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martedì 20 novembre 2012

Scomparsa Atlantide - Carpanea di Renato De Paoli.

La scomparsa della misteriosa Città di Carpanea
REGIONE VENETO www.veneto .it
Sabato 20 Novembre 2010 ore 20:30
Teatro Parrocchiale K2
Piazza della Vittoria Casaleone (VR)
Ingresso libero fino esaurimento posti
A Fine Spettacolo Vino Novello e Marroni per tutti
Ore 20:30
Spettacolo di Teatro-Danza
CARPANEA: L'ANTICA CITTA'  NEL BOSCO DEGLI AVI
Presenta Fiammetta Rettondini ( Villavioladellegatte@gmail.com.)
Testi e voce recitante:
Renè da Sparè
 (Renato De Paoli)
Coreografie: Monica Ferrari monicadidanza@alice.it
Interpreti: Corpo di Ballo Didanza con:Sara  Bedon, Alessandra
Cristanini, Eleonora Negri, Francesca Roncoletta,Camilla Zaglia
Gruppo artistico: Figuranti della Carpanea
Gruppo Guerrieri della Carpanea : Maestro-Marco Scarmagnani
Musiche originali di: Guido Schiraldi
(Prof. di musica anticha) (Conservatorio di Vicenza)
Scenografie e filmati di: Beppe Domenichini & Rossella Monaco
Agenzia .Argento & No (www.argentoeno.it)
Esecuzione Musicali: Riccardo Zanderigo riccardo@zanderigo.it
Strumenti musicali: flauto, cetra, crotali, cimbali, rombo e campanelli .
Costumi Guerrieri: Venetia Victrix ,Costumi scena:Luigina Gioachini
Direttore Artistico : Enrica Claudia De Fanti
Regia di Annette Ronchin






1 .INTRODUZIONE :
Immagine della mitica Atlantide, che nell'endolaguna veneta “Nel Bosco degli Avi, nella selva di Carpanea” è tramandata in una leggenda orale come la città di 7 ordini di mura  su lati di 25 miglia, si estendeva quindi su un arcipelago di acqua dolce del Lax Venetik,  il cui centro urbano era
nel comune di Casaleone, provincia di Verona dove è documentata
una traccia importante dell'insediamento denominato “Il Castello del Tartaro”  dell'età del Bronzo


2. VITA URBANA:
La vita degli antichi veneti, Evetoi,degni di lode, con il recupero dell'iconografia di Atlantide, dell'età del bronzo e dei miti ANFIARAOO, il Fetonte dell'Eridanio e delle sorelle ELETTRIDI ERINNI ELIADI, infine dei DIOSCURI numi tutelari dei naviganti veneti Festa della fondazione della città, le Palilia,in onore della DEA PALI,  Pales.

3. VITA NEL TEMPIO
Nel tempio dell'acqua sorgiva le ninfe ARETUSA, ASPERTUSA ed EGLE trasformano il corno del  dio taurino durante la lotta tra ERCOLE e DEJANIRA Le CORNA sono il simbolo delle acque limpide del fiume e venivano  poste sul capo, con il copricapo a forma di corno , il PILEUS  per i
maschi,  TUTULUS per le femmine e consacrato alla MADRE ETEREA AFRODITICA.
Talvolta i copricapi erano fatti da una corona  di CANNE PALUSTRI, simbolo della rigenerazione continua e venivano posti sul capo dopo il taglio dei capelli, che erano donati al fiume in forma rituale.DIO APO, in greco significa Dio da Dio, la divinità della fonte DEA protettrice delle fiere,  REITIA, i cui attributi sono: SAINATEI,  VEBELE tessitrice, REKT diritto, PORA fertilità, PJORAI dativo alla  fertilità sono indice delle attività che si svolgevano nel tempio, che era
parte della vita comunitaria

4. SEDIZIONE INTERNA
Scontro tra le sacerdotesse del tempio e il re che non porta più i doni al  tempio e parte del popolo lo segue.Viene imprigionato ma riesce a  fuggire con la statua del dio Apo.
La fazione fedele al tempio lo insegue, il re lascia cadere la statua nel  fondo del Lax Venetix per guadagnare la via di fuga nel bosco. Al sacrilegio si tenta di rimediare aprendo le dighe e recuperare la statua  prosciugando il lago, ma la forza delle acque ha il sopravvento e la città  viene inondata e con essa i suoi abitanti. La stessa principessa annega e  ritorna nella notte di Pentecoste con il suono della campana che  riecheggia nel Lago della valle.

EPILOGO
Le Ninfe e Sacerdotesse del tempio, sopravvissute al diluvio,iniziano l'esodo verso Nord, dove fonderanno un'altra città.


