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venerdì 10 settembre 2010

IN EDARPRODUCTION LA VERSIONE DELLA STORIA DELL'ORSO

E ad Asiago scatta la burla «Faccio il sindaco a Gallio»

  VICENZA. L’aspetto burlone dell’orso Dino era piaciuto ai burloni di Facebook, l’animale era diventato l’haker di riferimento per tutti i protestatari del web (si prendeva galline e somari senza permesso), gli eversori dell’animalismo militante godevano nel ritrovare in lui il simbolo, la rivalsa del selvaggio sul civilizzato e le sue scorribande erano celebrate come quelle di chi mostra il sedere su YouTube o corre nudo in uno stadio contro il perbenismo proprietario e l’avidità borghese. Dino inoltre ha generato una feconda filiera del falso, autorizzando speculazioni sulla sua morte e prendendosi gioco degli inconsolabili. Poteva fare anche satira politica. Da ieri la inspirando l’anonimo vicentino (che tanto anonimo non è) che ha stampato e diffuso le false prime pagine di tre giornali con la notizia che Dino non è mai esistito. Un’edizione straordinaria de «L’Altopiano»» stillava in prima pagina: «Scandalo a Gallio, indagato il sindaco Pino Rossi. Ritrovate dalla polizia locale unghie, barbe ed orme finte usate dal primo cittadino». Più sotto il sommario: «L’azzannatore confessa: sì, è vero, l’orso Dino sono io. Sono ghiotto di spezzatino d’asino».  La «Difesa del Popolo», distribuita nottetempo anche a Padova, annunciava: «Offesa sacrilega a Gallio: la chiesa parrocchiale sfregiata dalle unghiate dell’orsosindaco «Dino» Rossi. L’arciprete: preghiamo affinché l’orso ritorni tra i suoi simili».  Infine, una falsa edizione del Gazzettino anticipava l’«incredibile ritrovamento di Gallio: scoperta una grotta abitata in pieno centro. Era l’ultino rifugio dell’orso “Dino” Rossi. L’azzannatore ammette: non amo la civiltà umana». Sotto, la foto con «il volto alterato del sindaco Rossi nelle notti di luna piena in cui si trasforma e diventa l’orso Dino».  L’autore della pasquinata è il mitico Scotolati, all’anagrafe Gabriele Padoan (nella foto), artista e performer, una specie di Gremlin della parola e del segno che da 20 anni impazza a Vicenza e che sull’Altopiano già l’anno scorso si divertiva ad aprire mostre sull’inesitente, annunciando sagre del fungo che non c’era e altre baldorie dell’inutile. A gennaio, il sindaco di Vicenza Achille Variati lo ha ricevuto con tutti gli onori per la presentazione del suo calendario «210-2010» dove il 210 sta per il numero delle teste raffigurate, «con un po’ di sana ironia antitristanzuola. In fondo non è stato difficile, perché i tristanzuolmalinconici, gli addolorati cronici, i contriticarnali e gli arciscontenti sono sempre la maggioranza». Manifesti surreali e provocazioni stradali (per cui il comune di Asiago gli ha comminato una multa mai pagata per affissioni abusive) sono raccolte nel libro «Benvenuti ad Asiago, città del sorriso». Il nome Scotolati gli è rimasto addosso da quando prese a rititolare le vie di Vicenza creando una nuova toponomastica. Es: «via G.Scotolati (1852-1908) sciaguratore allarmista» o «via G.Scotolati (1852-1908) chicchirista covatore». (e.r.)

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