RENATO DE PAOLI _nel VII Centenario della morte di Dante.1321_ 2021__ DANTE IN TRIVENETO
_ L’ACQUA nella GEOGRAFia settentrionale di dante
28 GENNAIO 2019_
CENACOLO POETI DIALETTALI _ Biblioteca Internazionale LA VIGNA_ PORTA
SANTA CROCE- 2 agosto 2018 Vicenza_ traduse _ I
Cantica_ XXVIII canto
Chi
poria mai pur con parole sciolte
Ci
podaria mai
con parole libare
dicer del sangue e de le piaghe a pieno
dicer del sangue e de le piaghe a pieno
dir
del sangue e de le piaghe è pien
ch’i’ ora vidi, per narrar più volte? 3
ch’i’ ora vidi, per narrar più volte? 3
che
mi ho visto , par contar piasè olte?
Ogne lingua per certo verria meno
Ogne lingua per certo verria meno
ogni
lengua de sicuro tasarà
per lo nostro sermone e per la mente
per lo nostro sermone e per la mente
par
el nostro sermon e par la mente
c’hanno a tanto comprender poco seno.6
c’hanno a tanto comprender poco seno.6
ci
che ga tanto capise poco con la testa
S’el s’aunasse ancor tutta la gente
S’el s’aunasse ancor tutta la gente
Se
el sanese ancora tuta la gente
che già in su la fortunata terra
che già in su la fortunata terra
che
zà sora la fortuna tera
di Puglia, fu del suo sangue dolente 9
di Puglia, fu del suo sangue dolente 9
de
Puglia, le sta del so sangue despiaso
per li Troiani e per la lunga guerra
per li Troiani e per la lunga guerra
par
i Troiani e par longa guera
che de l’anella fé sì alte spoglie,
che de l’anella fé sì alte spoglie,
che
de ga origine fate si da alte avi
come Livio scrive, che non erra,12
come Livio scrive, che non erra,12
come
Livio scrive , che no sbaglia (origine dei Veneti)
con quella che sentio di colpi doglie
con quella che sentio di colpi doglie
con
quela che sentio de bote che fa mal tanto
per contastare a Ruberto Guiscardo;
per contastare a Ruberto Guiscardo;
par
ndar contro a Ruberto Guiscardo;
e l’altra il cui ossame ancor s’accoglie 15
e l’altra il cui ossame ancor s’accoglie 15
e
quel’altra che i ossi ancora ospita
a Ceperan, là dove fu bugiardo
a Ceperan, là dove fu bugiardo
a
Ceperan , la in doe le sta busiaro
ciascun Pugliese, e là da Tagliacozzo,
ciascun Pugliese, e là da Tagliacozzo,
ogni
Pugliese , e la da Taiacozzo
dove sanz’arme vinse il vecchio Alardo;18
dove sanz’arme vinse il vecchio Alardo;18
in
doe senza armi la vinto el vecio Aleardo
e qual forato suo membro e qual mozzo
e
quel sbuso so membro e qual mozo
mostrasse, d’aequar sarebbe nulla
mostrasse, d’aequar sarebbe nulla
l’a
mostra’ de
vegner incontro
saria
gnente
il modo de la nona bolgia sozzo.21
il modo de la nona bolgia sozzo.21
el
mondo de la nona bolgia.