COMITATO LOCO  UNPLI VENETO

venerdì 5 ottobre 2012

AGENZIE ISOLE SPARSE VENEXIA: In mostra a Vicenza: III internazionale ex libris

AGENZIE ISOLE SPARSE VENEXIA: In mostra a Vicenza: III internazionale ex libris: Da "La domenica di Vicenza.it" Home  |  Cultura   L’arte exlibristica si mostra a Vicenza In città si svolgerà la terza Biennale I...

sabato 18 agosto 2012

Pussy e gli italiani Editoriale 2012_08_10

In Russia e nel mondo c'è casino per i rapporti intricati che legano "il Patriarcato" "L'impero zar-postcomunista""le rivendicazioni giovanili delle Pussy". Pussy è  fica in inglese ma anche micio. Bestemmiare in chiesa fa scandalo a ogni latitudine, qui ci sono di mezzo equilibri internazionali e russi in particolare. "Le tre ragazze sono diventate oggetto di attenzione di rockstar e cancellerie internazionali" scrive sulla Stampa di oggi Anna Zafesova. Finirà presto tutto nel dimenticatoio o sarà l'inizio del risveglio come fecero i Beatles negli anni '60? E' presto per dirlo certo che i riflettori sono ben accesi anche su questo teatro e le repliche non mancheranno.

Sempre dall'estero  gli occhi sono puntati sulla Siria, che sembra la replica della vicenda  Libica, con un minor coinvolgimento e dispiegamento di armi convenzionali e organismi militari ufficiali. Fuga di un altro Ministro più o meno smentita. La sostanza che passa è che Assad deve controllare delle città in rivolta, con il pugno di ferro della violenza contro "terroristi armati".

Julian Assange "capo" della  WikiLeaks è circondato in una ambasciata pronta per essere violata. L'informatica sembra l'arma migliore e il tallone di achille dei "sistemi" e anche dei giornalisti d'assalto. Le polizie di ogni paese e i militari di ogni esercito la praticano con grande padronanza per questa guerra psicologica.

Così dal sole 24 ore sappiamo che la strategia di guerra in queste occasioni si ricorrerebbe alla tecnologia più sofisticata per annientare tutti i sistemi di comunicazione: reti informatiche, telefoni, radio, tv, le comunicazioni satellitari e le connessioni in fibra ottica degli apparati strategici e governativi che linkano i centri del potere con i siti atomici e le basi missilistiche sotterranee dei missili balistici e i centri informativi.

Le incursioni di guerra elettronica e cibernetica, impedisce di gestire la difesa aerea e la rappresaglia, cioè di coordinare una risposta attaccando. 

La seconda guerra fredda è molto più sofisticata della prima. Sullo sfondo di queste vicende di oggi c'è il braccio di ferro tra Israele Iran Usa Russia Cina per il controllo del medio oriente. Le minacce reciproche sono anche oggi sui giornali e da una parte c'è il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad che ha paragonato lo stato ebraico a "un tumore maligno". Mercoledì scorso la guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, ha bollato Israele come una "escrescenza sionista artificiale" Lo riporta TM NEWS che riporta la costernazione del neo  segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon per le dichiarazioni dei responsabili iraniani su Israele. Ovviamente la comunità internazionale, specialmente quella occidentale  è solidale con Israele.


L'"Europa" è sotto attacco recessione ma i soldi sono concentrati per poter almeno sparare le prime cartucce in questa "guerra" senza frontiere.


Per finanziare tutto questo gli italiani, secondo le  associazioni, subiscono  il rincaro del trasporto pubblico locale, fino al 30%, pari a un incremento di 48 euro. La luce (+21%, pari a 110 euro), del gas (+11%, pari a 113 euro) e dei rifiuti (+11%, pari a 63 euro). In termini assoluti sono invece gli alimentari a registrare l'incremento maggiore (+392 euro), seguiti dai carburanti (+276 euro). Capitolo a parte per l'Imu, la cui introduzione costa in media oltre 405 euro a famiglia. Tutto con bona pace di Monti che la guerra la dichiara agli "evasori" che non vogliono più le mani sui loro portafogli da parte di quelli della "casta".

venerdì 17 agosto 2012

L'Assunta a Monte Cucco.de Renato De Paoli poète marin in arte Re Nato a Sparè isola sul Menago

De Mishima à Kurosawa
St. John a décollé
Judith et Holopherne
Iris, ils rient.

Balançoires et il rochers de la cigale et le grillon

Naufragés à Monte Cucco
nage le papillon
sur l'Arvedi Villa
la maison de l'Artiste Erbisti

Balançoires et il rochers de la cigale et le grillon

Fables de Valpantena
s'enliser dans la vallée
couleurs de l'été
voiles sans vent pics

Balançoires et il rochers de la cigale et le grillon

Quatre mouche de cyprès
et un Thaumaturge capitaux
semble «Rio Bo?" ci-dessus
M-arzana et Quinto.

Balançoires et il rochers de la cigale et le grillon

Le peintre des anges ici a inventé
la chambre de l'évêque,
pense-sœur Val Squaranto
Assomption est consommé

Balançoires et il rochers de la cigale et le grillon

Cool et rafraîchissante
Piscine d'eau de pastèque
petite route avec des pierres et de mûre
Poiano est proche Stalavena.

Balançoires et il rochers de la cigale et le grillon

Porte donc la nuit du Monte Cucco.








L 'ASSUNTA in Monte Cucco.

From Mishima to Kurosawa
San Giovanni off
Judith and Holofernes
Iris, they laugh.

