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mercoledì 11 agosto 2010

Rotte dell'ambra Isole Sparse Endolaguna

Rotte dell'ambra Isole Sparse Endolaguna


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L’ambra CHE COPIOSA VENIVA COMMERCIATA NELLE Isole Sparse dei Sette Mari , da Ostia – Ostilia – Foce – HOstium fino al Timavo, è protagonista della nuova mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Nel percorso espositivo sono stati raggruppati i principali ritrovamenti provenienti dal Endolaguna Planiziale Isole Sparse Venetia, datati entro un arco temporale molto ampio che va dall’Età del Bronzo all’Alto Medioevo. Quasi un migliaio di reperti - fra cui collane, fibule, pendenti, statuette - permettono di far conoscere al grande pubblico una delle classi di materiali più preziose e meno note tra quelle resta.

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Nike è la personificazione della Vittoria e viene raffigurata con ali aperte, mentre vola con impeto. In Esiodo viene detta figlia del Titano Pallante e di Stige; appartiene perciò alla prima stirpe divina, anteriore agli Olimpici. Per l'omonimia in greco dei due "Pallas", il titano Pallante e la dea Pallade Atena, Nike, ad Atene, non è altro che uno degli epiteti di Atena.















"La Nike di Samotracia" ritrovata nel 1863 a Samotracia senza testa né braccia (soltanto una mano fu ritrovata nel 1950), viene datata intorno al 190 a.C., epoca in cui i Rodiensi , in guerra contro Antioco III, riportarono una serie di vittorie. La Nike - polena ante litteram - doveva essere collocata sulla prua della nave che ella conduce al successo: il vento la colpisce in pieno, agitando le vesti e incollandole al corpo. Il drappeggio appare quasi barocco, il che giustifica la data piuttosto tardiva attribuita all'opera, ed il vento spinge indietro con forza le ali. Alta m. 2,75, in marmo di Paros, è senza dubbio una delle opere più importanti e sensazionali di tutta la produzione plastica ellenistica.







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C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò.



Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono.



Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo.



Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero.



Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?». Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo».



E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: "La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri"?



Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare».

















Nell'angolo della nuova chiesa, costruita ex novo del nuovo quartiere San Vito nei Paleoalvei del Menago vicino a Fa val Venera Frescà Isola Ferramosche, Isola Barbugine, Isola San Zen (Santuario pre venetulato) è incastonata questa pietra che così recita:







"La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri"?

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