Già veggia, per mezzul perdere o lulla,
Già veggia, per mezzul perdere o lulla,
Zà vedea , a metà perdar o la sgusa (pula del riso)
com’io vidi un, così non si pertugia,
com’io vidi un, così non si pertugia,
come
mi ho visto , cosita no se verzea
rotto dal mento infin dove si trulla.24
rotto dal mento infin dove si trulla.24
rotto
dala sbesola in fin in doe se scoreza
Tra le gambe pendevan le minugia;
Tra le gambe pendevan le minugia;
Tra
le gambe vegnea zo le
buele
la corata pareva e ’l tristo sacco
la corata pareva e ’l tristo sacco
la
coraza parea el tristo saco
che merda fa di quel che si trangugia. 27
che merda fa di quel che si trangugia. 27
che
merda fa de quel che se magna
Mentre
che tutto in lui veder m’attacco,
Fin
che tuto in lu vedar o poduo
guardommi, e con le man s’aperse il petto,
guardommi, e con le man s’aperse il petto,
el
ma guardà , e con le man el sa verto el stomego
dicendo: «Or vedi com’io mi dilacco!30
dicendo: «Or vedi com’io mi dilacco!30
disendo:”Adeso
guarda come mi me copo”.
vedi come storpiato è Maometto!
vedi come storpiato è Maometto!
Vedito
come le tradoto mal Maometo ( el corano)
Dinanzi a me sen va piangendo Alì,
Dinanzi a me sen va piangendo Alì,
Dinanzi
a mi el pianzendo Alì,
fesso nel volto dal mento al ciuffetto.33
fesso nel volto dal mento al ciuffetto.33
fiso
in facia dala sbesola al ciufo.
E tutti li altri che tu vedi qui,
E tutti li altri che tu vedi qui,
E
tuti i’altri che te vedi qua
seminator di scandalo e di scisma
seminator di scandalo e di scisma
semenar
de scandalo e de scisma
fuor vivi, e però son fessi così.36
fuor vivi, e però son fessi così.36
i’è
restà vivi , e però i’è fessi cosita.
Un diavolo è qua dietro che n’accisma
Un diavolo è qua dietro che n’accisma
Un
diaolo l’è qua dedrio che ne
gira intorno (e ne spia)
sì crudelmente, al taglio de la spada
sì crudelmente, al taglio de la spada
cosita
pronto a farne mal , e taiar
con la spada
rimettendo ciascun di questa risma,39
rimettendo ciascun di questa risma,39
rimetendo
ogni uno de sta risma
quand’avem volta la dolente strada;
quando
gavene girà la dolente strada
però che le ferite son richiuse
però che le ferite son richiuse
però
che le ferite i’ sarè
prima ch’altri dinanzi li rivada.42
prima ch’altri dinanzi li rivada.42
prima
che altri inanzi i vaga ancora
Ma tu chi se’ che ’n su lo scoglio muse,
Ma
ti che seche su lo scoglio muse (
poco saver)
forse per indugiar d’ire a la pena
forse per indugiar d’ire a la pena
forsi
par indugiar de rabia e el penar
ch’è giudicata in su le tue accuse?».45
ch’è giudicata in su le tue accuse?».45
che
l’è giudicar ela su le to acuse
«Né morte ’l giunse ancor, né colpa ’l mena»,
“Ne
morte, è rivà ancora , ne colpe el ga”,
rispuose ’l mio maestro «a tormentarlo;
rispuose ’l mio maestro «a tormentarlo;
la
risposto el me maestro “a tormentarlo;
ma per dar lui esperienza piena,48
ma per dar lui esperienza piena,48
ma
da par lu esperienza piena,
a me, che morto son, convien menarlo
a me, che morto son, convien menarlo
a
mi , che morto son , convien portarlo
per lo ’nferno qua giù di giro in giro;
per lo ’nferno qua giù di giro in giro;
par
l’inferno (bagno penal) qua zo’ de giro in giro
e quest’è ver così com’io ti parlo».51
e quest’è ver così com’io ti parlo».51
e
questo l’ è vero cosita come mi parlo”
Più fuor di cento che, quando l’udiro,
Più fuor di cento che, quando l’udiro,
Piasè
de zento an che, quando o sentio
s’arrestaron nel fosso a riguardarmi
