell'attualità  che nulla può nascondere, in quanto visibile. Negli ultimi lavori  - che l'artista ha chiamato Trasparenze - si evidenzia l'esigenza di avere  la chiara decisiva visione, come purezza di sguardo  e come segno demarcatore di senso.
C'è negli scorci del paesaggio urbano, della campagna, dei palazzi storici, dei luoghi dismessi o ritratti, nel ricercare i segni  antichi di una civiltà che sopravvive  in certi toponimi, la sensibilità alle apparenze, a un vissuto che si declina nei modi sobri, appartati dell'esprimere, così che anche la tecnica di De Paoli risente di questi elementi che accedono al recuperare della materia semplice, donandole e imprimendole  la dignità che nasce da un sentimento vibrante. I materiali "poveri" in realtà stanno a significare la sensibilità emozionata davanti al mondo delle persone e degli oggetti".
       
2012 ADRIANA GLORIA MARIGO Padova

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"I quadri vivaci di Renè De Paoli  abbinano l'estrosità alla precisione  delle indicazioni relative  ai soggetti  rappresentati, a motivo di schizzo, diventano quadri-guida. Eseguiti a china, acquerellati, han funzione di arredamento nella loro dimensione ridotta, adatta  a spazi brevi, angoli di studi o camerette".  
2008 LUCIANA PERETTI Realtà Vicentina gennaio  Pittura I pag. 46 

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Renè d'Asparè (Renato De Paoli) fotografa con la sua penna veloce le architetture del paesaggio in evoluzione , corredate dagli studi di storia veneta che fanno parte integrante della sua iconologia. Gli egifici storici sono sia quelli religiosi  delle numerose chiese romaniche disseminate dell'Endolaguna veneta sia quelli civili, che  sono diventati le icone dell'architettura del Rinascimento: il timpano, la trabeazione. la serliana, la colonna. 

1 dicembre 2007 ANNA MARIA RONCHIN 

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2007 SERGIO BISSOLI



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"Architettura ed arti figurative  sono l'esito di interessanti studi  e progettazioni condotti per anni,di giorno in giorno, immediate per efficacia evocatrice, sul tema dell'architettura e dell'urbanistica. Il segno essenziale e puramente indicativo  si carica del compito di trasmettere, oltre che l'esperienza personale, un'esperienza culturale. Una piccola e preziosa  costellazione di realtà e utopie". 

MARIA LUCIA FERRAGUTI 
1999 La Domenica 18 settembre pag.23 _ Mostre _

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"Renè De Paoli  al CORTILETTO spazio espositivo  a Vicenza. Presenta "Tovaglioli, non sputate  sul tovagliolo." "Secondo te  quante parole dovrei scrivere: si tratta di tovaglioli  colorati, di segni impronte  eseguite da mani diverse  negli stessi luoghi - posto - in compagnia - si è consumato la cena o la colazione o il pranzo di nozze. L'idea molto buona di Renè De Paoli, ha prodotto un bel numero  di questi fogli "salviette", pieni di firme , segni macchie di un ironico gioco dell'Oca dal punto di vista estetico. La ricerca  di Renè De Paoli rientra nel suo proprio  itinerario fantastico e si pensa raggiungerà tutte quelle persone attente alla variazione delle tendenze nel mondo espositivo".

ARCANGELO PERSANO  - 
1995 GIUGNO II  La riunione dei Pittori _ Mostre _ Presentazioni _


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Giornali che hanno scritto di Renato De Paoli

Vogue Vicenza
Realtà Vicentina
La Voce dei Berici
La domenica di Vicenza
Il Giornale di Vicenza
Mondo Padano
Vita cattolica 


SITI 

martedì 24 gennaio 2017

Palafitte anche nelle isole Polesine.

Renato De Paoli : Revisione critica 2017_ gennaio_ 24_
Preistoria

Dopo l'epopea della civiltà dei VASI A 

BOCCA QUADRATA , 4° millennio avanti 

Cristo  nelle Isole Veronesi e nel veneto si trovano attestati altri più recenti insediamenti umani scoperti nella provincia di Rovigo come nelle Isole Sparse del Menago

 Tartaro, risalgono all'età del Bronzo ad un periodo cioè compreso approssimativamente tra il XVIII ed il X sec. a.C.



