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lunedì 30 gennaio 2023

Renato De Paoli pittore espone a Quinto Vicentino

De Paoli pittore espone a Quinto Vicentino dal 18 febbraio al 3 narzo 2023 nell'ambito della mostra collettiva UCAI, con il tema : " A 500 anni dal Beato Angelico ritorna l'oro nelle opere di Klimt". Inaugurazione 27 febbraio 2023.

Fedele Lampertico: Indipendenza Venetia

E’POSTO VERAMENTE IN RILIEVO DIMOSTRANDOSI COMLA VENETIA PUO' PRONUNCIARE A FRONTE ALTA UNA PAROLA COSI' SACRA COME E' L'INDIPENDENZA FEDELE LAMPERTICO IN PER VICENZA E IL BENE COMUNE , OPERE SCELTE DI FEDELE LAMPERTICO , BIBLIOTECA CIVICA BERTOLIANA, 2006, PAG. 95. CITO AUTORITA' NON SOSPETTE. CON QUALI TERMINI THIERS, GIUDICA, QUANTO ALLA VENETIA IL TRATTATO DEL 1815? EGLI DICE CHE L'AUSTRIA SE LA DIVORAVA (LIV LVI) FEDELE LAMPERTICO PAG 96 OGNI VENETO PUO' PORSI LA MANO SUL CAPO , PUO' DIRE: FRUGATE PURE; MA COME HEYNE,PUO' AGGIUNGERE: IL CONTRABBANDO E' QUI DENTRO. QUINDI SE VESSATORI SE STRAZIANTI SONO I PROCESSATI POLITICI , DIVENTANO DEL TUTTO INCONCLUDENTI PEL FINE CHE IL GOVERNO PUO' RIPROMETTERSENE. QUINDI SE MOLESTA, SE ODIOSA E' LA POLIZIA, E' ALTRETTANTO INUTILE AL GOVERNO. FEDELE LAMPERTICO PAG. 99 NON PARLIAMO DELLO STATO ECONOMICO, DELLE IMPOSTE DIRETTE. L'ENORMITA' NE FU PALESATO PIU' VOLTE (PASINI,MENEGHINI, ED ALTRI) FEDELE LAMPERTICO PG. 109 LA VENETIA VEDE I TRIESTINI VENIR FINO A CHIOGGIA, E PER I SUOI CANALI INTERNI PROVVEDERE FERRARA, BOLOGNA. LA VENETIA NULLA FA, NULLA TENTA I E' ESANITA. FEDELE LAMPERTICO PAG. 101 SE TANTI VENETI MORIRONO NELLE BATTAGLIE, SE TANTI SONO IN BANDO, SE TANTI SONO EMIGRATI , SE TANTI SUBISCONO PROCESSI, SE TANTI FURONO FUCILATI PURCHE' PER LA SOLA DETENZIONE DI UN'ARMA, CI0' VUOL DIRE DI NECESSITA' CHE ALLA CALAMITA' PUBBLICA AGGIUNGENDOSI LA DISGRAZIA PRIVATA, ALL'ODIO FAMIGLIARE: ED E' ALLORA CHE UN GOVERNO L'AFFETTO NON RIACQUISTA PIU', QUANDO SONVI DI MEZZO SVENTURE DOMESTICHE, QUANDO SONVI OFFESE PRIVATE, QUANDO SONVI DEI TELL. FEDELE LAMPERTICO PAG. 102E QUESTE OCCUPAZIONE MILITARE , QUESTA GRANDE INGIUSTIZIA, CUI L’OPERA DEL TEMPO FU IMPOTENTE A DARE UNA CONSACRAZIONE MORALE , NON PUO’ A LUNGO DURARE, E CHE UNA PACIFICAZIONE DELLA QUESTIONE VENETIA RIDONDEREBBE IN VANTAGGIO AI POPOLI. FEDELE LAMPERTICO. E QUEST’ATTITUDINE DEI NOSTRI FRATELLI D’ALTRE MINCIO E’ QUELLA CHE CONFORTA I DOLORI DI NOI VENETI, E CI FA PAZIENTI A SOPPORTARE ANCORA PER POCO LE BATTITURE DELLO STRANIERO; PERCHE’ E’ PEGNO SICURO D’IMMANCABILE LIBERTA’. FEDELE LAMPERTICO PAG. 113 …. IMPORTO DI OSSERVARE CHE ASSAI POCHI ERANO GLI STATI ITALICI AI QUALI DOVEASI TOGLIERE L’AUTONOMIA ;.. F.LAMPERTICO PAG. 120 L’ATONIA DEL VENETO PER LA PUBBLICA COSA, L’INDIFFERENZA CON CUI SI LASCIA PERVENIVA ALLE CONGREGAZIONI CENTRALI I PIU’ INETTI, LE DERISIONE CON CUI SI ACCOGLIE QUALUNQUE PROMESSA DI STATI, NON POSSONO NASCONDERSI.. F. LAMPERTICO PAG.125 ..IL VENETO E’ ORA COSTRETTO A PAGARE DA QUELLA STESSA POTENZA, CHE GLI TOGLIE OGNI MEZZO A RIFARE LA SUA FORTUNA. F. LAMPERTICO. A CURA DI RENATO DE PAOLI PLENIPOTENZIARIO VNIVERSIXA' ISOLE SPARSE MENAGO ISOLANI SPARSI VENETI