s’arrestaron nel fosso a riguardarmi
i
sa fermà nel foso a guardarme ben
per maraviglia obliando il martiro.54
per maraviglia obliando il martiro.54
par
maraveia diementegandose el martirio
( de inquisirme)
«Or dì a fra Dolcin dunque che s’armi,
«Or dì a fra Dolcin dunque che s’armi,
Adeso
a fra Dolcin sunque che el se arma
tu che forse vedra’ il sole in breve,
tu che forse vedra’ il sole in breve,
ti
che forsi te lo vedarè un giono fra poco
s’ello non vuol qui tosto seguitarmi,57
s’ello non vuol qui tosto seguitarmi,57
se
lu no el vol qua subito in presia vegnerme drio
sì di vivanda, che stretta di neve
si
de vivanda , che streta de neve
non rechi la vittoria al Noarese,
non rechi la vittoria al Noarese,
no gavarà la vitoria al
Noarese
ch’altrimenti acquistar non sarìa leve».60
ch’altrimenti acquistar non sarìa leve».60
se
no crompar no saria cavà”
Poi che l’un piè per girsene sospese,
Poi che l’un piè per girsene sospese,
Poi
che che l’unico piè par girarse sospeso
Maometto mi disse esta parola;
Maometto mi disse esta parola;
Maometto
el ma dito sta parola;
indi a partirsi in terra lo distese.63
indi a partirsi in terra lo distese.63
cosita
a partirse in tera l’a disteso.
Un altro, che forata avea la gola
Un altro, che forata avea la gola
N’antro
, che sbusa gavea la gola
e tronco ’l naso infin sotto le ciglia,
e tronco ’l naso infin sotto le ciglia,
e
troncà el naso in fin soto la zeia
e non avea mai ch’una orecchia sola,66
e non avea mai ch’una orecchia sola,66
e
no gavea mai che na recia sola
ristato a riguardar per maraviglia
ristato a riguardar per maraviglia
restà
a guarda e riguardar par maraveia
con li altri, innanzi a li altri aprì la canna,
con li altri, innanzi a li altri aprì la canna,
con
ch’ ialtri inanzi a chi altri la verto la cana
ch’era di fuor d’ogni parte vermiglia,69
ch’era di fuor d’ogni parte vermiglia,69
che
l’era de fora da ogni parte vermiglia
e disse: «O tu cui colpa non condanna
e disse: «O tu cui colpa non condanna
e
l’a dito”A ti che te gh’ colpa no ite condana
e cu’ io vidi su in terra latina,
e cu’ io vidi su in terra latina,
e
che mi ho visto in tera latina
se troppa simiglianza non m’inganna,72
se troppa simiglianza non m’inganna,72
se
massa someianza no me ingana.
rimembriti
di Pier da Medicina,
me
ricordo de ti Pier da Medicina
se mai torni a veder lo dolce piano
se mai torni a veder lo dolce piano
se
mai no te ven deolta a vedar el dolze piano
che da Vercelli a Marcabò dichina. 75
che da Vercelli a Marcabò dichina. 75
che
da Vercellae a Marcabò va zò
(
L’acqua ) Bernardo
Stempel assegna a Vercellae il
valore di ʿforesta settentrionaleʾ, con il celtico *kallī (cfr.
l'antico irlandese caill ʿbosco,
foresta
dichina:
che
declina,
cioè scende in leggera
pendenza
fino
a Marca Bo Castello ora demolito
Marcabò Castello
della
pianura
romagnola, ex laguna padus padum fra Sant’Alberto
e il ponte di Primaro, edificato dai Veneziani nel 1260, per dominare
la
navigazione fluviale
sul
ramo del Po di Primaro e ostacolare
i traffici di Bolognesi e di Ravennati, che lo
distrussero nel 1309.
Il nome rimase a un’estesa zona di paludi fra l’antico corso del
fiume Lamone e
l’antico corso del Primaro (ora occupato dal Reno).
In
un documento catastale è ricordata l'esistenza in passato del
castrum Marcabò: "Positu in Territorio Ravennae, in Insula
Palazzoli iuxta passum Primary", terreno ora di proprietà
dell'abbazia di San Vitale di Ravenna.