Swing and cradle the grasshopper and the cricket

Shipwrecked here in Monte Cucco
swims the butterfly
spra the Villa Arvedi
The House of Artists' Erbisti

Swing and cradle the grasshopper and the cricket

Fables of Valpantena
bogged down in the valley
colors summer
sails without wind picks up

Swing and cradle the grasshopper and the cricket

Four cypresses fly
and a capital Healer
seems "Rio Bo?" above
Marzana and Quinto

Swing and cradle the grasshopper and the cricket

The painter of angels invented here
the room of the Bishop,
think-sora Val Squaranto
Assumption is consumed

Swing and cradle the grasshopper and the cricket

Cool and refreshing
Watermelon water pool
stradella rocks and blackberry
Poiano is near Stalavena.

Swing and cradle the grasshopper and the cricket

So is consumed on the evening of Monte Cucco.








VVVVVVVVVVVVVVVVVV

L'Assunzione a Monte Cucco. di Renato De Paoli poeta marinaio in arte Re Nato a Sparè isola sul Menago

Da Miscima a Kirusawa
a San Giovanni decollato
Oloferne  e Giuditta
Iride , essi ridono.

Dondola e si culla la cicala e il grillo

Qui naufragati a Monte Cucco
nuota la farfalla
spra la Villa Arvedi
La casa dell' Artista Erbisti

Dondola e si culla la cicala e il grillo

Favole della Valpantena
della valle impantanata
colori d'estate
vele senza vento rinforza

Dondola e si culla la cicala e il grillo

Quattro cipressi volano
e un capitello Taumaturgo
sembra "Rio Bo? " sopra
Marzana e Quinto

Dondola e si culla la cicala e il grillo

La pittrice di angeli qui ha inventato
la camera del Vescovo ,
pensatoio sora la Val Squaranto
l'Assunzione si consuma

Dondola e si culla la cicala e il grillo

Fresca e rinfresca
anguria acqua piscina
stradella di sassi e di more
Poiano è vicino a Stalavena.

Dondola e si culla la cicala e il grillo

Così si consuma  la sera di Monte Cucco.  




L 'Assunta en Monte Cucco.

De Mishima a Kurosawa
San Giovanni off
Judith y Holofernes
Iris, se ríen.

Swing y cuna de la cigarra y el grillo

Shipwrecked aquí en Monte Cucco
nada la mariposa
spra la Arvedi Villa
La Cámara de Erbisti Artists '

Swing y cuna de la cigarra y el grillo

Fábulas de Valpantena
empantanado en el valle
colores del verano
navega sin viento levanta

Swing y cuna de la cigarra y el grillo

Cuatro cipreses volar
y un capital Healer
parece "Rio Bo?" por encima de
Marzana y Quinto

Swing y cuna de la cigarra y el grillo

El pintor de los ángeles inventado aquí
la habitación del obispo,
think-sora Val Squaranto
Asunción se consume

Swing y cuna de la cigarra y el grillo

Fresco y refrescante
Piscina de agua Sandía
stradella rocas y mora
Poiano está cerca Stalavena.

Swing y cuna de la cigarra y el grillo

Así que se consume en la noche del Monte Cucco.








'एल मोंटे Cucco में Assunta.
मिशिमा से कुरोसावा
San Giovanni बंद
जूडिथ और Holofernes
परितारिका, वे हँसते हैं.

घुमाओ और पालने तृण - भोजी टिड्डा और क्रिकेट

मोंटे Cucco में यहाँ shipwrecked
तितली तैरती
Villa Arvedi spra
'कलाकार Erbisti सभा

घुमाओ और पालने तृण - भोजी टिड्डा और क्रिकेट

Valpantena की दंतकथाएं
घाटी में फंस गया
रंग गर्मियों
हवा के बिना पाल ऊपर उठाता

घुमाओ और पालने तृण - भोजी टिड्डा और क्रिकेट

चार cypresses के उड़ान भरने के लिए
और एक राजधानी मरहम
ऊपर "रियो बो लगता है?"
Marzana और पांचवें

घुमाओ और पालने तृण - भोजी टिड्डा और क्रिकेट

स्वर्गदूतों के चित्रकार यहाँ का आविष्कार
बिशप के कमरे,
लगता है कि sora वैल Squaranto
Assumption सेवन किया जाता है

घुमाओ और पालने तृण - भोजी टिड्डा और क्रिकेट

शांत और ताज़ा
तरबूज पानी के पूल
stradella चट्टानों और ब्लैकबेरी
Poiano Stalavena निकट है.

घुमाओ और पालने तृण - भोजी टिड्डा और क्रिकेट

तो मोंटे Cucco की शाम को सेवन किया जाता है.

