6.000 a.C. Ω 4.000 a.C.
PIETRA LEVIGATA
Villaggi Fortificati, con pali e circondati da acqua, palafitticoli paleoalvei Po Menago Adige
Importante civiltà “Carpanea” Castello, Bastion, Casaleon, Castagnaro Castel Baldo.
Insediamenti di grandi dimensioni città palafitticola Carpanea “Pista degli AVI / AVA”
Pila Incula Isola Tarmasia Sul Mengo Il sito è vi furono dei rinvenimenti archeologici (strumenti litici e scarti della lavorazione della selce) attribuibili alla fase finale del Neolitico (V millennio a.C.). È con la metà del V millennio a.C. che in Italia settentrionale si assiste all’affermarsi degli aspetti meandro-spiralici della Cultura dei vasi a bocca quadrata.
(omissis)
Attestano, una frequentazione in un momento antico del terzo stile della Cultura dei vasi a bocca quadrata anche i frammenti ceramici rinvenuti a Pila in Culà Isole Sparse Menago, Isola Madona, Isole Sacaveza, Isole Novarine, Isole San Pierin , Isole Farfusola. Si tratta di vasi a bocca quadrata con decorazione a zig-zag e di frammenti ornati a Fűrchestich (Salzani, 1987). I reperti fittili ornati da motivi con la tecnica a Fűrchestich, ottenuti su recipienti a bocca tonda e quadrata, testimoniano una importazione o una rielaborazione lacuale di elementi nordalpini: contatti con quest’Endolaguna geografica, potrebbero essere stati facilitati, soprattutto nel caso Isole Sparse Bosco Endolaguna Iperborea Planiziale dalla presenza di una importante PALOALVEI ( PALO AVI ) traffico , legna go, zattere , come quella del sistema fluviale dell ‘A
Arte e spiritualità
Piuttosto diffuso durante il Mesolitico è l'utilizzo di sostanze coloranti e di oggetti ornamentali. Si tratta per lo più di conchiglie marine o d'acqua dolce, di vertebre di pesci, canini di cervo, frammenti di ossa o ciottoli, tutti forati per la sospensione come ciondoli di collane o bracciali o per essere cuciti ai capi di vestiario. Essi sono ben documentati a Romagnano III, Pradestel, Vatte, Gaban, Bus de la Vecia, riparo Frea IV e nella grottina dei Covoloni del Broion. Manufatti artistici sono stati rinvenuti al Riparo Gaban, sito in cui oggetti analoghi sono documentati anche nei livelli neolitici. Essi erano stati deposti all'interno di buche rimaneggiate già in età mesolitica (vi si trovano infatti mescolati manufatti sauveterriani e castelnoviani). Una figura femminile è stata ricavata a bassorilievo dalla sezione apicale di un ramo di corno cervino forata longitudinalmente. Una gola al di sotto dell'apice consentiva forse la sospensione, mentre la perforazione longitudinale poteva fungere da immanicatura per uno strumento. Le superfici sono fortemente usurate e combuste. Un oggetto analogo presenta incisioni parallele, motivi a zig-zag e triangoli e residui di ocra rossa. Vi sono poi cilindretti ricavati da sezioni di diafisi di ossa lunghe, decorati a tacche, punti, zig-zag, reticoli. Alcuni punteruoli e un metacarpo di orso decorati a tacche e con tracce d'ocra sono stati recuperati anche a Romagnano Loc III.
Si conoscono inoltre alcune sepolture: la prima è stata messa in luce nel Riparo di Vatte di Zambana; si tratta di un individuo di sesso femminile, alto ca. 1,52 m. e dell'età di cinquant'anni circa. La testa era appoggiata ad un gradino formato dalla roccia e il volto era rivolto a sinistra. Il tronco era adagiato in una fossa poco profonda, con orientamento NW-SE. Le braccia erano stese parallelamente ai fianchi, gli avambracci flessi e le mani si riunivano all'altezza del pube. Un tumulo di pietre ricopriva cranio e tronco. Non è stato ritrovato alcun oggetto di corredo, ma si è notata la presenza di qualche frammento d'ocra al di sotto del cranio. Le datazioni radiometriche ottenute per questa sepoltura oscillano tra 6050±110 e 5790±150 a.C.