domenica 15 gennaio 2023

Resa di Bologna, capitolazione (PIO VI) Pontificia a Generale Bonaparte giugno 1796

Resa di Bologna, capitolazione Stato Pontificio a Generale Bonaparte giugno 1796, poi a Tolentino, quando Napoleone minaccia Roma. Il Papa manda i suoi plenipotenziario a capitolare, ma non vuole, la resa. Napoleone minaccia Roma e msnda le sue truppe ad occupare Roma, minaccia d'imprigionare il Papa.Regna lo Stato della Chiesa,Pio VI, Giovanni,Angelo, Braschi, nato a Cesena il 25.12.1717, era salito al soglio di Pietro, il 15.2.1775.In Francia viene considerato nemico della rivoluzione, così Napoleone ha il pretesto per invadere le Legazioni pontificie e invadere Roma nel giugno 1796, dopo aver piegato Reggio Emilia imponendo il tricolore bianco rosso e verde, Modena, Bologna, Ferrara, la Romagna, il Venassino, Avignooe, Ancona.I plenipotenziari firmano una pesante resa, con riparazioni e ammende salate, requisizione di molte opere d'arte.Il Direttorio esige la fine dello Stato Pontificio. Dopo la resa di Bologna, si sollevarlo di nuovo Modena e Bologna ma presto Napoleone represse le insurrezione, cos5 che l'anno successivo le condizioni imposte ai vinti dive nero ancora più gravose, per i pontifici, fino al 1798 , quando , dopo la sollevazione e romana, con l'uccisione del generale francese Duphot, così da permettere al sostituto, generale Berthier, fesncese, di rioccupare Roma il 15 febbraio 1798.Viene proclznara la Repubblica Romana, depone Pio VI,avvia l'ennesimo saccheggio di molti tesori Vaticani, e altre o, molte opere d'arte requisite, finiscono a Parigi. e in Francia. Il 20 febbraio 1798 il Papa viene deportato a Siena, sotto la custodia del granduca Ferdinando III, 4Mrirà prigioniero a Valence , Francia, il 29.8.1799. da altra fonte: RIASSUNTO: La pace di Bologna (23 giugno 1796) pose fine alla prima invasione napoleonica dello Stato Pontificio, compiuta per soddisfare il Direttorio francese. Nel giugno 1796 Napoleone conquistò Ferrara e Bologna, nello Stato Pontificio settentrionale. Papa Pio VI ha risposto a questo chiedendo un armistizio. Napoleone non aveva alcun interesse a condurre una lunga campagna nell'Italia centrale e impose condizioni relativamente generose. Ai francesi fu permesso di occupare Bologna e Ferrara, assicurandosi gli accessi meridionali a Mantova, quindi nel primo mese dell'assedio lungo otto mesi. Il Papa dovette anche pagare 21 milioni di franchi e consegnare 100 quadri, 500 manoscritti e busti di Giunio e Marco Bruto, due eroi della Repubblica. Il Direttorio francese non era soddisfatto della pace di Bologna e si rifiutò di ratificarla fino a quando il papa non acconsentì a revocare alcuni Brevi relativi alla costituzione civile del clero, uno dei capisaldi della Rivoluzione francese. Pio non accettò questi termini e dopo la caduta di Mantova Napoleone condusse una seconda campagna contro lo Stato Pontificio. La Pace di Tolentino del 19 febbraio 1797 privò molto più territorio dal Papa VI. a,