A Canàr nei pressi di San Pietro Polesine (comune di Castelnovo Bariano) come 


nelle Isole Sparse del Menago Tartaro, un esempio di 



palafitte, in provincia di Rovigo. In questo periodo le attività economiche erano costituite dalla caccia e dalla raccolta di frutti selvatici, canna pesca. Sono documentate anche la tessitura (fusi e pesi da telaio) ed un certo grado di specializzazione doveva aver raggiunto la carpenteria integrate dall'agricoltura e dall'allevamento. Poco diffuso è invece il bronzo, mentre una delle attività domestiche maggiormente documentate è la produzione di ceramica ed è proprio questa, tra l'altro, che caratterizza maggiormente il sito di Canàr, con anfore (vasi a due manici), brocche e grandi scodelle con orlo a tesa.
Dell'età del 


Bronzo medio e recente (sec. XVI - XIII)



si conoscono in Polesine gli insediamenti di Marola e Canova, sempre nel comune di Castelnovo Bariano, e i ritrovamenti di Sarzano (comune di Rovigo) e Adria, come nelle Isole Sparse del Menago Tartaro.
L'ultima fase dell'età del Bronzo e l'inizio dell'età del Ferro 



(XII IX sec. a.C.) è un periodo segnato da profondi cambiamenti sociali ed economici.
Appartenenti a questo periodo sono gli abitati come nelle Isole Sparse del Menago Tartaro di Mariconda di Melara, Frattesina di Fratta Polesine, Gognano,Villamarzana, Arquà Polesine, Saline di San Martino di Venezze ed alcuni rinvenimenti (San Bellino e Frassinelle). Quasi tutti questi insediamenti si trovano in prossimità di 


antiche via d'acqua chiamata oggi Po di Adria o ai tempi


 del Siracusano Filisto,Filistina, di sue infinite diramazioni per formare un arcipelago Isolano.
Oggi il suo corso principale attraversava il Polesine seguendo grosso modo 



l'odierno Tartaro Canalbianco. 

L’arcipelago endolagunare rappresentava innanzitutto tante facili rotte in comunicazione e la vicinanza ai suoi dossi , isolotti, polesene, arginati e non costituiva erano isommergibili e aliene a alluvioni. La bocca dal’ “Mare all’Oceano” potrebbe essersi trovata a circa una decina di chilometri ad est di

Adria in corrispondenza di una antica 

linea di costa di cui oggi restano delle 

basse dune sabbiose.




Tra quelli citati, l'insediamento di gran lunga più interessante per la 


ricchezza dei dati raccolti è 

Frattesina Narde di Fratta Polesine, 

come nelle Isole Sparse del Menago Tartaro. Un abitato sorgeva, a sud est dell'attuale 


centro di Fratta,

lungo la sponda meridionale di Po di Adria (corrispondente all'attuale strada per


 Villamarzana), coprendo una estensione superiore ai 100

 ettari. 


Le abitazioni (probabilmente diverse centinaia) erano delle complesse capanne; una di queste, scoperta durante gli scavi iniziati nel 1974, avevano pavimenti in argilla gettati e sopra venivano accesi fuochi per rendere duro il pavimento (de “crea” ) oggi si ritrovano letti di carboni.
L’alzato era formato da pali portanti infitti, fino al “saldo” nella “cora”sui quali poggiava un impalcato soretto da travi principali e secondari, fino alla posa di fascine di rami e canne palustri,le pareti esse pure fatte alla stessa maniera poi venivano intonacati con argilla. Il coperto era costituito anch'esso da tronchi in legno per l’orditura principale fino a orditure minori poi completate con la stessa tecnica degli implacati orrizzontali. Attorno alle capanne, circondate da acqua, si concentravano tutta una serie di attività domestiche come ad esempio la produzione di ceramica e la tessitura. La pesca , lo scambio , erano le attività che davano il lignaggio antico, e un 