 







 

venerdì 3 agosto 2012

da Elisabetta d'Austria Diario Poetico "Sissi".

da Elisabetta d'Austria Diario Poetico
Itaca ottobre 1887

ITACA


26 ottobre 

I. 
Costeggio l'Albania
sembra volare il Grifone,
contro di lui infuria lo scirocco
e spumeggia il mare.
Grigio il cielo, grigie le onde,
grigio il nitido profilo dei monti;
rocce spoglie, a picco
per sempre unite soltanto alle acque.
Scende la sera, già è crepuscolo;
stanco è il Grifone 
di lottare contro gli elementi;
ricoperta di sale e di sciuma è la sua coda.
Lento incrocia becheggiando 
come per giuoco su ogni onda,
la prua rivolta verso Santa Maura;*
Santa Maura è la sua meta.
*Fortezza su un'isola di fronte a Leukas e nome veneziano  dell'intera isola. (ora penisola n.d.r.)
Itaca, 27 ottobre
II.
La pioggia cade a scrosci,
infuria l'uragano,
come se nulla potesse domarlo
forte si agita il mare.
La notte è profonda e cupa
e dalle acque sale un lamento,
un sospiro e un sussurrio
che predice sol sventura.
Sullo scafo del Grifone gorgoglianti
selvagge spumeggiano le onde,
pronto al volo riesce appena 
a sollevarsi in mezzo ad esse.
Dalla costa di Santa Maura
sul Mare deserto
da una buia lontananza 
arriva  il bagliore del faro.
"Qui non possiamo rimanere",
al gabbiano dice  il Grifone;
"I flutti maligni sospingono 
attorno a noi il cerchio incantato.
Qui non ti posso proteggere 
da sventure e da pericolo;
la cupa schiera qui d'intorno 
cova in sè delle minacce".
E appena ad Oriente 
appare pallida una striscia,
erruffato dalla tempesta il Grifone
abbandona quel posto tremendo.
Navigando sotto costa
di isola in isola
in salvo vuol portare
il gabbiano che ha sul dorso.
Procede adesso verso Sud
costeggiando bosci e rocce;
ecco ora aranci in fiore
e là un monotono  grigiore.
E lontano sullo sfondo 
s'inarca ampio sopra il mare
variopinto, multicolore
il segno della pace.
Si rischiara e si fa azzurro il cielo
e più profondo si fa il blu del mare;
lieve l'onda increspata 
dimentica la sferza della burrusca.
E senza ostacoli proseguno
il gabbiano e il Grifone
sfilano con grazia
sulla distesa color zeffiro.
Ora si fanno più vicini 
i contorni delle isole;
diventa più stretta e più lunga
la strada azzurra del mare,
per aprirsi di nuovo all'improvviso;
simile ad un lago alpino, 
si vede allargarsi la baia
qui, sotto un'alta montagna.
Fiero si eleva il Neritos*
il guardiano della baia,
sulla vetta spoglia
l'aquila cerca rifugio.
E a dritta e a manca rovine 
sulle rocce basse,
mura merlate cadenti
guardano giù verso il porto.
Sullo sfondo si eleva 
a trrrazze sul pendio,
adornata dal verde degli ulivi,
Vathy*, la città.
Salutano le case bianche 
ospitali in mezzo al verde,
i vetri delle finestre rilucono 
appena Febo li colpisce.
La piccola baiaè cinta 
da olivi ch e come  una corona
su grigie terrazze di pietra
si innalzano con morbide chiome.
Qua e là cipressi verdescuri,
così fieri e severi,
dall'alto delle rocce
scrutano il mare.
* Capoluogo dell'Isola di Itaca.
Nell'azzurro etere corrono in fuga
schiere di nuvolette rosa
che ora ardenti s'imporporano
 e ora si indorano.
Un mare di petali rosa 
sembra sparso sulla baia
come se oggi  per gli dei 
fosse il giorno di un tributo in rose.
Ma ecco le rose rosse
diventare d'oro
e ogni  cosa che danzi e ondeggi
rivestirsi d'oro
e ogni cosa che danzi e ondeggi
rivestirsi d'oro.
Ma anche l'oro impallidisce;
lenta la notte si avvicina, 
poi tutto brilla  sempre più 
per risplendere d'argento.
La luna si è levata  
sulla volta buia nel cielo
per avvolgere in un argenteo velo
questo piccolo mondo incantato.
Dimmi, o compagno, 
siamo in Paradiso,
siamo già fuggiti dalla terra?",
chiede ora piano il gabbiano.
Sussurra l'altro dalle onde:
"Siamo a Itaca;
- sacro è questo luogo -
all'anima di Ulisse è vicino".
*Neritos il monte più alto di Itaca (800 mt)
 
 
Journal poétique d'Elizabeth d'AutricheIthaque en Octobre 1887
ITHACA
26 octobre
I.Jupe de l'Albaniesemble voler le Griffon,Il fait rage contre le siroccoet la mer moussant.
Ciel gris, vagues grises,Gris clair le contour des montagnes;roches nues, en surplombtoujours unis seulement pour les eaux.
La nuit tombe, il est déjà tombée de la nuit;fatigué est le Griffonpour lutter contre les éléments;couverte avec du sel et sciuma est sa queue.
Lente croix becheggiandocomment jouer sur chaque vague,l'arc face à Santa Maura; *Santa Maura est son but.
* Forteresse sur une île en face de Leucade et le nom vénitien de toute l'île. (Maintenant la note de l'éditeur péninsule)