Lo scheletro documenta la frattura dell'avambraccio destro guarita senza esiti e una seconda frattura al gomito sinistro guarita in pseudo-artrosi serrata, con conseguenti gravi deformazioni.
Una seconda sepoltura è stata recentemente recuperata nel sito di Mondeval de Sora, in comune di S. Vito di Cadore, a 2150 m. di altitudine. Sotto l'aggetto di un grande masso erratico si sono trovati livelli d'occupazione del Mesolitico antico e recente, dell'età del Rame e di epoca medievale. Nel 1986 fu messa in luce una sepoltura in fossa di età castelnoviana (5380±50 a.C.). L'inumato era un uomo adulto, di circa quarant'anni, alto 1,67 m. e di costituzione robusta. La parte inferiore del corpo era ricoperta di pietre selezionate (pietre vulcaniche e marna calcarea). La mano sinistra, posta verticalmente sul fianco esterno, presentava dita ripiegate come se impugnassero qualcosa. Sul lato destro vi erano tracce di ocra rossa, su quello sinistro un gruppo di 33 reperti, tra cui alcuni strumenti di selce, ciottoli di calcare, un arpione e altri manufatti in osso e corno. Poco più in basso, all'altezza della mano sinistra si sono recuperati altri due gruppi di oggetti litici o in zanna di cinghiale, alcuni dei quali coperti di mastice, e due agglomerati di sostanza organica: il primo costituito per lo più di resine, il secondo di cera d'api e propoli. Si può pensare che questi gruppi di oggetti fossero stati deposti all'interno di contenitori e che costituissero la dotazione d'uso quotidiano.
Facevano inoltre parte del corredo 3 lame in selce gialla, collocate ciascuna su una spalla e la terza sotto il cranio e 7 canini atrofici di cervo; un punteruolo posto sullo sterno e uno tra le ginocchia servivano forse a chiudere una sorta di sudario in pelle.
Lo studio dello scheletro ha evidenziato la frattura di un dito della mano destra perfettamente guarita e una osteopatia deformante all'emitorace sinistro. L'uomo mesolitico di Mondeval de Sora appartiene alla razza di Cro-Magnon, già presente in Europa durante il Paleolitico Superiore.
5999 Ω 4000
NEOLITICO
4900 a.C. osservatorio solare
Un osservatorio solare è stato da poco scoperto in Germania, risalente al 4900 a.C. L'antica struttura millenaria, di cui resta una timida ombra sul terreno, si trova a Goseck. Un ampio cerchio di ben 75 metri di diametro che anticamente consisteva in quattro cerchi concentrici, un tumulo, un fossato e due palizzate lignee, dotato di tre porte rispettivamente poste a sudest, sudovest e nord. Gli archeologi, coadiuvati da astronomi, hanno realizzato che, al solstizio d'inverno, una persona posta al centro della struttura avrebbe potuto osservare il sorgere e il tramontare del Sole attraverso le due porte a sud. La funzione della porta a nord è ancora sconosciuta, sebbene possa essere ricollegata a riti connessi alla rinascita (il nord è sempre stato collegato all'immortalità e agli dèi). Si tratta della più antica struttura circolare nord-europea con tali caratteristiche. Tale scoperta, che si ricollega a quella avvenuta circa un anno fa, di un disco astronomico di bronzo chiamato "il disco di Nebra", evidenzia come queste genti possedessero un profondo legame con il Sole, la Luna e con alcune costellazioni, dato che sul disco sono riportati i due astri principali in associazione alle Pleiadi. Queste ultime sorgevano nel ciclo settentrionale in autunno e tramontavano in primavera, marcando alcuni "tempi" ritualmente importanti per la vita sacra e profana di quella cultura. Queste scoperte abbattono l'idea stereotipata che l'antropologia e l'archeologia possedevano dell'uomo neolitico dell'Europa centrale. Non più un barbaro incolto, ma un individuo perfettamente inserito in un sistema naturale, parte integrante della sua visione vitale. I sacerdoti di questa cultura erano profondamente legati al culto solare, come dimostra il più noto e importante luogo sacro tedesco: Extersteine.
(ISOLE SPARSE ARCIPELAGO ENDOLAGUNA PLANIZIALE PALO AVO MINCIO PO , TION, TARTARO , TREGNON , MENAGO, HOSTILIA, ADIGE GUA EDRON RIVIERE BERICHE EUGANE EDRON )
Nessun commento:
Posta un commento