notevole rilievo rivestono alcune attività artigianali quali la

 lavorazione del vetro, del bronzo e del corno di cervo, la

 costruzione di barche piroghe. I moltissimi oggetti in bronzo, 

esprimono bene l'alto livello di specializzazione che questa produzione ha ormai 
raggiunto. Le materie prime (rame e stagno) provenivano quasi certamente dalle miniere, anche

 toscane, ma 

venivano lavorate sul posto come documentano le matrici, le scorie di

 fusione ed i ripostigli degli artigiani fonditori composti di pani 

(lingotti) e pezzi destinati ad essere rifusi. I prodotti sono oggetti d'ornamento, come

fibule (spille), spilloni, anelli, pendagli, e strumenti di lavoro: coltelli,

 falci, seghe, asce, scalpelli ecc. Assai rare sono le armi (punte di lancia e spade).


Anche la lavorazione dell'osso e soprattutto dei corno di cervo era largamente praticata. 

Nel complesso le dimensioni dell'attività artigianali_ artistiche, come nelle Isole Sparse del

 Menago Tartaro anche a Frattesina sono tali da non trovare 

confronto con nessun altro insediamento dei 

Bronzo finale italiano.





Relative a Frattesina sono le due necropoli situate rispettivamente a

 qualche centinaio di metri a sudest e a nord est dell'abitato. Quasi 

esclusivo è il rito della incinerazione, ovvero della deposizione in

 un'urna delle ceneri del morto.


Le urne sono vasi di terracotta, del tutto simili a quelli di uso domestico, coperti da una scodella e venivano depositate in una semplice fossa.
Oltre alle ceneri, contengono 

spesso un corredo

di oggetti che dovrebbe definire il sesso ed il ruolo sociale che il defunto ricopriva. 

Tra la fine del IX e gli inizi del VI sec. a.C. il territorio polesano perde l'importanza che ha avuto nei secoli precedenti. Non sembra casuale, infatti, la totale mancanza di ritrovamenti assegnabili a questo periodo.

 La “ generale modifica idraulica” , a seguito di un aumento dell’antropizzazione, è senz'altro uno dei motivi che possono spiegare questo fenomeno

A partire dal VI sec. a.C. sembra verificarsi un ripopolamento delle Isole sparse nel polesine = isole, che ebbe 

come protagonisti la popolazione paleoveneta e genti greche ed etrusche.


Tante sono le analogie tra il periodo arcaico e la precedente fase protoveneta:

 un importante centro di commerciale portuale (Adria) era aperto agli scambi di

 merci provenienti dal Nord Europa e dall'Egeo.

Ciò fu possibile grazie alla favorevole posizione geografica endolagunare , essendo mare con porti protetti, cui Adria 

era immersa nella laguna come oggi Venezia.

Similmente a Frattesina, Adria fu un importante porto fluviale, il che permetteva facili

 collegamenti anche con tutta l’endolaguna, come testimoniano, tra l'altro, gli insediamenti di Gavello, 

San Cassiano, Borsea e Rovigo (loc. Balone), allineati lungo antiche rotte d’acqua, 

collegate con l'etrusca_ greca Manto_va. 

Oggi verso il mare si trovavano l'abitato di San Basilio ed altri nuclei minori sorti a ridosso delle dune costiere a cordone.

Il periodo arcaico (VI - V sec. a.C.) 

Adria. 

L’antico abitato porto isola si trova a 5 o 6 metri al di sotto della parte sud occidentale della città_isola moderna, 

ovvero nella zona dove è sito il Museo Archeologico.

Gli autori classici che parlano di Adria non attribuiscono concordemente la sua fondazione ad un popolo, citando chi i Greci, chi gli Etruschi, chi addirittura i Celti e gli Illiri.

I dati archeologici parlano di una prima presenza paleoveneta e greca durante la prima metà del VI sec. a.C..