Ithaca, Octobre 27
II.La pluie tombe à torrents,rage l'ouragan,comme si rien ne pouvait dompterforte serrer la mer.
La nuit est sombre et profondel'eau salée et une complainte,un soupir et un chuchotementprédit que le malheur seulement.
Sur la coque du Griffin gargouillementvagues sauvages moussant,RTF peut à peineà augmenter au milieu d'eux.
De la côte de Sainte-MaureDesert Merla distance de la sombrevient la lueur du phare.
"Nous ne pouvons pas rester",Gull dit le Griffon;"Les vagues propulser malignele cercle enchanté autour de nous.
Ici, je ne peut pas protégerdes malheurs et les dangers;Ici, dans la bande noire autour demenace d'éclosion en elle-même. "
Et juste à l'Estapparaît bande pâle,tempête erruffato le Gryphonquitter ce lieu terrible.
Voile long de la côted'île en îleveut apporter à la sécuritéla mouette sur son dos.
Procédez maintenant au Sudbosci long et de roches;voici, fleur d'orange maintenantet là, un gris terne.
Et au loin, dans l'arrière-plangrands arcs au-dessus de la mercoloré, coloréle signe de la paix.
Il illumine et rend le ciel bleudevient plus profond et le bleu de la mer;vague légère ridéeoublier le coup de burrusca.
Et sans barrières prosegunola mouette et le Gryphondéfilé avec la grâcecouché sur la zone colorée zéphyr.
Maintenant, ils se rapprochentles contours des îles;devient plus étroite et plusla façon dont le bleu de la mer,
d'ouvrir à nouveau tout à coup;semblable à un lac alpinest vu l'élargissement de la baieIci, sous une haute montagne.
Fier se trouve le * Neritosle gardien de la baie,au-dessus de nule refuge d'aigle.
Et à droite et à gauche les ruinessur des pierres plates,murs crénelés baisseregardant vers le bas en direction du port.
Dans l'arrière-plan se dressetrrrazze à la pente,orné de verdure des oliviers,* Vathy, la ville.
Ils agitent les maisons blancheshospitalière à l'air libre,l'éclat des fenêtresPhoebus frappe tout simplement.
La petite ville de Baïesch et d'oliviers comme une couronnedes terrasses de pierre griseaugmenter avec les cheveux doux.
Ici et là, cyprès verdescuri,, si fier et sévèreà partir de rochesnumériser la mer.
* Capital de l'île d'Ithaque.
Dans la perspective d'éther bleu sur la courserangées de nuages ​​rosesqui en train de brûler s'imporporano
 
et maintenant dorer.
Une mer de pétales de rosesemble se propager sur la baiecomme si maintenant pour lala journée a été un hommage aux roses.
Mais voici les roses rougesdeviennent l'oret tout ce que vous danser et se balancentvêtir d'oret tout ce que vous danser et se balancentvêtir d'or.
Mais même l'or pâle;ralentir les approches de nuit,alors tout brille de plus en plusde briller l'argent.
La lune s'est levéeUne fois dans le ciel sombrepour envelopper d'un voile d'argentce petit monde enchanté.
Dites-moi, ami,nous sommes dans le ciel,Nous avons déjà fui de la terre? "plan est maintenant demander la mouette.
Whispers de l'autre ordre:"Nous sommes à Ithaca;- Cet endroit est sacré -l'âme d'Ulysse est proche. "




* Neritos la plus haute montagne d'Ithaque (800 mètres)

mercoledì 30 maggio 2012

VICENZA ADRI ATICA

Il suburbano primo insediamento di Vicenza è cresciuto durante il periodo di palaovenetschen in una zona che era stata formata dalla confluenza del retro a sud con la corrente fanno Astico importante nel Nord-Est, dovrebbe essere in Flubbett di Astico o dopo il 12 Secolo dC, spostare il Bacchiglione. La scelta di questo flub gelegern in un luogo ancora una volta confermato un modello di insediamento degli antichi Veneti, la prova di villaggi verdi detenzione luafen d'acqua. A parte alcuni reperti sporadici da tempo fruherer in attesa, un numero sempre maggiore solo a partire dal 5 Secolo aC, l'evidenza della ceramica nella città, e grazie alla forma grezza della diversità e del lungo periodo di tempo fino al primo Secolo aC. l'emergere di una produzione locale è propably. L'esame della Hau sulla Piazzetta San Giacomo nei pressi del Corso Palladio, si trova nel cento antica sumph terreno, colloqui votive Darfur, dab qui una volta una grande crescita exitierte Heilg, come nell'arte della scrittura possibili è stata mantenuta. Tra i reperti sono prevalentemente alle piastrine a sbalzo, in parte proprio vuole Inger, dal periodo compreso tra la FIG 5 e il 2 secolo aC. Il santuario è stato probabilmente costruito per onorare l'amato dal Reitia Veneziani, la "dea di guarigione" per eccellenza. Nonostante questi risultati non ci resta tra le caratteristiche urbane di fruhhistori