Secondo Strabone seguendo
il corso del Po bastavano
due giorni per andare da Piacenza a Ravenna.
L’indicazione è assai istruttiva sul grado di efficienza dei
servizi di navigazione fluviale,
Plinio ci
informa che l’Eridano
Po era navigabile in
tutta l’l’italica settentrionale..
Attraverso empori
di
scambio e porti fluviali si sviluppa un fitto rapporto
di
transazioni che garantiva il rifornimento nelle
isole sparse
di derrate indispensabili, come il sale.
Il
porto rto
di Ravenna
che in età augustea (1° secolo d.C. 31
d.C.)
diviene sede
stanziale della flotta militare romana
efficiente
sistema idroviario endolitoraneo è rappresentato dalla fossa
Augusta,
che univa Ravenna al ramo del Po nei pressi dell’antica Spina;
quindi dalla fossa
Flavia,
che proseguiva fino a incrociare il corso del Tartaro, non lontano da
Adria, per poi continuare con la fossa
Clodia,
fino a Chioggia.
L’attuale
laguna veneta era invece attraversata dalla fossa
Popilia,
che proseguiva fino ad Altino e verso Jesolo prima di collegarsi ad
Aquileia. Lungo il percorso dell’idrovia endolitoranea che
collegava Ravenna con Altino e Aquileia si possono identificare
alcuni resti delle significative strutture archeologiche
riconducibili a impianti di ausilio alla navigazione, come
probabili torri
di avvistamento, fari e punti di approdo e rifornimento d’acqua
dolce e alimenti.
Romagna
Regione storica dell’Italia settentrionale che nel tempo ha avuto
limiti
diversi
in
conseguenza delle particolari vicende politiche a cui è andata
soggetta. Attualmente ha come confini:
a N l’alveo del fiume Reno, da Bastia (ove confluisce il torrente
Sillaro) al Mare Adriatico; a NO il Sillaro fino ...
E fa saper a’ due miglior da Fano,
E fa saper a’ due miglior da Fano,
E
faghe saver ai du meio de Fano
a messer Guido e anco ad Angiolello,
a messer Guido e anco ad Angiolello,
a
meser Guido e anca a Angiolello
che, se l’antiveder qui non è vano,78
che, se l’antiveder qui non è vano,78
che
se prima che mi li veda qua no l’è mia par gnente
gittati saran fuor di lor vasello
gittati saran fuor di lor vasello
butè
sarà fora da i so vasali
e mazzerati presso a la Cattolica
e mazzerati presso a la Cattolica
e
mazziati presso a la Catolica
per tradimento d’un tiranno fello. 81
per tradimento d’un tiranno fello. 81
par
tradimento de un tiran vigliacco.
Tra l’isola di Cipri e di Maiolica
Tra l’isola di Cipri e di Maiolica
Tra
l’isola de Cipro e de Creta
non vide mai sì gran fallo Nettuno,
non vide mai sì gran fallo Nettuno,
no
a visto mai cosita groso sbaglio Netuno (Venezia)
non da pirate, non da gente argolica.84
non da pirate, non da gente argolica.84
no
da pirati , no da gente argolica. (grecia)
Quel traditor che vede pur con l’uno,
Quel traditor che vede pur con l’uno,
Quel
traditor che vede pur con l’uno
e tien la terra che tale qui meco
e tien la terra che tale qui meco
e
tien la tera che tale qua mi go
vorrebbe di vedere esser digiuno,87
vorrebbe di vedere esser digiuno,87
voria
de vedar esar digiuno.
farà venirli a parlamento seco;
farà
vegner li al parlameto da lori
poi farà sì, ch’al vento di Focara
poi farà sì, ch’al vento di Focara
dopo
farà si che al vento de Fogara
non sarà lor mestier voto né preco».90
non sarà lor mestier voto né preco».90
no
sarà so mestier udar ne bastiemar”
E io a lui: «Dimostrami e dichiara,
E io a lui: «Dimostrami e dichiara,
E mi a lu :”Dimostrame e
giura,
se vuo’ ch’i’ porti sù di te novella,
se te vol che mi porta su de ti sata notizia
se vuo’ ch’i’ porti sù di te novella,
se te vol che mi porta su de ti sata notizia
chi
è colui da la veduta amara».93
celo
quel che ga sta vision amara.”