Le abitazioni erano simili a quelle descritte per Frattesina: il legno, le frasche e le canne 

continuano ad essere i materiali privilegiati per la loro facile reperibilità, assieme 

all'uso dell'intonaco di argilla.

Permane anche l'uso di erigere le capanne su tavolati sovrapposti a pali infissi nel terreno

 umido, a scopo di consolidamento.

Sembrerebbero dunque i Greci, come si è detto, i primi a venire a contatto con i Paleoveneti. Ai Greci 

dovevano interessare le materie prime (soprattutto metalli), i manufatti provenienti dalle regioni transalpine ed i prodotti 

artigianali artistici. Lo scambio avveniva con prodotti come olio, vino e le pregiate produzioni ceramiche attiche. Il contatto

 con gli Etruschi dovette essere quasi contemporaneo, e Adria, nella 

prima metà del VI sec. a.C., uno dei porti tramite il quale giungevano i beni di greci alle città etrusche di Bologna e Marzabotto.





A partire dalla fine del VI sec. a.C. si fa più consistente la presenza etrusca nella Valle 

Padana, testimoniata dal rinvenimento di iscrizioni in lingua etrusca sul materiale

 ceramico. Nel contempo permangono i rapporti con il mondo greco: varie iscrizioni votive fra cui

 una dedicata ad Apollo, sono state rinvenute nei pressi della chiesa di Santa Maria della 

Tomba e sono state messe in relazione ad un santuario eretto da una comunità proveniente da

 Egina. La ceramica attica rinvenuta nell'abitato porta le firme di artigiani tra i più importanti delle 

officine ateniesi: Brygos, Makron, Polignoto ecc.

Si noti che tali prodotti erano indice del prestigio di chi li possedeva ed il ritrovamento di una così cospicua

 quantità di vasellame, soprattutto da mensa, nell'abitato è ulteriore conferma della ricchezza della 

città.

Nella metà del V sec. a.C. su Adria prende il sopravvento l'etrusca Spina, che diverrà polo di attrazione del commercio greco in Adriatico.

San Basilio. Il periodo che va dall'inizio del VI sec. a.C. a tutto il V, vede sorgere una serie di abitati in 

corrispondenza di vie d’acqua e del litorale antico. Il più conosciuto, perché oggetto di diverse campagne di scavo,

 è l'insediamento di San Basilio a circa 20 km. a sud est di Adria, nell'isola di Ariano.

Esso sorgeva a ridosso del secondo cordone di dune litoranee, il che testimonia il suo diretto collegamento con il

 mare, ed in prossimità del tratto terminale dell'antico "Po di Ariano" (parzialmente corrispondente all'attuale Po di Goro).

I materiali più antichi rinvenuti a San Basilio risalgono alla prima metà del VI sec. a.C. e sono di

produzione paleoveneta e greca a conferma di quanto già supposto per Adria.




L'importanza del delta padano come punto di arrivo e di smistamento verso l'interno di merci esotiche, è documentata anche da altri 

rinvenimenti (Taglio di Po, Contarina e loc. Balone) e dal fatto che, pochi decenni dopo il loro arrivo nella 

zona, gli Etruschi fonderanno, nella parte meridionale del delta, Spina, assumendo così

 il controllo diretto dei traffici.

Il IV secolo è un periodo di forti contrasti politici e sociali. Atene esce prostrata dalle guerre del Peloponneso e 

perde potere, nel controllo delle rotte commerciali, a favore di Siracusa. Secondo la tradizione letteraria, i 

Siracusani allargano la loro sfera d'influenza anche sull'Adriatico settentrionale e Adria sarebbe stata

 da essi rifondata. Un'altra minaccia per gli equilibri politici della penisola è rappresentata dai Celti o Galli. Già a

 partire dal V sec. i Celti valicano in piccoli gruppi i passi alpini, occupando buona parte della pianura lombarda ed 

emiliano romagnola. Non riescono a penetrare nel Veneto, ma, secondo alcuni autori 

antichi, un gruppo si dovette stanziare nel Delta padano.