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Die erste  fruhurbane Siedlung von Vicenza erwuchs wahrend der palaovenetschen Periode  in einem  Gebiet, das sich durch den  Zusammenflub des Retro im Suden mit  dem  machtigeren  Strom Astico  im  Nordosten gebildet hatte; in  das Flubbett des Astico  sollte sich ab  dem 12. Jahrhundert n. Chr. der Bacchiglione verlagern. Die Wahl dieses an einem  Flub gelegern Platzes bestatigt erneut  ein Siedlungsmuster der antiken Veneter , die  ohre Ortschaften an  Wasser luafen grun deten. Sieht man von einigen sporadischen Funden aus noch fruherer Zeit ab, so mehren sich  erst seit dem 5. Jahrhundert  v.Chr die Zeugnisse von  Keramik in der Stadt, wobei aufgrund der groben Formenvielfalt und  der langen Zeitspanne bis ins 1. Jahrhundert v.Chr. das Aufkommen einer lokalen Produktion wahrsheinlich ist. Die Hau fung von  auf der Piazzetta San Giacomo    nahe des Corso Palladio, einem in der Antike sumph igen Gelande, gefundenen Votivgaben spricht dafur, dab hier einst ein bedeutendes Heilg tum exitierte, in dem moglicher weise die schreibkunst gepflegt wurde. Bei den Funden handelt es sich uberwiegend um Plattchen in Treibarbeit, zum  Teil  von eigenwillinger, aus der Zeit zwichen  dem 5, und dem 2, Jahrhundert v.Chr.  Das Heiligtum  war aller Wahrscheinlichkeit nach zu Ehren der  von den Venetern geliebten Reitia, der " heilenden  Gottin " par exellence , errichtet worden. Trotz dieser Funde bleiben uns die stadtschen  Charakteristika der fruhhistorischen Siedlung weiterhin unbekannt .