giovedì 5 gennaio 2023

Informazioni, critica e accadimenti, sull’arte e sull’opera Depopoliamo di Renato De Paoli, inserita nella mostra ART PASS di Vicenza-Urbino-Milano; a cura di Paolo Apolloni Iniziamo attestando che l’opera Depopoliamo dell’artista Renato De Paoli, residente a Vicenza ma con origini e vicissitudini veronesi, ha una particolare importanza, non solo perché decreta un eccellente punto d’arrivo delle sue ricerche artistiche, socio-culturali, e attiviste ma diventa manifesto programmatico della mostra-progetto itinerante Art Pass, svoltasi tra Vicenza-Urbino-Milano, promossa da Paolo Apolloni e Giovanna Giusto, con la collaborazione di Giancarlo Lepore e Catuscia Bucci, e la Galleria Celeste, inserita nei progetti internazionali di Universal Love Project. L’aspetto ancor più straordinario è che la simbologia segnica semplificata ma incisiva, libera e coraggiosa di quest’opera, dove la pittura applicata liquidamente sopra a una base/supporto plastico di un cartellone pubblicitario/commerciale, di cui permangono e in cui vengono riutilizzati gli stessi stilemi, amplificandone l’effetto visivo dissonante, sposa perfettamente i concetti chiave delle nostre linee etiche e di ricerca di senso dell’essere, e del progetto di Art Pass, profondamente contestualizzato in questo momento storico, politico e sanitario in cui viviamo. E Universal Love Project accoglie e diffonde questi contenuti fin dalla sua fondazione, perché essi appartengono a una vera ricerca d’arte contemporanea, umana, spirituale e sociale, non allineata a leggi o dettami politici ed economici di mercato. De Paoli si dimostra un artefice profondamente ispirato dagli ambienti più stigmatizzati in cui viviamo oggi e sa riassumere, in pochi gesti spontanei, tutte le potenzialità di cui l’arte contemporanea necessita, e che spesso sembra aver smarrito, o non più in grado di determinare, coraggiosamente, un vero linguaggio catartico e leggibile a tutti. Nell’arte di Renato forse quest’opera è in grado di riassumere e sintetizzare tutte le sue esperienze, già caratterizzate dall’uso di supporti e materiali pubblicitari e di riuso, saggiamente conditi da segni e pitture istintive ma calibrate. Sintonia ed essenzialità di segno-simboli-supporto, potrebbero decretare i parametri critici più mirati all’opera Depopoliamo. Poi l’aspetto delle vicissitudini/accadimenti legati a quest’opera superano la sua stessa ironia costitutiva di fondo. Si perché Depopoliamo fa da capofila nelle tre sedi espositive itineranti e, tra un allestimento e l’altro, esattamente tra la seconda tappa, lo smontaggio a Urbino e la spedizione-trasporto in direzione Milano, l’opera si spezza in due, per un effetto strano e imprevedibile di errato appoggio/imballaggio, o più probabilmente uno strano colpo d’aria improvviso.. una rottura che però non è completamente catastrofica: un taglio abbastanza regolare che si è verificato in una posizione che lo rompe orizzontalmente, di tre quarti, oseremmo dire quasi all’altezza del punto/misura aurea (o punto ottico). L’artista, in sintonia con noi, informato dell’accaduto, contestualizza l’evento ironicamente come facente parte di una perenne lotta artistico-mediatica, a cui fanno capo i progetti e gli sforzi stessi di Universal Love e di Art Pass, più spiritualmente una lotta tra il bene e il male, uno scontro tra verità e menzogne diaboliche e pianificate, onnipresenti ormai a ogni livello-ambiente. E pur nella nostre piccole e ridotte possibilità di diffusione e risonanza, se messe a confronto con i poteri occulti imperanti, anche quest’opera forse disturbava troppo le malefiche e martellanti campagne mediatiche ormai globali. Potremmo poi aggiungere ancor più simbolicamente ma fortemente ispirati dai sentori provenienti anche dai testi apocalittici, sempre con ironia e coraggioso sarcasmo, che ora gli spiriti infernali son stati sciolti e proliferano in ogni luogo e dove; questo è difficile da negare poiché certe giornate l’aria sembra farsi veramente pesante, e tutto sembra esser sempre più strumentalizzato e negativizzato, da chi fa capo, e coda, a questi progetti di morte, annunciati dagli stessi autori del deep state-nuovo ordine mondiale, da cui questi piani ufficialmente partono. Niente paura comunque! Se questi sono gli ultimi tempi apocalittici, poi il dragone infernale sarà incatenato per almeno altri mille anni, è sono già annunciati cieli e terra nuovi, dove scorre latte e miele, le terre promesse dall’Amore Universale.