Allor puose la mano a la mascella
Allor puose la mano a la mascella
Alora
la meso la man a la masela
d’un suo compagno e la bocca li aperse,
d’un suo compagno e la bocca li aperse,
de
un so compagno e la boca ga verto ,
gridando: «Questi è desso, e non favella.96
gridando: «Questi è desso, e non favella.96
sbraiando:”
Sto qua adesso , e no parlar
Questi, scacciato, il dubitar sommerse
Questi, scacciato, il dubitar sommerse
Sto
qua mandà via in malo modo , el dubitar ha cancelà
in Cesare, affermando che ’l fornito
in Cesare, affermando che ’l fornito
in
Cesare ( comandante) , ga dito deciso che ga avù
sempre con danno l’attender sofferse».99
sempre con danno l’attender sofferse».99
sempre
condana el spetar l’a soferto”.
Oh quanto mi pareva sbigottito
O
quanto me parea spaentà
con la lingua tagliata ne la strozza
con la lingua tagliata ne la strozza
con
la lengua taià ne la gola
Curio, ch’a dir fu così ardito!102
Curio, ch’a dir fu così ardito!102
Curio
, che el ga parlà cosita sfrontàtezza
E
un ch’avea l’una e l’altra man mozza,
E
uno che gavea tute do le man taiè
levando i moncherin per l’aura fosca,
levando i moncherin per l’aura fosca,
alzando
i moncherini par l’aria scura
sì che ’l sangue facea la faccia sozza, 105
sì che ’l sangue facea la faccia sozza, 105
si
che el sangue fasea la faccia tuta rossa
gridò:
«Ricordera’ti anche del Mosca,
la
sbraià “Ti te te ricordarè anca del Mosca,
che disse, lasso!, "Capo ha cosa fatta",
che disse, lasso!, "Capo ha cosa fatta",
che
l’a dito , vao via ! “ Capo a roba fata “.
che
fu mal seme per la gente tosca».108
che le sta mal seme par la gente Tosca”.
che le sta mal seme par la gente Tosca”.
E io li aggiunsi: «E morte di tua schiatta»;
E
mi go zontà:”A morte la to schiatta”;
per ch’elli, accumulando duol con duolo,
per ch’elli, accumulando duol con duolo,
par
quei , che ha cata su dolor con dolor
sen gio come persona trista e matta.111
sen gio come persona trista e matta.111
sen
gio come persona trista e mata,
Ma io rimasi a riguardar lo stuolo,
Ma io rimasi a riguardar lo stuolo,
Ma
mi son resta a guarder ben sto grupo de gente
e vidi cosa, ch’io avrei paura,
e vidi cosa, ch’io avrei paura,
e
ho visto na roba, che mi gavaria paura,
sanza più prova, di contarla solo;114
sanza più prova, di contarla solo;114
senza
più prova , de contarla solo;
se non che coscienza m’assicura,
se non che coscienza m’assicura,
se
nonché la coscienza me da sicurezza
la buona compagnia che l’uom francheggia
la buona compagnia che l’uom francheggia
la
bona compagnia che l’omo fa franco
sotto l’asbergo del sentirsi pura.117
sotto l’asbergo del sentirsi pura.117
soto
l’albrergo del sentirsi pura
Io vidi certo, e ancor par ch’io ’l veggia,
Io vidi certo, e ancor par ch’io ’l veggia,
Mi
ho visto de sicuro , e ancora me par che mi lo veda
un busto sanza capo andar sì come
un busto sanza capo andar sì come
un
busto senza testa andar si come
andavan li altri de la trista greggia;120
andavan li altri de la trista greggia;120
andava
i ‘altri de le triste pegore;
e ’l capo tronco tenea per le chiome,
e ’l capo tronco tenea per le chiome,
e
la testa taià tegnea par i cavei
pesol con mano a guisa di lanterna;
pesol con mano a guisa di lanterna;
tacà
ala man come fuse na lanterna
e quel mirava noi e dicea: «Oh me!».123
e quel mirava noi e dicea: «Oh me!».123
e
quel mirava noantri e disea “ O mi!”