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domenica 13 maggio 2012

1797 utili e ultime notizie a cura di N.H. Alessio Bettio

In principio era Venezia, in fine fu solo l’inizio di una nuova era per il Veneto Indipendente. Ho riflettuto a lungo se porre quanto seguirà in lingua veneta o italiano, ma dato che deve essere fatta la mia volontà e la volontà di tutti coloro che leggeranno, opterò per l’italiano corrente.
Non indugio nel definire certe corbellerie da avanspettacolo (teatrino della politica italiana) alcune affermazioni di sedicenti autogoverni che si arrogano prerogative sopra il popolo veneto, affermando senza cognizione di causa e tempo, che l’abdicazione del maggior consiglio in data 12 maggio 1797 (el tremendo zorno del dodexe, come definito da molti storici), non solo sia da considerarsi legale, ma addirittura la municipalità democratica successivamente creatasi, fosse non solo la continuazione del regime precedente, ma Napoleone (l’infame), fosse addirittura l’ultimo vero Doge! Sacrilegio e orrore dell’ignoranza plebea, che non smette mai di creare revisionismi storici secondo natura personale e improbabili progetti politici debosciati.
Pur non riscontrando favori e aiuti dal mondo universitario, mi sono messo nella questione “abdicazione e numero valido”, per cercare una prova concreta sulla questione. In base a questi revisionismi politici, erano negate tutte le fonti che facevano riferimento a un numero minimo di votanti per convalidare l’abdicazione del Maggior Consiglio. Questi personaggi (per altro discutibili anche nella loro libera interpretazione del diritto internazionale e italiano), dichiaravano che le fonti in questione erano pura invenzione risorgimentale e romantica della Venezia passata. A loro sostegno riportavano il nome di un solo storico (tra l’altro appartenente alla classe patrizia) che mai avrebbe convalidato una siffatta dichiarazione (Napoleone ultimo doge) se non per comprensibile demenza senile (sebbene non ancora riscontrata).
Mi sono quindi posto, con tanta pazienza e discernimento personale alla ricerca di fonti e documenti che convalidassero l’illegittima abdicazione del Maggior Consiglio. Questo è quanto da me trovato tra archivi, biblioteca personale e ricerche in internet. Le dispongo di seguito per punti:
1- La compilazione delle leggi del Maggior Consiglio si trovano all’inventario N° 85 A.S.V
2- Ho consultato la busta N° 240 e la busta N° 2 serie II°. Nella prima busta niente di interessante, nella seconda sono presenti le indicazioni delle leggi dal 1275 al 1780 e sono veramente tante. Mi sono soffermato sulla busta DECRETI MAGGIOR CONSIGLIO IN MATERIA DI ELEZIONE dal 1280 al 1307. I decreti sono moltissimi tutti in latino e non ho avuto il tempo di leggerli tutti.
3- Nella Enciclopedia Treccani sulla STORIA DI VENEZIA edito in numerosi e compiosi volumi, si legge al volume N° 8 a pag. 271 che il numero dei patrizi minimo in Maggior Consiglio era fissato a 600, nella votazione del 12/05/1797 mancava il numero minimo legale.
4- Nel libro; MISCELLANEA DI STORIA VENETA edita per cura della R. deputazione Veneta di storia patria a Venezia a spese della società in data 1917 serie terza tomo XII pag. 174 si legge quanto segue:
“Il venerdì 12 maggio si adunava dunque il Maggior Consiglio. Per deliberare intorno a DECRETI DI MASSIMA occorreva l’intervento di almeno 600 patrizi, e in quel giorno non ve n’erano che 537; adunanza dunque illegale, ma in quelle condizioni a tutto si passava sopra, e il doge Lodovico Manin, piangente e tremante di paura poteva leggere il Decreto con cui veniva adottato il governo rappresentativo, sempre che con questo si fossero incontrati i desideri del Bonaparte. Il Segretario del Maggior Consiglio Valentino Marini, salita la tribuna de Consiglieri leggeva il decreto, che messo ai voti, passava con 512 suffragi favorevoli, 20 contrari e 5 non sinceri. Così miseramente terminava la Repubblica Aristocratica ecc..
Si trova scritto quanto segue:
Il 1° maggio 1797 si riuniva il Maggior Consiglio, che con 598 voti favorevoli, contro 14 astenuti e 7 contrari, decideva di autorizzare i deputati a discutere il cambiamento della forma di governo. Il giorno 12 maggio, in nuova riunione del Maggior Consiglio, pur mancando il numero legale - 537 membri su 600 erano richiesti nel caso di decisioni gravi — si deliberava che  «[...] questo Maggior Consiglio [...] adotta il sistema del proposto provvisorio rappresentativo governo, sempre che con questo si incontrino i desiderii del generale medesimo» (17). Il risultato fu 512 voti a favore, 30 contrari e 5 astenuti. Il 13 maggio 1797 veniva proclamata la Repubblica democratica di Venezia. Un decreto del Maggior Consiglio spiegava il «suicidio» della Repubblica. Il potere, avuto dal popolo – secondo le teorie contrattualistiche del secolo -, era restituito al popolo, perché il Maggior Consiglio stesso era convinto di non poter più operare per il bene della gente. Si trattava di una formula che garantiva la continuità della Repubblica, ma che rifiutava la identificazione della medesima con ogni forma di aristocrazia. Napoleone Bonaparte ordinava subito al generale Louis Baraguey d’Hilliers (1764-1813) di entrare in Venezia con le truppe francesi. I rappresentanti della Municipalità votavano all’unanimità l’unione alla Repubblica Cisalpina ed indicevano un plebiscito di ratifica per il 28 ottobre 1797. Quel giorno nelle parrocchie di Venezia si votò per il nuovo consiglio della Repubblica sotto la vigilanza della guardia nazionale. Una pallina bianca immessa nell’urna significava rispondere «sì» alla domanda «Se il popolo di Venezia voglia attendere, nell’oscurità e nel silenzio, il destino che lo minaccia» (18), mentre una pallina verde significava dare parere affermativo al quesito «Se giurar voglia di sostenere la libertà della sua patria, de’ suoi figli, e della sua posterità» (19). Risultato: votanti 23.568, di cui 10.843 per l’attesa «nella oscurità e nel silenzio», 12.725 per «sostenere la libertà». Il plebiscito a favore della democratizzazione vinceva dunque con 1.900 voti di differenza. I corrieri che erano partiti per Milano per portare i risultati venivano fermati dai francesi e rimandati a Venezia.
6- Le Confessioni di un italiano di Ippolito Nievo, che parla appunto del tremendo giorno del 12/05/1797 e la caduta della Repubblica si trova scritto:
“Il primo maggio colla mia toga e la mia perrucca io entrai nel Maggior Consiglio a braccetto del nobiluomo Agostino Frumier, secondogenito del Senatore. Il primo apparteneva al partito di Pesaro e sdegnava far comunella con noi. Quel giorno il consesso era scarso; appena giungeva al numero di 600 votanti senza il quale, per legge, nessuna deliberazione era valida”.
7- Cappelletti – Storia della Repubblica di Venezia ed. Antonelli stamp. 1855 in 13 volumi ( nella mia libreria) al vol. 13 trovo scritto ( mi ero anche dimenticato di avere questa opera in libreria… gravissimo !!!) pag. 307 CAPO XII … PER LEGGE FONDAMENTALE DELLA REPUBBLICA, DOVEVA IL MAGGIOR CONSIGLIO, OGNI QUAL VOLTA TRATTAVASI DI AVERE A PRONUNZIARE DELIBERAZIONE DI MASSIMA, TOCCARE IL NUMERO DI SEICENTO RADUNATI; ALTRIMENTI LA DELIBERAZIONE ERA ILLEGITTIMA E NULLA.
8- HISTOIRE DE LA REPUBLIQUE DE VENISE TOME VII Par P. DARU DE L’ACADEMIE F. troisiéme ed. data 1826 pag.186 livre XXXVIII.
12 mai 1797 XI – Enfin, le 12 mai, le grand-conseil fut convoqué. Il ne s’y trouva, dit-on, que cinq cent trente-sept personnes. On a vu que, dans les affaires importantes, le grand-conseil ne pouvait délibérer s’il n’y avait au moins six cents membres présents: ainsi la séance dont il s’agit n’était pas légale. Le doge, troublé et tremblant, parla avec une éloquence pathétique de la situation de la patrie. On lut un rapport prolixe des commissaries; ensuite un orateur entreprit de développer les propositions.
Dopo tanta ricerca e fonti riscontrate ero arrivato ad un punto morto. Nessuna delle fonti trovate rimandava a questa legge fondamentale per la quale i decreti massima su materia grave (i nostri “decreti-legge”, per aver un termine di paragone con il diritto italiano) dovevano essere votati da un numero minimo di patrizi veneti (bisognerebbe dire veneziani, l’unica classe politica della Serenissima che faceva politica), pari a 600 (quorum).
Per sbrogliare la matassa dell’umana comprensione sulla mia testarda e caparbia ricerca, ho dato un letta a uno degli ultimi libri del carissimo avvocato Cacciavillani: “Venezia e la terraferma. Un rapporto problematico e controverso”. Nel medesimo il numero paventato dal Cacciavillani erano 800 votanti (non 600) per ritenere la votazione legittima. Questo mi ha messo un ulteriore dubbio che dopo un attenta ricerca mi ha portato alla risoluzione dell’annosa questione.
Ho fatto una ulteriore ricerca in internet e finalmente – eureka ! – la soluzione. Nei  PRINCIPI DI STORIA CIVILE DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA DI VETTOR SANDI NOBILE VENETO al VOL. 7 Dall’anno di N.S. 1700 sino all’anno 1767 (osservasi principio del libro nella foto), si trova scritto quanto segue:
“Il secondo tempo fu l’anno 1704; epoca di legge più grave; che cioè nella materia presente non s’abbia mai ad intendere dichiarata la volontà del Maggior Consiglio, se non sia adunato al numero di 800; e sia preso da 600. voti il Decreto, o da due terze parti di voti non sinceri.”
Si desume quindi, che per una votazione in materia di gravità (attuale necessità ed urgenza), non solo fossero necessari 600 voti sinceri (validi) per far passare il decreto (come riportato de tutte le fonti storiche sopra citate), ma che sarebbero serviti anche 800 patrizi presenti affinché la votazione potesse essere riconosciuta come volontà espressa (quindi valida). Questo prevedeva la legge del 1704 in materia di legge grave (“decreto-legge”). D’altronde solo negli ultimi anni della Serenissima si era assistito ad un numero esponenziale di patrizi e di nuove famiglie ammesse (spesso dietro il soldo, per rimpinguare le casse dello stato), al Maggior Consiglio. La prova indiretta viene dalla quantità di patrizi barnabotti (si trattava di quei patrizi che, pur avendo perduto molte delle loro disponibilità economiche, continuavano di diritto a mantenere il seggio in seno al Maggior Consiglio) molto sensibili a fenomeni di compravendita dei voti.
Questo è quanto da me trovato e analizzato, mi riserverò di rendere pubblica e nota a tutti il testo completo della legge del 1704 in materia di legge grave. Un cordiale saluto a quanti leggeranno e a tutti coloro che credono e crederanno sempre nella verità delle ricerca storica, e mai al revisionismo storico fatto dagli uomini.
1797 W San Marco pro ut i veteri
N.H. Alessio Bettio