Di sé facea a sé stesso lucerna,
De
lu se fasea a lu steso luce,
ed eran due in uno e uno in due:
ed eran due in uno e uno in due:
e
i era du in uno e uno in du:
com’esser può, quei sa che sì governa.126
com’esser può, quei sa che sì governa.126
come
esar pol , quelo lo sa quel che ne governa
Quando diritto al piè del ponte fue,
Quando
drito al piè del ponte i’è ste,
levò ’l braccio alto con tutta la testa,
levò ’l braccio alto con tutta la testa,
a
alzà el brazo alto con tuta lòa testa ,
per appressarne le parole sue,129
per appressarne le parole sue,129
par
dirme a mi le so parole
che fuoro: «Or vedi la pena molesta
che fuoro: «Or vedi la pena molesta
che
fora
vegnue :”Adeso vedi la pena molesta
tu che, spirando, vai veggendo i morti:
tu che, spirando, vai veggendo i morti:
ti
che , spiando , te ve vedendo morti;
vedi s’alcuna è grande come questa.132
vedi s’alcuna è grande come questa.132
garda
se te vedi qualche d’un ghe va ben come questa.
E perché tu di me novella porti,
E perché tu di me novella porti,
E
parchè ti de mi notizie te me porti,
sappi ch’i’ son Bertram dal Bornio, quelli
sappi ch’i’ son Bertram dal Bornio, quelli
sappi,
che mi son Bertram del Bormio, quel
che diedi al re giovane i ma’ conforti.135
che diedi al re giovane i ma’ conforti.135
che
ga dato al re zoeno i me conforti (aiuti)
Io feci il padre e ’l figlio in sé ribelli:
Io feci il padre e ’l figlio in sé ribelli:
L’o
fato el pare e el fiol tuti du ribelli;
Achitofèl non fé più d’Absalone
Achitofèl non fé più d’Absalone
Achitofel
no fa più d’Absalone
e di Davìd coi malvagi punzelli.138
e di Davìd coi malvagi punzelli.138
e
de David con
i malvagi buteleti
Perch’io parti’ così giunte persone,
Perch’io parti’ così giunte persone,
Parchè
mi son partio rivè persone
partito porto il mio cerebro, lasso!,
partito porto il mio cerebro, lasso!,
partio
dal porto el me cerbero , molo!
dal suo principio ch’è in questo troncone.
dal suo principio ch’è in questo troncone.
dal
so prinzipio che l’è in sto palo de legno
Così s’osserva in me lo contrapasso».
142
contrappasso1 (o contrapasso)
s. m. [dal lat. mediev. contrapassum,
comp. di contra«contro»
e pati «soffrire»,
part. pass. passus].
– Corrispondenza della pena alla colpa, consistente nell’infliggere
all’offensore la stessa lesione da lui provocata all’offeso, e
più comunem. detta pena o legge
del taglione (v. taglione1).
Nella Divina
Commedia,
il rapporto per cui la pena alla quale sono sottoposti i peccatori
nell’oltretomba riproduce – in estensione o in contrasto – i
caratteri essenziali della colpa, o alcuni di essi: Perch’io
parti’ così giunte persone, Partito
porto il mio cerebro, lasso!, Dal
suo principio ch’è in questo troncone. Così
s’osserva in me lo contrapasso (Dante, Inf.
XXVIII, 139-142).