lunedì 7 maggio 2012

Paolo Caliari detto il Veronese di Olia Klod

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Les fresques de Véronèse dans l’église San Sebastiano

by oliaiklod
En mars 1558, lorsque Veronese se prépare à travailler sur les fresques de la nef de San Sebastiano, il a un projet très précis qu'il a présenté au prieur Bernardo Torlioni.
Dans cet espace en forme de U, il va invoquer le saint à travers quelques exemples marquants de sa vie, mais d'une façon totalement différente de ce qui avait été fait jusqu'à présent, soit par Mantegna, ou Antonello. Veronese ne montrera pas, ici un Saint Sébastien criblé de flèches...
Sur le mur de gauche, trois archers, tirent leurs flèches en direction du saint. Et, lorsque nous sommes face à cette histoire qui nous est racontée, nous somme dans la trajectoire de tir des flèches.
Sur le mur à l'opposé, à droite, donc, le martyr apparait, entre des colonnes torses majestueuses.
Sur le mur de droite de l'espace du chœur, au dessus des sièges, un ample espace raconte la scène où, le jeune soldat que l'on croyait mort après le supplice des flèches affronte l'empereur Dioclétien. Après son supplice, Sébastien à été soigné par la pieuse Irène et a ainsi miraculeusement guéri. Il se présente donc d'un pas décidé devant l'empereur, pour lui reprocher ses persécutions injustes. en guise de preuve, il exhibe une des flèches qu'il a reçues.
En face, sur le mur de gauche, l'inévitable fin de l'histoire. Le supplice final ordonné par l'empereur qui a ordonné de jeter le cadavre dans le cloaque pour ne laisser aucune trace. La victime ligotée est sur le point d'être bastonné. Un trait de lumière céleste à déjà accaparé l'attention du Saint dont le regard est ravi. Sur la gauche, on devine une jeune femme, la pieuse Lucina qui recueillera les dépouilles du Saint pour les déposer dans les catacombes.
Cette façon de souligner la vocation essentiellement romaine de l’Église correspondait aux inclinaisons personnelles de Torlioni, qui avait été nommé vicaire général de l'ordre, directement par la pape Paul III, en 1539, avec comme mandat d'en réformer les constitutions et de remettre bon ordre dans les mœurs de l'institution religieuse.
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oliaiklod | 7 mai 2012 at 0 h 05 min | Tags: San Sebastiano, Véronèse | Catégories: Venise | URL: http://wp.me/p1719f-31Y